Dopo Spalletti, anche Mancini. Lo Zenit San Pietroburgo ha deciso di continuare la propria tradizione di tecnici italiani nella prossima stagione, dopo il fallimento di Lucescu - altra vecchia conoscenza del nostro calcio - che in questa stagione ha portato solo ad un terzo posto non in linea con le ambizioni di inizio anno e ad un'eliminazione bruciante in Europa League ad opera dell'Anderlecht. Questa la grande notizia della giornata, con l'allenatore italiano che è stato "beccato" in un incontro col CEO di Gazprom (la società che possiede la quota di maggioranza del club russo) da Tina Kandelaki, una giornalista russa, che non ha esitato a diffondere il tutto sui social e così la notizia è arrivata in questi minuti anche in Italia.

Questa "prova" ha reso quelle che sembravano fino a qualche ora fa delle semplici voci una realtà concreta. Il tecnico marchigiano nelle ultime ore si era avvicinato all'Est: sembra che percepirà un ingaggio in linea con quello avuto nell'ultima esperienza all'Inter, di 4 milioni di euro netti, una cifra non indifferente. Sarà una nuova esperienza "esotica" per l'ex calciatore della Sampdoria, dopo quella al Galatasaray di qualche stagione fa, dove comunque il mister si era comportato benissimo.

Per lo Zenit la scelta dovrebbe essere la migliore. Le esperienze con Villas Boas e Lucescu non hanno portato quel qualcosa in più che la dirigenza si aspettava: perciò si è deciso di ritornare a puntare fortemente sulla scuola italiana, che nel trienno di Spalletti ha portato 2 titoli in 3 anni. Ristabilire il primato nazionale, dopo il trionfo di quest'anno dello Spartak Mosca, è l'obiettivo principale della dirigenza: ce la farà Mancini a compiere l'impresa?