Difficile immaginare un palcoscenico migliore di Milano, San Siro, per una finale di Champions League che è anche e soprattutto un derby. Alla Scala del calcio si trasferisce per una notte la spietata rivalità tra Real e Atletico Madrid, nel remake dell'adrenalica sfida di Lisbona 2014. Tensione, tattica, dettagli, tutto farà parte dell'atmosfera dell'ultimo atto della massima rassegna continentale per club. La voglia di rivincita, quella di riconfermarsi e di alzare l'Undecima, sono solo alcuni degli ingredienti di questa finale in salsa spagnola, con Milano che torna per un attimo al centro dell'attenzione del panorama internazionale, stavolta come teatro di una battaglia sportiva tra due squadre opposte per stile e tradizione.

REAL MADRID 

Stato di forma

I merengues sono fermi - esattamente come i cugini - da due settimane, quando vinsero a La Coruna in casa del Deportivo con l'ennesimo show di Cristiano Ronaldo. Durante tutto l'arco del suo mandato, Zinedine Zidane, subentrato a Rafa Benitez a inizio gennaio, è stato attentissimo a migliore la condizione atletica del suo gruppo, attuando un turnover quasi scientifico tra Liga e Coppa, sfruttando la precoce eliminazione dalla Copa del Rey per i noti pasticci di Cadice. Gli ultimi quattordici giorni a Valdebebas sono serviti a preparare la finale, sia dal punto di vista tattico che psicologico, fattore non trascurabile in una sfida tanto delicata come può essere un derby, l'ultimo di una lunga serie peraltro. Zizou ha concesso anche qualche giorno di riposo ai suoi, consapevole dell'importanza di arrivare al fischio d'inizio di San Siro con i nervi distesi ma con la concentrazione al top. Il suo Real è reduce da una striscia clamorosa di vittore in campionato, ben dodici, che ha condotto i blancos a un passo dal titolo di campioni di Spagna, poi vinto in volata dagli arcirivali catalani del Barcellona.

Ultima sconfitta proprio nel derby di ritorno, una scheggia di Antoine Griezmann conficcata dietro la schiena di Keylor Navas, nel momento più basso di tutta la stagione merengue. Di lì in poi la svolta, con Gareth Bale tornato a pieno regime, Cristiano Ronaldo più positivo nell'atteggiamento nei confronti dei compagni, e una gran cavalcata in Europa, sublimata dalla remontada contro il Wolfsburg e dalla tiratissima semifinale - decisa dal gallese - contro il Manchester City dell'ex Manuel Pellegrini.

Le parole della vigilia 

Zizou non si è nascosto le difficoltà derivanti dal dover affrontare una squadra tosta come l'Atletico Madrid: "Sarà una partita dura, ma lo sappiamo già. Il loro gioco funziona con tutti, non solo contro di noi. Sarà molto importante non subire gol e rimanere sempre concentrati. Ci sarà da correre e da stare attenti quando non avremo il pallone tra i piedi, poi in attacco abbiamo le nostre armi per colpirli. Ho un gran ricordo di Ancelotti, gli sono rimasto molto affezionato. Cristiano Ronaldo? E' al cento per cento, ha avuto un problemino in settimana, ma nulla a che vedere con l'infortunio che aveva subito un mese fa durante la semifinale contro il City". Gli fa eco Sergio Ramos, eroe di Lisbona, lapidario: "Abbiamo la stessa fame di due anni fa, vogliamo vincere a tutti i costi".

Probabile formazione

Undici già fatto per il tecnico transalpino, che si schiererà con il suo 4-3-3, mai modificato durante la sua permanenza sulla panchina merengue. In porta il confermatissimo Keylor Navas, sugli esterni di difesa Dani Carvajal a destra, preferito a Danilo, e Marcelo sulla corsia opposta. Centrali Pepe (Varane out per infortunio muscolare) e Sergio Ramos, davanti alla difesa il brasiliano Casemiro, con Luka Modric e Toni Kroos da mezze ali. In attacco la BBC, ovverosia il tridente formato da Gareth Bale, Karim Benzema e Cristiano Ronaldo. In panchina Isco e James Rodriguez, insieme a Jesè. Dubbio Mateo Kovacic, con Nacho unico centrale difensivo di ruolo rimasto a disposizione dello staff tecnico blanco.

(4-3-3): Keylor Navas; Dani Carvajal, Pepe, Sergio Ramos, Marcelo; Modric, Casemiro, Kroos; Bale, Benzema, Ronaldo. 

ATLETICO MADRID

Stato di forma

I colchoneros hanno chiuso il campionato con una vittoria in casa contro il Celta Vigo di Eduardo Berizzo, finendo così terzi in Liga alle spalle di Barça e Real. Decisiva nella corsa verso il titolo l'inopinata sconfitta a Valencia contro un Levante già retrocesso, subita peraltro in rimonta dopo una rete di Fernando Torres. Anche Simeone ha quindi potuto lavorare per settimane per preparare la finale, avendo a disposizione l'intera rosa. Durante l'anno il Cholo non ha quasi mai praticato il turnover, privilegiando e promuovendo la filosofia del partido a partido, di una gara alla volta, senza guardare troppo avanti. La condizione atletica dei suoi è stata sempre straripante grazie al lavoro del guru dell'Atletico, el Profe Ortega. El Mono Burgos è il vice molto ascoltato da Simeone, che si è guadagnato la seconda finale di Champions della sua carriera eliminando corazzate come Barcellona e Bayern Monaco, in un crescendo rossiniano che vorrebbe terminasse con un assolo proprio alla Scala del Calcio. 

Le parole della vigilia

"Per il Real Madrid Casemiro è più importante di Cristiano Ronaldo". Questa la provocazione del tecnico argentino in conferenza stampa, che ha evidentemente individuato nel mediano brasiliano l'uomo di equilibrio dello schieramento avversario. "Nessuna vendetta - ha poi ammonito il Cholo - siamo qui per vincere, ciò che è accaduto a Lisbona è il passato. Questa è un'altra partita, loro sono cambiati molto, ma noi siamo pronti ad affrontare qualsiasi situazione. Arriviamo a Milano in ottime condizioni, dobbiamo solo eseguire il nostro piano partita". Accanto a lui Fernando Torres, cresciuto nella cantera roquiblanca e tornato alla base dopo i successi al Liverpool e al Chelsea: "Per me è un sogno poter disputare la finale di Champions League con la maglia della squadra che amo fin da bambino - ha dichiarato il Nino - vincere qui sarebbe una gioia imparagonabile rispetto a quanto già conquistato in carriera".

La probabile formazione

Anche per Simone non ci sono dubbi: il Cholo schiererà a San Siro l'undici che gli offre maggiori garanzie e che lo ha condotto fino a Milano. Quindi Oblak tra i pali, linea difensiva a quattro con Juanfran e Filipe Luis sugli esterni, i due uruguagi Josema Gimenez e Diego Godìn centrali. A centrocampo spazio a Gabi e Augusto Fernandez in mezzo, con Saul Niguez e Koke più larghi ma con licenza di accentrarsi nelle due fasi. Antoine Griezmann e Fernando Torres di punta. In panchina il gioiellino belga Yannick Ferreira Carrasco, jolly utilizzabile come esterno offensivo e come seconda punta. Altri possibili cambi a gara in corso potrebbero riguardare il ghanese Thomas, l'argentino Correa e il giovane Matias Kranevitter, nonostante quest'ultimo sia stato schierato pochissimo dal suo allenatore da gennaio in poi (arrivato in inverno dal River Plate). 

(4-4-2): Oblak; Juanfran, Gimenez, Godìn, Filipe Luis; Saùl Niguez, Gabi, Augusto Fernandez, Koke; Griezmann, Fernando Torres.

I precedenti 

- Sono sei i derby europei disputatisi tra Real e Atletico (quattro vittorie per i blancos, un pareggio e un successo per i colchoneros). Il più recente è il quarto di finale Champions 2015 (0-0 al Calderòn, 1-0 al Bernabeu con gol del Chicharito Hernandez).

- Seconda finale di Champions League tra le due squadre di Madrid: al Da Luz di Lisbona nel 2014 terminò con il punteggio di 4-1 in favore del Real dopo i tempi supplementari (reti di Godìn, Sergio Ramos, Bale, Ronaldo e Marcelo).

- Nelle ultime tre stagioni il bilancio dei derby di Liga è ampiamente favorevole all'Atletico, che ha vinto sei delle ultime otto sfide, senza perdere mai.

- In Copa del Rey le due squadre si sono spartite la posta nel 2014 (3-0 3 e 2-0 per il Real di Ancelotti) e nel 2015 (2-2 e 2-0 per l'Atletico di Simeone). Colchoneros che possono vantare anche una vittoria in finale per 1-2 al Bernabeu nel 2013, quando allenatore del Real era Josè Mourinho.