La Vestfalia è una delle regioni più importanti, dal punto di vista storico-politico, in Germania. Terra di grandi condottieri, dai prussiani a Carlo Magno; ma anche terra di pace e prosperità (qui fu siglata la tregua definitiva per la Guerra dei Trent'anni). Al suo interno vi è il famoso bacino della Ruhr, fulcro industriale della Germania che conosciamo oggi, poi dilaniato dalle due guerre mondiali. Il mondo novecentesco si stropicciava gli occhi di fronte alle grandi fabbriche tra il Reno e il Weser. Una di queste, probabilmente, è ancora attiva ed efficace come poche. Il Borussia Dortmund non lo scopriamo di certo oggi, ma la lungimiranza dei dirigenti gialloneri costringe (ogni estate) a togliersi il cappello. "Chapeau" direbbe qualcuno. Fatto sta che dalle parti ad est del Reno sanno davvero come si fa. Respirano calcio e dopo gli anni bui del fallimento hanno affrontato la situazione "di petto". Grandi uomini, tifosi superlativi e attaccamento alla maglia a tratti esasperato. Il tutto condito da una spruzzata di talento che al Westfalen Stadion non deve mai mancare. Il progetto, a lungo termine, pareva culminare con la finale di Champions del 2013, poi vinta dal Bayern di Heynckes. In realtà quello era solo un punto di partenza. Dopo il rischio retrocessione con Klopp era arrivato il momento di cambiare. L'arrivo di Tuchel è una svolta: tecnico giovane e molto preparato, un mix tra il suo predecessore e Pep Guardiola (dal quale tutti in Germania hanno imparato qualcosa). Il resto è storia recente, ovviamente ancora da scrivere. Ebbene, il mercato del Borussia è l'esaltazione della strategia e della progettazione: da un lato gli addii inevitabili di alcuni pezzi da novanta, dall'altro l'innesto di giovani talenti (sempre sotto i 25 anni) sconosciuti o semi-sconosciuti. Ma dalle parti di Dortmund lo "sconosciuto" non è mai esistito e, grazie ad una perfetta rete di scout e osservatori, si riescono a scovare i migliori prospetti, in anticipo sulla concorrenza. Sucessivamente, la palla passa alle officine giallonere, che hanno il compito di formare questi baldi giovani e buttarli nella mischia. Nulla viene lasciato al caso, ogni dettaglio può essere decisivo. Il ricambio generazionale è qualcosa di continuo, perpetuo e l'ambiente (sano e infuocato) è il terreno più fertile per questo processo.

Il primo, fra gli illustri addii estivi, è stato quello di Mats Hummels, tornato alla casa madre (Bayern Monaco) dove era calcisticamente cresciuto. Il suo trasferimento ha fruttato alle casse del Dortmund circa 38 milioni di euro. Successivamente ha salutato anche Ilkay Gundogan che, nonostante fosse alle prese con una distorsione al ginocchio, si è accasato alla corte di Pep Guardiola (a Manchester, sponda City). La partenza del tedesco, di origini turche, si è concretizzata per una cifra attorno ai 27 milioni. Non si è fatto attendere anche l'addio del numero 10 giallonero Henrikh Mkhitaryan. L'armeno andrà a far coppia con Zlatan Ibrahimovic allo United, nella speranza di riaccendere la passione dalle parti di Old Trafford.

Ma c'è chi lascia il cuore a Dortmund e chi corre per tornarselo a prendere. Mario Gotze ha riabbracciato la sua ex squadra dopo il funesto addio del 2013. Il suo ritorno fa scendere la lacrimuccia. Allora fu sostituito da Mhkitaryan, adesso è lui a sostituire l'armeno. La "10" resta comunque in buone mani. Un'altra freccia, per l'arco di Tuchel, arriva dal Wolfsburg, dove Andre Schurrle è il prescelto per la fascia destra del Borussia. Il lungimirante Michael Zorc versa ben 30 milioni nelle casse dei bianco-verdi ma l'operazione è di tutto rispetto. E adesso arriva il bello. Basterebbe elencare la permanenza di campioni quali Schmelzer, Piszczek, Reus e Aubameyang per far impallidire la concorrenza in patria e in Europa, ma questa società è nata per stupire. Organizzazione e sacrificio permettono di arrivare sempre PRIMA degli altri e i risultati sono garantiti. Il primo dei ragazzini terribili, predestinati per la casacca giallonera, era stato ufficializzato in inverno. Si tratta di Mikel Merino, centrocampista spagnolo (nato a Pamplona), prelevato dall'Osasuna. Classe 1996, viene pagato 3,75 milioni dopo aver vinto l'Europeo Under 19 lo scorso anno (con le giovanili delle Furie Rosse). Il secondo acquisto pesante, in chiave futura, è quello di Ousmane Dembelé, ex dribblomane del Rennes, prelevato per 15 milioni. Si tratta di un talento purissimo, cristallino (si vedano le recenti amichevoli estive e il gol contro lo United a Shangai), già nel giro della nazionale francese Under 21. Stando alle ultime prestazioni, tra questi giovanissimi, Dembelè appare forse il più pronto ai grandi palcoscenici. Tuttavia non bisogna dimenticarsi un altro (l'ennesimo) colpo importante di questa sessione estiva: trattasi di Emre Mor, talentino turco già paragonato a Messi. E' il giocatore più giovane, nella storia degli Europei, ad aver realizzato un assist. Le sue prestazioni in Francia e la giovane età lasciano spazio ad un futuro scintillante. Per non farsi mancare nulla, Zorc mette le mani anche su Marc Bartra, talento scuola Barcellona in attesa dell'esplosione definitiva. Soffiato alla Fiorentina, il giovane spagnolo è chamato a sostituire Hummels nel cuore del reparto difensivo. Un'eredità pesante, ma pienamente alla portata del talentino. Come se non bastasse la finale di Euro 2016 consegna al mondo un altro grande calciatore di prospettiva: Raphael Guerreiro, terzino sinistro classe 1993 del Lorient. Peccato che il Borussia se lo sia già assicurato da un mese, per "soli" 12 milioni. Da non sottovalutare anche gli arrivi dell'ex Bayern Rode e di Orel Mangala, gioiellino dell'Anderlecht, per rinforzare il centrocampo. Insomma, gli ingredienti ci sono, la ricetta anche. Non resta che lasciare carta bianca allo "chef" Thomas Tuchel che non avrà tanta esperienza ai fornelli ma di certo ama i piatti (e i calciatori) di prima qualità.