Le lacrime versate sul campo del MetLife Stadium di East Rutherford, New Jersey, al termine di un'altra finale di Copa America - stavolta quella del Centenario - persa ai rigori contro il Cile, lasciavano presagire una decisione che ha del clamoroso: Leo Messi non giocherà più con la camiseta albiceleste della sua Argentina, a meno di ripensamenti delle prossime settimane.

Evidentemente la quarta sconfitta in carriera con la Selecciòn, avvenuta anche a causa di un rigore calciato alle stelle dalla Pulce (il primo a presentarsi sul dischetto per il Tata Gerardo Martino, da vero capitano), ha generato nel cinque volte Pallone d'Oro un vortice di emozioni difficile da controllare. Anche durante la sequenza sciagurata dei penalty dei suoi compagni di squadra (errore di Lucas Biglia, gol di Javier Mascherano e Sergio Aguero), Leo Messi non smetteva di disperarsi al centro del campo, infilando a lungo la testa sotto la maglietta, quasi per non vedere ciò che si stava materializzando esattamente un anno dopo, vale a dire un altro doloroso k.o., da favoriti, contro la Roja di Alexis Sanchez e di Juan Antonio Pizzi. Poi, dopo una premiazione che vedeva esultare il compagno di club al Barcellona Claudio Bravo, ecco le parole pronunciate negli spogliatoi dinanzi a una folla di cronisti assiepati per ascoltarlo: "E' un momento difficile per fare qualsiasi analisi - dice la Pulce - nello spogliatoio ho pensato che la mia avventura con la nazionale è appena terminata. Non fa per me, è ciò che sento adesso. Un'altra volta una grande delusione, una tristezza enorme. Ho sbagliato il primo rigore, che era importantissimo. Per il bene di tutti è meglio così. Non possiamo essere soddisfatti per aver perso un'altra finale. Volevo fortemente vincere, essere campione con la mia Argentina. Non ci sono riuscito, non ce l'ho fatta". 

Subito dopo, ecco le reazioni degli altri protagonisti della finale della Copa America del Centenario in maglia albiceleste. "Leo ha già vissuto situazioni come questa - spiega Sergio Aguero - spero che possa cambiare idea, è il migliore al mondo e deve continuare a guidarci. Non c'è altro da dire". Anche Romero, il portiere che aveva illuso la Selecciòn neutralizzando il primo rigore di Arturo Vidal, confessato di "non riuscire a immaginare a un'Argentina senza Messi". Una storia d'amore molto tormentata quella tra il numero dieci del Barcellona e l'Albiceleste, contrassegnata da quattro sconfitte in altrettante finali (tre in Copa America, 2007, 2015 e 2016 e una ai Mondiali in Brasile 2014 contro la Germania) e più in generale da aspre critiche sul suo rendimento, giudicato spesso non conforme ai livelli espressi con la maglia blaugrana sulle spalle. Probabilmente per questioni di sistemi di gioco, certamente ora anche per difficoltà psicologiche di un gruppo dall'enorme potenziale che però non riesce a compiere l'ultimo passo verso il trionfo in una grande manifestazione. Ci sarà dunque il Cile a rappresentare il Sudamerica nella Confederations Cup dell'anno prossimo, antipasto dei Mondiali di Russia del 2018, le cui qualificazioni riprenderanno a settembre. La speranza, per tutti gli appassionati di calcio, è che sia ancora Leo Messi a indossare la fascia di capitano della Selecciòn, e che l'annuncio di una notte di mezza estate nel New Jersey sia solo uno sfogo per la tanta tensione accumulata.