C'è un tempo per tutto, per soffrire e per piangere, per trattenere il respiro cosi a lungo da essere invisibili in una cartina geografica. C'è un tempo per tutto, per rimanere incastrati tra il Nord e il Sud America, un tempo per crescere e per coltivare i propri sogni perché questi non piovono dal cielo. C'è un tempo e c'è un mondo prima e dopo il 10 Ottobre per Panama che, nella notte Italiana, si è qualificata per la prima volta ad un Mondiale. C'è tanto da dire su paese in cui lo sport principale è, paradossalmente, il baseball ma ieri erano tutti incollati alla TV e all'interno dell'Estadio Rommel Fernandez per una notte che si ricorderà per sempre a quelle latitudini. 

Un incastro di risultati perfetti, un destino che si è schierato apertamente con i giocatori del Panama che, qualche giorno fa, erano stati seppelliti dagli Stati Uniti con un sonoro 4-0. Sembrava la fine di tutto, la fine di un sogno che però non è rimasto tale, ma è diventato realtà nella notte in cui il tragico si è mischiato all'emozione incontrollata. Già perché è proprio la Costa Rica ad andare in vantaggio nel finale del primo tempo prima del pareggio, all'inizio della ripresa, di Gabriel Torres con un gol che definire fantasma è un eufemismo bello e buono. La palla non è mai entrata, ma l'arbitro convalida, risucchiato da quell'onda di entusiasmo che poi si tramuta in paura.

Paura perché le lancette scorrono, la tensione sale ma quando mancano due minuti al termine si fa la storia con Ramon Torres, difensore che gioca negli Stati Uniti. Si ritrova davanti al portiere costaricano ed esplode un destro che si insacca: in quel momento è il caos totale con lo stadio che vibra, tutti invadono il campo e i telecronisti non sanno se descrivere il gol o piangere per qualcosa che forse non rivedranno mai. E' un turbinio di gente colorata che si affolla all'interno di quel sogno che apre gli occhi osservando la realtà, è il Mondiale. Per la prima volta nella sua storia il Panama si qualifica per il campionato del Mondo proprio ai danni degli Stati Uniti che crollano con Trinidad e Tobago.

Finisce nel tripudio, nell'invasione totale, nelle feste in piazze e come ciliegina sulla torta anche la festa Nazionale come comunicato dal governo in un messaggio ufficiale. Il 10 Ottobre si è fatta la storia ed è giusto onorarla, viverla a pieno per una Nazione che adesso ha il suo tempo, respira a pieni polmoni e l'anno prossimo volerà in Russia.