Nonostante le assenze dei vari Keylor Navas, Pepe, Toni Kroos, Luka Modric (entrato a metà del secondo tempo come Karim Benzema), Cristiano Ronaldo e Gareth Bale, il Real Madrid di Zinedine Zidane si risveglia nel freddo di Trondheim con un altro trofeo alzato per i cieli d'Europa. E' il quarto in poco più di due anni, se si contano anche i trofei di Carletto Ancelotti (che ha portato in bacheca al Santiago Bernabeu anche un Mondiale per club). Un ciclo che si è rinnovato ora con il tecnico francese, capace di agguantare Champions League e Supercoppa Europea sul fino di lana. Se a San Siro erano stati i calci di rigore a decretare la vittoria sull'Atletico, a Trondheim ci hanno pensato Sergio Ramos (ancora lui) e Dani Carvajal a mettere a segno due gol pesantissimi alla fine dei regolamentari e dei supplementari contro un bel Siviglia.

Non è stata di certo la miglior versione merengue quella vista sotto la pioggia della serata norvegese. Zidane ha sorpreso un po' tutti con la mossa Marco Asensio, canterano di ritorno dal prestito all'Espanyol schierato ieri come esterno d'attacco sinistro, mentre Isco ha giocato da mezz'ala, con Mateo Kovacic titolare insieme a Casemiro. Proprio il giovane Asensio ha sbloccato la partita con un gol da antologia, un tiro mancino che si è insaccato all'incrocio dei pali della porta di Sergio Rico. Il 4-1-4-1 del Real si è rivelato però presto troppo difensivo per riuscire a ripartire in contropiede con Alvaro Morata, prima punta spaesata in assenza di Benzema. I merengues hanno lasciato a lungo il controllo del match al Siviglia, ridisegnato da Jorge Sampaoli con Franco Vazquez e Vitolo ad agire dietro l'unica punta Luciano Vietto. Ma, mentre l'argentino ex Palermo ha convinto per continuità e qualità, si è confermato l'equivoco relativo alla posizione di Lucky Luciano, per caratteristiche non una prima punta bensì un jolly offensivo. Il Real delle seconde linee ha giocato discretamente per un'ora, fino a quando hanno retto Mateo Kovacic, sempre intermittente, e l'illuminante Marco Asensio. Un rigore dubbio (fallo di Sergio Ramos su Vitolo, trasformato dal subentrato Konoplyanka) ha lanciato gli andalusi verso la conquista della prima Supercoppa Europea nella storia del club. Zizou è allora corso ai ripari, inserendo prima Karim Benzema per un impalpabile Morata, poi Modric e James Rodriguez per Isco e Kovacic.

I due osservati speciali della Casa Blanca hanno dato risposte contraddittorie: Isco non ha mai trovato il giusto cambio di passo, dimostrando di dover guadagnare continuità nel ruolo di centrocampista, mentre James è entrato solo nel finale, ancora una volta lasciato in panchina dal suo allenatore. Il colombiano ha però messo in mostra un buon atteggiamento, anche se i veri eroi del Real versione Trondheim sono stati altri, a partire da Lucas Vazquez, autore del cross perfetto per il colpo di testa vincente del solito Sergio Ramos a tempo scaduto e del dribbling che ha costretto Kolo alla seconda ammonizione. L'andaluso, uomo dei gol pesanti, ha rimesso in carreggiata i suoi e rimediato all'ingenuità sul calcio di rigore fischiatogli contro. Al resto ha pensato un infaticabile Dani Carvajal, moto perpetuo sull'out destro, addirittura più efficace di Marcelo sulla corsia opposta. Il canterano ha propiziato l'azione del gol del 2-2 con un bel break sulla destra, ripetendosi in proprio al minuto 119, quando ha approfittato di una clamorosa distrazione del Siviglia (e di Rami in particolare) per sfondare in mezzo alle maglie avversarie e freddare Sergio Rico con un esterno d'autore.

In attesa dei big (anche Modric deve migliorare la sua condizione), il Real Madrid ha capito ieri di poter contare definitivamente su Lucas Vazquez e Marco Asensio, mentre dovrà riflettere in fretta sul futuro di Isco e James Rodriguez, che avranno ancora meno minuti a disposizione quando torneranno Ronaldo, Bale e Kroos. Intanto i merengues si godono una Supercoppa Europea acciuffata all'ultimo secondo, come ormai da tradizione degli ultimi trionfi in blanco.