Non può essere solo frutto del caso. Il Real approda alla finale di Coppa con merito. Un concerto di stelle in campo, in panchina un fuoriclasse vestito di tutto punto. Zidane è l'uomo del momento, l'uomo del Presidente. Un azzardo positivo. Senza esperienza di panchina, al centro del Bernabeu, soggetto al giudizio senza appello del popolo blanco. A Milano - stadio San Siro - il coronamento di un percorso. 

Credo di essermi meritato di essere qui. Ho lavorato tanto, io come i giocatori, per arrivarci. Ho fiducia nel lavoro, abbiamo sofferto ma lo sappiamo fare. Real e Atletico si sono meritate questa finale”

Il passaggio - da campo a panchina - comporta un'emozione diversa. Zidane si gode l'avvicinamento alla partita di questa sera, assapora l'atmosfera, per nulla intimorito dall'evento. In questo, almeno a parole, si avvicina al collega Simeone. La pressione non necessariamente grava sulle spalle, può fungere anche da trampolino. 

“Sono arrivato in finale da giocatore, da secondo, ora da primo allenatore. Mi piace la pressione, mi piace essere teso prima di una partita. Ancelotti a Lisbona mi diceva che erano tensioni diverse. E aggiungeva ‘Speriamo che un giorno tu le possa provare in prima persona’. Due anni dopo, eccoci qui”

L'interpretazione della sfida è importante, il risultato non può determinare il giudizio sulla stagione. Parole di circostanza, Zidane distoglie lo sguardo dall'eccezionalità dell'evento, ostenta tranquillità, è il gioco delle parti. 

“Non credo che perdere renderebbe la stagione fallimentare. Nessuno può toglierci quello fatto in questi mesi. Solo se sbagliassimo completamente l’atteggiamento. Ma non succederà. Siamo pronti, manca una notte. Si tratta di dormire e poi giocare una grande finale. Per me è la ciliegina sulla torta”.

Chiusura dedicata al suo Real. Non solo giocatori sopraffini, ma ragazzi disposti al sacrificio. Zizou conosce l'importanza del gruppo, la qualità deve poggiare su principi d'insieme per emergere prepotente. Correre, concetto chiave, specie se di fronte c'è l'Atletico del Cholo

“I valori del Real sono sempre gli stessi: unità, impegno, solidarietà coi compagni. E poi mettiamo in campo la qualità. La prima cosa è difendere, poi abbiamo le armi per attaccare. Ma soprattutto dovremo correre. Correre, correre e correre

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo