Il cielo di Milano si colora di Blancos, almeno per una notte, quella notte, quella delle stelle e dei sogni. Il Real Madrid è Campione d'Europa per l'undicesima volta nella sua storia, la seconda negli ultimi tre anni. La finalissima, l'ultimo atto della competizione più bella al mondo, è finita nel modo più atroce ed imprevedibile. Ai calci di rigore, il Madrid l'ha spuntata, ancora una volta contro gli acerrimi nemici dell'Atletico Madrid. Il match, terminato sull'1-1, è arrivato fino ai rigori conclusivi dove ha sbagliato il solo Juanfran. A decidere il match, e a regalre la coppa dalle grandi orecchie, è stato ancora Ronaldo, autore di un match difficile, ma sugellato la rigore finale, quello decisivo, quello dell'undecima.

Il rigore decisivo di CR7. Fonte: it.uefa.com
Il rigore decisivo di CR7. Fonte: it.uefa.com

Giunto nel bel Paese con l'unico dubbio legato alle condizioni fisiche di Cristiano Ronaldo, Zinedine Zidane propone quella che in Spagna viene chiamata 'Onze de Gala'. Dunque, formazione tipo per il Real Madrid di Zizou che davanti al costaricense Keylor Navas, sceglie la difesa a quattro con Marcelo, Pepe, Ramos e Carvajal, preferito ormai da tempo al più allegro Danilo. Il centrocampo è scandito dalle giocate di Modric e Kroos, con l'equilibratore Casemiro a fare da diga nel mezzo. Anche in avanti ci sono i migliori con la famigerata BBC a mettere paura al Cholo: Bale, Benzema, Cristiano.

Se il Real si schiera con il classico schema tattico, anche l'Atletico Madrid risponde mettendo sul prato di San Siro uomini e attegiamenti già noti. Simeone non tradisce le attese scegliendo gli uomini che lo hanno giudato fino all'atto finale; davanti ad Oblak, il Cholo risolve l'unico dubbio di formazione con Savic che va a fare coppia insieme a Godin nel mezzo. Le corsie invece, vengono presidiate dagli stantuffi Juanfran e Filipe Luis. Il centrocampo, anch'esso a quattro, prevede Saul e Koke larghi, con Capitan Gabi e Augusto ad ereggere il muro rojiblanco. In avanti, licenza di uccidere per i soliti due: Torres e Griezmann.

Ramos e Bale. Fonte: it.uefa.com
Ramos e Bale. Fonte: it.uefa.com

Inaugurata dalle voci internazionali di Alicia Keys e Andrea Bocelli, la finale di San Siro si dimostra fin dai primi istanti piena di tensione ed agonismo. Sorretti da un 'aficion' davvero caliente, Real e Atletico si gettano nella battaglia di un Meazza bello come mai negli ultimi anni. Dopo qualche scaramuccia iniziale, la fase di studio termina al 4' quando l'ottima corsia destra dei colchoneros mette Koke nelle condizioni di calciare in porta. Il destro del 6 però, non crea problemi a Navas che giustamente rimpovera i suoi. 
La reazione del Real è veemente ed immediata: passano una manciata di istanti e la velocità di Bale diventa un fattore. Steso da Gabi all'altezza del vertice destro dell'area di rigore, il gallese si incarica di calciare una punizione che diventa assist pregiato per Casemiro. Il tap-in da due passi del brasiliano sembra valere il vantaggio Blancos, ma Oblak non è dello stesso avviso andando a togliere la sfera dai pali proprio all'altezza della linea. 
L'occasione, grossa, maturata in avvio, galvanizza gli uomini di Zizou che al minuto 15 si ripropongono nell'area avversaria per svettare sulla punizione di Kroos. Stavolta, lo schema riesce alla perfezione con Bale che prolunga la sfera quel tanto che basta per creare scompiglio davanti a Oblak. Nel mucchio, il più lesto di tutti è il solito Sergio Ramos che sguscia a Savic e anticipa Oblak. La sfera passa lenta e befferda tra le gambe dello sloveno che stavolta non può evitare il peggio. 

La zampata di Sergio Ramos per il vantaggio Real.  Fonte: it.uefa.com
La zampata di Sergio Ramos per il vantaggio Real. Fonte: it.uefa.com

Colpito nell'orgoglio e nelle proprie convinzioni, l'Atletico sparisce dal campo concedendo spazio tra le linee a un Real concentrato e cattivo. Il leitmotiv della seconda metà di tempo sta tutto nel recupero palla Blancos, e nella capacità da parte degli uomini di Zizou di ripartire veloci. 
Dopo aver resistito all'attacco sempre rapido e ficcante dei cugini, l'Atletico fa salire il proprio baricentro, e sotto i dettami di Cholo Simeone, inizia a produrre un minimo di pericolo nella metà campo avversaria. L'arcere colchoneros però, è il solo Griezmann, spesso costretto a sviare dalla ferrea marcatura di Ramos per rendersi pericoloso. Il francese si fa vedere tra le linee per ben tre volte, ma per altrettante circostanze il suo tiro non crea difficoltà a Keylor Navas, che insieme agli altri 21 protagonisti torna negli spogliatoi con l'1-0 in favore del Real. 

L'intervallo porta consigli a Simeone che esce dagli spogliatoi con un uomo e con un atteggiamento diverso: passano appena 46'' dall'ingresso in campo di Carrasco e dal conseguente kick off della ripresa quando Pepe, in modo sciocco, travolge Torres all'imbocco dell'area di rigore. Clattenburg non esita indicando con il braccio il dischetto: rigore per l'Atleti! 
Dagli undici metri si presenta l'uomo più caldo tra i colchoneros, mister 32 gol in stagione Antoine Griezmann. Keylor Navas prova a distrarlo, Clattenburg se ne accorge e lo ammonisce; poi, mette il fischietto alla bocca e da l'ok per il tiro. Griezmann non tentenna, rincorsa brevee tiro potente. Il pallone però, va ad incocciare sulla traversa interna prima di rientrare in campo befferdo. 

Nonostante il contraccolpo psicologico del rigore sbagliato, i materassai di Madrid sembrano un'altra squadra rispetto a quelli che erano stati i primi 45'. Finalmente, le idee di calcio di Simeone si fanno vedere anche sul prato del Meazza con i tifosi colchoneros che incitano la squadra ad una reazione che arriva. 
Il baricentro alto del centrocampo rojiblanco e la poca reattività del Madrid sui palloni vaganti, fanno cambiare il vento ai ciuffi d'erba di San Siro. Koke prova a cercare gloria con un destro da lontano, poi Saul Niguez si avvita cercando il gol del secolo. La precisione non è delle migliori, ma la sensazione è quella che il match possa riequilibrarsi da un momento all'altro. 
E invece, nella parte centrale della ripresa, un Real a basso regime riesce a rendersi ugualmente pericoloso. Un CR7 palesemente in ritardo di condizione e un Bale nel fiore delle propie potenzialità mettono i brividi a Simeone, salvato qualche minuo dopo dall'uscita disperata di Oblak su Benzema. Altri minuti, e nella confusione generale di un match ormai senza molti schemi, il Real Madrid sfiora due, anzi tre volte, il gol che le darebbe l'undecima. 
Nella fragile difesa dell'Atletico Isco si incunea creando panico e presupposti per il gol che Cristiano sciupa cercando un ricamo di tacco. Oblak si salva ancora con il petto, mentre sulla respinta, il tiro di Bale viene salvato sulla linea da un difensore colchonero. 

E' il momento decisivo, la sliding doors di questa finale che un minuto dopo, in modo assolutamente inatteso, si riporta in equilibrio. Gabi scucchiaia verso lo stantuffo Juanfran, perfetto nell'intuizione che lo porta a mettere nel mezzo un cross di prima. La palla passa davanti a Keylor Navas arrivando fin sul secondo palo dove la battaglia tra neo entrati viene vinta dal belga Carrasco, che si getta in anticipo sul pallone freddando il Real. 

La gioia di Carrasco dopo il pari. Fonte: it.uefa.com
La gioia di Carrasco dopo il pari. Fonte: it.uefa.com

L'inatteso pareggio cambia le carte in tavola ad un match che sembrava incanalato verso la direzione Blancos. I dieci minuti rimanenti si fanno incandescenti, soprattutto grazie alla verve dello stesso Yannick Carrasco che al 91' quasi si invola in solitario verso la porta. Sergio Ramos entra in scivolata falciando l'avversario ma rimediando solo un giallo che non accontenta Gabi e Cholo. Così, proprio sulle polemiche Atleti, Clattenburg dice che bisogna proseguire per altri 30'.

In avvio di primo supplementre, il Real prova una reazione poco ragionata che infatti non porta a nulla di buono. Dall'altra parte invece, l'Atletico pare più in palla e soprattutto con lo scatenato Carrasco semina il panico sulla fascia mancina. Le occasioni, quelle concrete, tardano però ad arrivare, e il match sembra quasi tornare tra i piedi del Madrid. 
Ronaldo strappa il campo, salta un uomo e crea superiorità. La sfera finisce verso il centro dove Isco apparecchia per il destro a botta sicura di Bale, chiuso in modo decisivo da una selva di coscie color rojiblanche. 

Anche il secondo supplementare si apre con il Real in avanti; un Ronaldo stremato da il via all'azione che Casemiro chiude con un destro troppo alto sopra la traversa. Oltra alla tensione, il fattore decisivo è la stanchezza; a pagarne le conseguenze sono un po tutti, e in particolare Filipe Luis, costretto ad abbandonare il campo per Lucas Hernandez
Gli ultimi minuti sono pieni di tensioni, paure e stanchezza. Le squadre provano a pescare il jolly vincente, con il Real in particolare che trovando delle energie extra mette alla frusta la difesa del Cholo. Carrasco si fa male e lascia i suoi in dieci, ma alla fine nè l'una nè l'altra riesce nell'impresa di evitare i penalty.

Koke e Ronaldo in azione. Fonte: it.uefa.com
Koke e Ronaldo in azione. Fonte: it.uefa.com

Sotto la curva nord dedicata ai tifosi del Real Madrid, l'elemento più crudele del gioco del calcio, i penalty, decidono la finale. Il primo, Vazquez, calcia perfettamente. Dall'altra parte, Griezmann scaccia i fantasmi del precedente rigore, calciando in modo preciso. Sull'1-1, Marcelo trova l'angolo giusto, mentre Gabi incrocia alla perfezione sotto la traversa. L'equilibrio prosegue anche dopo il terzo lotto con rigori di Bale e Saul che diventano imparabili per i due portieri. 
Dove si spezza l'equilibrio è sul quarto rigore: prima Ramos insacca, poi, Juanfran si fa prendere dalla fretta andando a calciare sul palo. L'ultimo, quello decisivo, è per l'esausto Ronaldo, che come due anni fa, si presenta davanti a Oblak per sentenziare. Lo sloveno decide per un angolo, il fuoriclasse di Madeira per un altro.
La palla va in rete, il Real Madrid è campione d'Europa per l'undicesima volta della sua storia! All'Atletico restano, ancora una volta, gli applausi e le lacrime dei suoi tifosi.

VAVEL Logo
About the author