Sogna ad occhi aperti, l'Azerbaigian, a punteggio pieno dopo le prime due giornate del girone C di qualificazione a Russia 2018. La vittima questa volta è rinomata: è la Norvegia a cedere il passo in terra caucasica, meritatamente sconfitta per 1-0 grazie ad una rete di Medvedev in apertura di gara. Gli assalti scandinavi portano poco o nulla, le buone occasioni vengono sciupate e i padroni di casa resistono stoicamente, chiudendosi all'indietro, e portando a casa il risultato pieno.

Prosinecki manda in campo con un 4-3-3 equilibrato, ma non eccessivamente difensivo, appoggandosi sul blocco principale del Qarabag: il tridente offensivo è composto da Nazarov, Gurbanov e Ramazanov. Ospiti invece con un paio di assenze di troppo, su tutti Elabdellaoui e Nordtveit: Hogmo sceglie sostanzialmente lo stesso schieramento, ma con vocazione più offensiva, affidando il ruolo di punta centrale a King, con Diomandé largo. Fuori Tettey e Johansen a centrocampo, entrambi accomodati in panchina.

Intensità a centrocampo e pressing aggressivo caratterizzano le prime battute, con le squadre che perseguono la chiara intenzione di bloccare sul nascere le azioni avversarie. A sbloccare la gara dopo 11 minuti sono i padroni di casa, sfruttando un piazzato e un buco della difesa scandinava: Medvedev riceve tutto solo a centro area e calcia in porta immediatamente, pescando l'angolino basso alla destra di Jarstein. L'occasione per il pari è piuttosto immediata, si manifesta sulla testa di Strandberg sugli sviluppi di un corner, anche se il colpo di testa del centrale dell'Hannover è parato prontamente da Agaev. L'incornata è il preludio di un lungo assedio norvegese, convinto ma piuttosto disordinato e comunque respinto dalla difesa di Prosinecki, quest'ultima però incapace di permettere all'azione di ripartire tempestivamente, se non in rarissimi casi.

Dopo la mezz'ora torna ad uscire l'Azerbaigian, occupando con buona costanza la metà campo avversaria per diversi minuti: la squadra di Hogmo pecca di lucidità e nervosismo, rimedia due gialli per falli piuttosto duri e mostra altre lacune nelle marcature sulle palle da fermo. Gli ultimi sussulti della prima frazione toccano però nuovamente alla Norvegia, inizialmente ancora da piazzato, ancora da corner: Helland col mancino a rientrare cerca direttamente la porta e pesca in pieno la traversa. Poi si scatena Aleesami, da fuori rientra sul destro, non il suo piede, e calcia rasoterra, senza dare sufficiente precisione, trovando i guantoni del portiere azero.

Il propositivo atteggiamento ospite porta anche al controllo del gioco e del pallone nella ripresa: dopo otto minuti è Diomandé a farsi trovare a centro area, la sua girata volante è tecnicamente pulita ma poco precisa, ancora agevole per l'estremo difensore caucasico. L'episodio non scuote particolarmente i padroni di casa, sempre attenti nonostante si trovino costretti più di una volta a stringere i denti, con tanto di sovraffollamento di avversari nella propria area. Hogmo vede i suoi provarci ma non pungere, così cerca di cambiare volto all'attacco, inserendo Berget e Sorloth.

Solfa però che si mantiene costante, non succede sostanzialmente nulla di rilevante, ogni cross dalle fasce della Norvegia viene prontamente allontanato di testa dall'Azerbaigian; a dieci dal termine si rivedono i ragazzi di Prosinecki in avanti, più per alleggerire la pressione che per cercare con concretezza il raddoppio, nonostante a pochi minuti dal termine l'occasione arrivi, comunque sciupata da uno Sheydaev, neo-entrato, alla ricerca di eccessivi ricami, chiuso poi dalla difesa norvegese.

Nei quattro minuti di recupero aumentano i rimpianti scandinavi, causa un grossolano errore di Henriksen, il quale tutto solo a centro area non trova la porta, mandando a lato un'agevole incornata. Finale nervoso, la frustrazione prende il sopravvento e impedisce di giocare con lucidità ai ragazzi di Hogmo. Termina così 1-0, la seconda sconfitta consecutiva della Norvegia diventa realtà e i piani verso la Russia iniziano a farsi più complicati, mentre l'Azerbaigian sale incredibilmente a punteggio pieno.