E' il Cile di Juan Antonio Pizzi la seconda finalista della Copa America del Centenario, che affronterà domenica a East Rutherford, New Jersey, l'Argentina nell'atto conclusivo del torneo, per il remake della finale di Santiago dello scorso anno. La Roja vince infatti una partita caratterizzata da un nubifragio (due ore e mezza di interruzione tra primo e secondo tempo) al Soldier Field di Chicago contro la Colombia di Josè Pekerman, colpita a freddo dalle reti di Aranguiz e Fuenzalida. Ai Cafeteros non basta invece l'orgoglio di James Rodriguez e dei suoi compagni, costretti a giocare anche in inferiorità numerica per mezz'ora a causa dell'espulsione di Carlos Sanchez e ora attesi dalla finalina per il terzo posto contro i padroni di casa degli Stati Uniti. 

Al Soldier Field di Chicago, Illinois, Josè Pekerman sorprende tutti lasciando in panchina Carlos Bacca, sostituito dall'inizio da Roger Martinez come punta centrale, ai cui lati agiscono James Rodriguez e Juan Cuadrado. In porta l'eroe dei quarti contro il Perù David Ospina, linea difensiva a quattro composta da Arias, Zapata, Murillo e Fabra, a centrocampo ancora spazio a Sanchez, Cardona e Daniel Torres. Juan Antonio Pizzi deve invece far a meno di Arturo Vidal, rimpiazzato da Hernandez in mezzo al campo vicino a Francisco Silva. Alexis Sanchez ed Edu Vargas di punta, con Fuenzalida che spinge costantemente sull'out destro. Davanti a Claudio Bravo ecco Isla, Medel, Jara e Beauseajour. 

L'avvio di partita è da incubo per la Colombia, già in svantaggio dopo cinque minuti, quando Fuenzalida sfonda sulla destra contro un Fabra in confusione, mette in mezzo un pallone sul secondo palo che Cuadrado ributta clamorosamente in area, dove il più lesto ad avventarsi è Charles Aranguiz, che brucia Murillo e fredda Ospina per l'1-0. E' il primo gancio che stordisce i cafeteros, presi in velocità sulle due corsie e costretti a capitolare poco dopo, con Alexis Sanchez servito in verticale che calcia sul palo alla destra di Ospina: sulla ribattuta è un gioco da ragazzi ribadire in rete per Josè Pedro Fuenzalida, grande protagonista dei primi dieci minuti di gioco. La Colombia prova a riorganizzarci affidandosi a James Rodriguez, e il numero dieci del Real Madrid prende per mano i suoi, prima imbeccando Martinez che impegna Bravo in una parata a terra, poi provando un sinistro al volo dal limite che però finisce sul fondo. E' il mometo migliore per gli uomini di Pekerman, che sfiorano il gol con Arias e su azione da calcio d'angolo, con Claudio Bravo che si esalta in una sorta di tiro al bersaglio.

Nel finale di tempo la Roja torna però in controllo del match, soprattutto grazie al palleggio di Silva e Aranguiz, mentre Hernandez, infortunato, deve lasciare spazio a Pulgar. Sanchez e Vargas combinano alla perfezione e mettono spesso in affanno Zapata e Murillo, ma il Cile dà la sensazione di accontentarsi e torna negli spogliatoi sul 2-0.

Proprio nell'intervallo si scatena un violento nubifragio su Chicago, che induce l'arbitro Aguilar a decretare la sospensione del match per oltre due ore e mezza.

Quando finalmente le due squadre rientrano in campo (all'alba italiana), Pekerman inserisce Marlos Moreno per Cardona, nella speranza di allargare il campo. La mossa produce subito i suoi effetti: prima Torres reclama un rigore per un'entrata fuori tempo nell'acquitrino del Soldier Field, poi è proprio Marlos a centrare l'esterno dalla rete da posizione defilata. Ancora James Rodriguez impegna Claudio Bravo in una parata in due tempi su sinistro dal limite, poi non trova il nuovo entrato con un filtrante di poco lungo.

Il furore agonistico dei Cafeteros viene però prematuramente spento dall'arbitro Aguilar, che punisce con il secondo cartellino giallo un'entrata non dura di Carlos Sanchez, che saluta così in anticipo la sua Copa America. In superiorità numerica il Cile torna a palleggiare come sa, per verticalizzare in maniera improvvisa: Alexis Sanchez è steso clamorosamente in area da Zapata (ma per Aguilar non è rigore), mentre Pulgar costringe a una bella parata Ospina su colpo di testa.

Sono le ultime emozioni della partita, anche perchè gli altri cambi di Pekerman - Perez per Fabra e Bacca per Cuadrado - non modificano l'inerzia della semifinale. Nel finale c'è tempo solo per qualche scaramuccia di troppo a centrocampo, mentre la Roja può festeggiare il ritorno in finale a un anno di distanza dal trionfo di Santiago.