Sarà la sfida dell'Aviva Stadium a decretare chi tra Danimarca ed Irlanda potrà festeggiare il ritorno ai Mondiali. Nulla di fatto dopo il primo atto della sfida tra le squadre di Hareide e O'Neill, andato in scena ieri sera al Telia Parken di Copenaghen. Migliore in campo il portiere ospite, quel Randolph che dopo le parate decisive firmate in Galles si erge a protagonista assoluto anche nella fredda serata danese. Ci prova la squadra di casa, anche se non si sbilancia mai oltre i limiti, conscia della possibilità, a ritorno, di giocarsi persino due risultati su tre. Ciò nonostante le migliori occasioni portano la firma di Eriksen e soci, i quali tuttavia non riescono a sbloccare il punteggio e devono accontentarsi dello 0-0 finale. 

Hareide opta per Cornelius e Sisto ai lati di Jorgensen, scelto al posto di Bendtner, con Eriksen centralmente. Kvist e Delaney in mediana. Qualche novità per O'Neill, che in mediana schiera il giovane O'Dowda con McClean dalla parte opposta; Brady centrale a sostegno di Murphy: un 4-5-1 molto camaleontico ed a specchio rispetto ai rivali. 

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Gara sostanzialmente equilibrata, nella quale i temi della vigilia sono stati ampiamente confermati. Danimarca a fare la partita, provando a ribaltare repentinamente il fronte dell'azione per cercare varchi nella difesa molto chiusa ed organizzata degli irlandesi: ci prova Stryger Larsen dopo dieci minuti, imbeccato da un lancio dalle retrovie, ma il suo mancino trova Randolph reattivo, sia sulla sua conclusione che su quella di Cornelius. Prova ad entrare in partita anche Eriksen, anche se le pochissime zolle di prato a lui disponibili ne limitano l'operato: due i suoi tentativi, al ventesimo e dieci minuti più tardi, entrambe dalla distanza; la migliore occasione è quella che nasce dalla respinta errata di Randolph sulla seconda bordata, sulla quale Sisto apre il piatto destro, non trovando però l'angolo basso. Gli ospiti si vedono soltanto in ripartenza, con Christie sulla destra che impegna Schmeichel prima dell'intervallo. 

I ritmi, già di per sé tutt'altro che esaltanti, crollano sensibilmente nella ripresa, con l'idea del secondo atto ad iniziare a balenare nella testa dei protagonisti. Situazione che avvantaggia chiaramente l'intento dell'Irlanda, che riesce a chiudersi a riccio all'interno della propria trequarti prima di ripartire - sporadicamente - in contropiede. Ne conseguono pochissime occasioni da rete, con la Danimarca che si affida a sterili conclusioni dalla distanza, mentre gli irlandesi quasi mai si vedono dalle parti di Schmeichel. Poulsen non trova il bersaglio dalla lunga, mentre l'ingresso di Bendtner per Hareide cambia sostanzialmente poco, con i cross provenienti dalla distanza sempre preda di Duffy e soci. E' proprio il centrale ospite, a due minuti dalla fine, a risultare il più pericoloso della ripresa: sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti svetta in area e gira in porta, sfiorando la beffa per i danesi. L'ultima occasione è dei padroni di casa: Stryger Larsen pennella al centro dalla sinistra, ma l'incoronata di Poulsen - centrale - trova attento ancora Randolph.

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Il fortino irlandese resiste all'assedio finale dei danesi, rimandando il discorso alla gara di ritorno, quando gli spazi saranno un minimo più aperti. Difficile tuttavia prevedere un atteggiamento maggiormente garibaldino da parte degli irlandesi, la cui arma principale resta quella dell'organizzazione e della solidità della fase difensiva, anche se l'entusiasmo del pubblico di Dublino potrebbe fare la differenza. Ci si poteva aspettare qualcosa in più da parte della Danimarca, le cui iniziative sono state frustrate sul nascere dalla densità fatta dagli ospiti nella trequarti. Ad Hareide ed Eriksen il compito di trovare la chiave necessaria per scardinare il bunker nella gara dell'Aviva Stadium. Nel frattempo, il ghigno di O'Neill è di chi è conscio dell'enorme possibilità sulla propria racchetta.