Dopo le tante critiche, il capitano dell'Italia, Gianluigi Buffon, è sceso in campo in prima persona rilasciando un interessante intervista al Corriere dello Sport. Andiamo a sentire le sue parole!

Sul pareggio contro la Macedonia: "Se si ha l’ambizione di migliorare e di essere protagonisti, noi all’interno dobbiamo analizzare una prestazione a prescindere dal risultato. E quella di venerdì, non è stata l’espressione migliore della nostra squadra. E’ stata una gara strana perché nel primo tempo non abbiamo fatto male e anzi abbiamo creato 3-4 occasioni e concesso loro solo un tiro. Nella ripresa ci siamo impauriti e non capisco perché visto che loro giocavano sempre allo stesso modo. Se ci hanno creato dei problemi, la colpa è nostra".

Tante le critiche verso i "senatori azzurri": "E' stata tutta una questione psicologica e in situazioni come questa dovrebbero essere i “vecchi” a guidare gli altri. C’è un bisogno immediato di risposte da parte nostra, soprattutto da parte di quelli con più esperienza aiuterebbe tanto, ma il mio punto di vista non cambia e lo ripeto: sta a noi più anziani dare una mano a chi non ha questa esperienza" e soprattutto a Ventura: "Lo sport preferito nell’ultimo periodo è quello di attaccarlo e non lo trovo corretto perché, se per un anno sono stati apprezzati il suo lavoro e i cambiamenti che ha portato, non possono essere uno o due incontri a compromettere questo giudizio positivo. Non aver fatto una prestazione migliore contro la Macedonia e non aver conquistato i tre punti che volevano non può e non deve portare a sindacare sulla bontà dell’allenatore. In questo momento la cosa indispensabile è ritrovare noi stessi, mettere in campo la serenità, la lucidità, la convinzione e la determinazione".

Infine Buffon prova ad indicare la soluzione per uscire da questa situazione: "Dopo prestazioni come quella contro la Macedonia il clima intorno alla Nazionale non può essere buono, ma perché tutto cambi dobbiamo essere noi che abbiamo un senso di appartenenza maggiore a sgravare i più giovani. Sta a noi metterci sulle spalle fardelli in più rispetto agli altri. Dobbiamo ritrovare equilibrio per la trasferta in Albania e poi in vista del prossimo mese. Questo di oggi è un calcio più evoluto. Il livello di competizione è più alto e quindi è tutto più di facile: il ritmo, la fisicità e la forza sono maggiori e anche il più “scemo” tira a 110 chilometri all’ora. Tutto questo fa sì che tu venga sollecitato spesso in condizioni di grande difficoltà e trovare una risposta immediata è obbligatorio se non vuoi rischiare figuracce". 

[fonte testo: Corriere dello Sport]