Due sconfitte, sette gol subiti e zero fatti in due partite. No, non sono i numeri di una squadra in zona retrocessione, ma le statistiche di Guardiola nel giorno dopo il suo secondo ritorno da ex a Barcellona. Al Camp Nou il Barca infligge un lezione pesantissima ai Citizens, con una tripletta di Messi (6 gol in due partite in questa Champions) ed il gol di Neymar che comunque non devono ridimensionare un City in partita (e come) fino all'espulsione di Bravo, maturata all'inizio del secondo tempo. La partita è tatticamente un film: andiamo a scoprirne il copione.

Le sorprese arrivano già dalle formazioni, quando Luis Enrique decide di schierare in contemporanea Piquè, Umtiti e Mascherano, con quest'ultimo collocato nell'insolito ruolo di terzino destro. Guardiola sorprende ancora di più, lanciando Gundogan dal primo minuto, ma soprattutto lasciando Aguero in panchina, con De Bruyne pronto a fare il "falso nueve", coadiuvato da Nolito e Sterling. L'inizio di partita vede un Manchester City molto aggressivo, con un pressing alto ed asfissiante nei confronti dei difensori del Barcellona, perchè è da li che la squadra di Luis Enrique inizia a tessere la tela, ma in avvio l'Asturiano perde subito Jordi Alba a causa di un ricacutizzarsi dell'infortunio maturato contro l'Italia, al suo posto Digne. Il Barcellona non riesce ad impostare, con Busquets e Rakitic controllati in maniera perfetta da Fernandinho e Gundogan che fungono da dighe a centrocampo, mentre Messi, Suarez e Neymar vengono costantemente raddoppiati. Il primo quarto d'ora regala ben poco anche a causa, anzi per merito, della perfezione tattica delle due squadre, ma poco dopo il Barcellona la sblocca con Messi che approfitta di un errore di Fernandinho che scivola, la Pulce salta Bravo, ed infila.

Dopo il gol, la partita cambia completamente, il Barcellona domina attuando un possesso palla perfetto ed efficace, mentre quello del City risultata il più delle volte sterile, fine a sè stesso e rischioso soprattutto in fase difensiva, tanto che i migliori in campo sono Stones e Otamendi che fermano ogni cosa che passi da quelle parti. Dopo la segnatura, la situazione iniziale si inverte: il Barcellona inizia a pressare molto alto con 8 dei suoi effettivi ( tranne Umtiti e Piquè) e ciò funziona perchè il più delle volte costringe Bravo a rischiare anche pesantemente. Luis Enrique, però, perde anche Piquè nel finale ed è qui che il City inizia a prendere campo, costruendo tre palle gol in successione, ma rischia di prendere anche il 2-0 con Suarez.

Nella ripresa il Manchester inizia con buon piglio, ma si sente la mancanza di una punta come Aguero che sappia finalizzare la gran mole di gioco prodotta dagli uomini di Guardiola. Il momento "speranza" per i Citizens dura per un lasso di tempo limitato, perchè Bravo sbaglia clamorosamente l'appoggio e regala palla a Suarez che tira, ma proprio l'ex Barca si oppone con le mani fuori area, rosso. Nel frattempo si fa male anche Zabaleta, quindi doppio cambio. La difesa del City sbanda clamorosamente e, nel giro di otto minuti, Messi realizza la sua tripletta e la chiude. La partita qui finisce, tanto che il Barcellona gioca in tranquillità e l'unico a crederci per gli ospiti sembra Sterling. Tanto per riequilibrare il match anche il Barca rimane in dieci per il rosso ad un inguardabile Mathieu. Negli ultimi dieci minuti, Guardiola si ricorda che in panchina ha un certo Aguero, ma lo inserisce quando ormai non c'è nulla da fare anzi, il Barcellona prima sbaglia un rigore con Neymar, dopo due minuti cala il poker con lo stesso Brasiliano che ritrova il gol in Champions. La faccia sconsolata di Guardiola è l'emblema di una serata storta per il Manchester City che, comunque, non esce ridimensionato dal Camp Nou ma consapevole che gli alieni sono ancora quelli in maglia Blaugrana.