La Svezia domina la gara, per gli interi 90' minuti ed oltre, non lasciando scampo ad una Bielorussia mediocre, dai palesi limiti tecnici, che ha praticamente rinunciato a giocare. Una doppietta di Forsberg (il primo gol su rigore), le reti di Berg e Thelin, consegnano tre punti di vitale importanza alla nazionale svedese, che aggancia, seppur temporaneamente, la Francia in vetta al gruppo A delle qualificazioni ai Mondiali in Russia 2018.

Le scelte: Il tecnico svedese Andersson disegna la sua squadra con uno scolastico 4-4-2: il tandem offensivo è costituito da Berg e Toivonen, mentre a centrocampo gli esterni offensivi con il compito di far male alla difesa ospite sono Durmaz e Forsberg. Difesa confermata a quattro, con  Grankvist, ex Bologna, a guidarla da capitano. La Bielorussia si schera con un prudente 5-4-1 con una folta difesa a protezione della porta difesa da Gorbunov. L'unica punta Signevich è assistita dal centrocampo a quattro con i mediani Bressan e Mayevsky e dagli esterni Rios e Gordejchuk.

Come da previsione, parte forte la Svezia, si mantiene stabilmente nella metà campo bielorussa, cercando sin dalle prime battute di sbloccare il match. Le ali di centrocampo Durmaz e Forsberg iniziano a spingere come forsennati sulle rispettive fasce, costringendo all'intera retroguardia rossoverde a convivere col fiatone. In pratica, non c'e partita. La serpentina di Emil Forsberg si conclude con la conclusione alta del biondo centrocampista del RB Lipsia. Pochi giri di lancetta dopo prova il suo compagno di reparto Durmaz in ciò che Forsberg non era riuscito prima, ma anche la sua mira non è delle migliori. Un dominio giallo, una Svezia ammaliante, bella da vedere, ed anche perfettamente ordinata. Berg prova a sfruttare le doti che "madrenatura" gli ha affidato, di testa cerca di battere il portiere ospite Gorbunov, ma il cuoio lambisce il palo sinistro e termina a lato. Il gol però è nell'aria, è troppo netta la differenza tecnica in campo tra le due squadre: arriva poco dopo, al 19' minuto, dagli undici metri. L'arbitro austriaco Lechner accorda il tiro dal dischetto agli scandinavi per un fallo sul centravanti Marcus Berg, che Forsberg senza alcuna esitazione, realizza, timbrando il punto dell'1-0.

Il bellissimo impianto della Friends Solna, gremito in ogni ordine di posto, apprezza le gesta in campo della propria Nazionale. Si spella le mani dopo che Durmaz, alla metà esatta del primo tempo, disegna una splendida parabola da calcio franco, ma è il palo a dir no al raddoppio svedese. È palpabile la differenza tra le squadre, la qualità della Svezia è alta, e la sinfonia nello stretto tra Hiljemark e Berg trova pronto il portere ospite Gorbunov. Il tiro a bersaglio prosegue, e dalla seguente azione d'angolo, svetta di testa Granqvist che sfiora la traversa. Solo l'imprecisione sotto porta degli scandinavi, ed ovviamente una buona dose di sfortuna, tiene in vita la mediocre Bielorussia che mai, in quarantacinque minuti nel primo tempo, si affaccia pericolosamente dalle parti di Robin Olsen.

La ripresa si apre con il raddoppio della Svezia, che trova il gol del 2-0 dopo 4' minuti. La firma è ancora di Forsberg, ma il merito (o demerito) come preferite, è del portiere bielorusso Gorbunov che con una sciagurata giocata da principiante, si fa passare sotto le gambe l'innocuo tiro di controbalzo del furetto svedese. Stenta a crederci anche lo stesso Forsberg, che poi corre via a festeggiare sotto la curva gremita dai supporters tinti di giallo. Tutto in discesa per la Svezia, che non si accontenta, ma continua a pigiare il piede sull'accelleratore. Lustig ed Augustinsson spingono con frequenza sulle fasce, sovrapponendosi ai compagni Durmaz e Forsberg; proprio da una sgroppata di Augustinsson, che piazza un morbido cross al centro, nasce il gol del 3-0, il quale porta la firma di Berg. L'attaccante del Panathinaikos approfitta di un'altra indecisione di Gorbunov, e di testa lo anticipa, da vero rapace d'area. Filipenko, nel tentativo estremo di evitare il gol, spazza la sfera in curva, ma dopo che la stessa abbia però già oltrepassato la linea di porta.

Il tris svedese anestetizza la contesa, anche perchè viene spezzettata dai continui cambi che la fanno da padrone nel cuore del secondo tempo. Ekdal abbandona il campo per infortunio, invece il trainer della Bielorussia in 5' minuti si gioca tutti e tre i cambi. Entrano forze fresche, Drahun, Volodko e Rodionov per Mayevsky, Bordavech e l'atavico Signevich, ma la Bielorussia non riesce neanche minimamente a trovare, scovare le coordinate, il dinamismo, le vibrazioni, per impensierire la squadra allenata da Andersson. Anzi, nel torpore del finale di partita, trova gloria anche il neo entrato Thelin che viene azionato con grande furbizia dal genoano Hiljemark e piazza la zampata del 4-0. È l'ultima emozione del match, che si trascina stancamente negli ultimi 15' minuti, fino al fischio finale dell'arbitro austriaco Lechner.