La Dinamo Zagabria risolve a modo proprio una partita bellissima, espugnando la Red Bull Arena ed eliminando l'eterna promessa Salisburgo, costretto per l'ennesima volta a rimandare l'approdo in Champions League. Ai gironi saranno dunque presenti i croati, vincenti per 2-1 in una gara risolta solamente ai supplementari, giocata a viso aperto e ricca di emozioni e divertimento.

Il possesso palla croato fa da padrone nelle prime battute, contrastato da un Salisburgo coraggioso, con un baricentro alto e veloce nelle ripartenze palla al piede. L’occasione che apre le danze capita proprio agli austriaci, su azione da corner ci provano prima Bernardo e poi Soriano, entrambi di testa, entrambi trovando i guantoni di Eduardo. Scossi, i croati iniziano a soffrire l’iniziativa avversaria, con Berisha sugli scudi: prima una sua battuta da dentro l’area, sulla carta agevole, termina sul fondo, Laimer in seguito prova ad emularlo dalla distanza, ottenendo lo stesso risultato. Al 22’, dopo una fase più rilassata, arriva la fiammata vincente di Lazaro, momentaneamente largo a sinistra per ripartire: dribbling a centrocampo, volo fino all’area avversaria, doppio passo e sinistro a incrociare nel sette per l’1-0. Un saggio di talento e classe.

La reazione della Dinamo è caratterialmente buona, forse anche un po’ troppo cattiva (un paio di falli evitabili), ma non tale da impensierire Walke, ben protetto dalla sua difesa; qualche pensiero in più lo fronteggia la retroguardia di Kranjcar, messa sotto pressione dai movimenti degli esterni e delle punte di Garcia: sono diversi gli spunti a cui non vien dato seguito con il tocco decisivo sotto porta. Paradossalmente l’ultima occasione della prima frazione capita sulla testa di Junior Fernandes, una buona girata di testa facile preda, centralmente, dell’esperto portiere austriaco.

L’inizio di ripresa ricalca quasi identicamente il leitmotiv della seconda metà di prima frazione: il Salisburgo attacca, crea e all’ora di gioco recrimina per un fallo di mano di Sigali peraltro piuttosto netto. La partita vive una fase piuttosto lenta, finché al 70’, dopo una girandola di cambi e qualche problema fisico, viene svegliata da un’incornata sul primo palo di Fernandes, respinta di puro riflesso da un super Walke. Pochi minuti dopo anche Eduardo usa i guantoni, stavolta per parare senza enormi problemi un buon mancino da fuori del neo-entrato Minamino; è invece provvidenziale l’uscita su Berisha a dieci dal termine, riparando ad una pessima indecisione della difesa della Dinamo la quale aveva lanciato il norvegese tutto solo verso la porta.

A tre dalla fine arriva l’episodio che cambia la partita, quando un velleitario cross dalla destra cade in area sul palo lungo: Fernandes calcia di prima trovando la provvidenziale e sfortunata deviazione di Lainer, creando un mezzo pallonetto beffardo, ma che livella la gara e la manda ai supplementari. Il cileno, tra i migliori in campo, mette anche lo zampino al quinto minuto sul gol del vantaggio croato, lanciando nello spazio Soudani, il quale vede la prima conclusione respinta, ma con un repentino tuffo di testa insacca in tap-in sulla ribattuta corta.

Già nel primo tempo supplementare il Salisburgo ha due buone occasioni per agguantare il nuovo pareggio, un clamoroso tocco sotto porta mancato da Lainer, non in serata, e un’incornata imperfetta di Hinteregger, ormai stabilmente centravanti aggiunto. Il terzino riesce a riscattarsi deviando in corner una conclusione ravvicinata a botta sicura di Rog, ispirato da una deliziosa iniziativa di Coric. Dopo il brivido, la squadra di Garcia costruisce due ottime occasioni con Minamino e Soriano, la prima ribattuta dalla difesa e la seconda parata da Eduardo, ma rischia enormemente in ripartenza, vedendosi graziata da Fernandes per due volte.

Gli ultimi assalti austriaci, confusi e poco convinti, terminano tutti allo stesso modo, col pallone diretto sul fondo. La rimonta della Dinamo Zagabria si conclude nel migliore dei modi, con l’approdo ai gironi di Champions League. Resta amarezza per il Red Bull, ancora una volta il sogno è rimandato.