Clamoroso in Russia: il Rostov, da vero e proprio underdog, rimonta uno svantaggio sul Bayern Monaco e va avanti due volte per poi trionfare 3-2 davanti al proprio pubblico. Mattatore della serata l'ecuadoregno Noboa, autore del gol-vittoria su calcio di punizione. Andiamo a rivivere insieme la sfida.

Nel freddo di Rostov-sul-Don va in scena la quinta giornata del girone D, in cui il Bayern paga tre punti di ritardo all'Atletico di Madrid primo, pur avendo già in tasca la matematica qualificazione agli ottavi. La sfida col Rostov, ad un punto come il PSV, sembra pura formalità: Ancelotti manda in campo un 4-3-3 orfano di Neuer, Hummels e Mueller, con Lahm nel ruolo di interno di centrocampo e Douglas Costa con Ribery accanto a Robert Lewandowski. Per Ivan Danilyants invece solito 5-3-2 abbastanza abbottonato, che punta a chiudere gli spazi per poi scatenare tutta la qualità della coppia Poloz-Azmoun davanti.

Il Bayern inizia bene, ma dopo otto minuti sono i padroni di casa a sfiorare il vantaggio su una clamorosa incomprensione tra Badstuber e Ulreich, con Bernat costretto a salvare alla disperata il colpo di testa di Erokhin diretto in rete. La squadra di Ancelotti come da previsioni monopolizza il possesso della sfera, ma la sensazione è che a dare un'accelerata possano essere solo gli spunti di Renato Sanches e Douglas Costa, di gran lunga i più pimpanti nella primissima parte del match. La prima vera occasione tedesca, dopo venti minuti di ricerca estrema del passaggio anche negli ultimi sedici metri, arriva proprio dal mancino del brasiliano su calcio piazzato: corner tagliato, Badstuber svetta bene sul primo palo ma Dzhanaev è attento a metterci una mano. Nemmeno a dirlo, poco dopo tocca a Renato Sanches scaldare i guanti del portiere russo, che smanaccia sull'insidioso destro dai trenta metri. La melina continua, il Rostov si affida al più sincero “palla lunga e pedalare”, poi in un minuto arrivano due occasioni: prima Costa rientra benissimo sul mancino e sfiora l'incrocio a giro, subito dopo una palla lunga imbecca la rapidità di Azmoun, bravo a battere Boateng, meno sull'uscita di Ulrich. La palla che sblocca la partita, però, è del Bayern, e passa proprio dai due migliori della prima frazione; Renato Sanches la spunta sulla sinistra, arriva in area e prova a calciare col mancino. Palla che rimbalza tra difensori e portiere e schizza verso il lato opposto dell'area, dove Douglas Costa calcia qualcosa di molto simile ad un rigore in movimento e centra il sette col mancino, aprendo la prima crepa nel fortino predisposto da Danilyants.

Nonostante il freddo dell'Olimp-2 di Rostov, però, i tifosi continuano a rumoreggiare per i loro beniamini, e poco dopo ne raccolgono i frutti Pessimo retropassaggio di Douglas Costa che lancia il contropiede 2vs2 di Sardar Azmoun e Dimitri Poloz: il ventunenne iraniano va in azione solitaria, mette a sedere Boateng ed infila la palla all'angolino basso col destro, per un pareggio insperato che rimette tutto in discussione proprio prima dell'intervallo.

Nel secondo tempo la prima occasione arriva dopo pochi secondi da Philipp Lahm, che con ottima elevazione impatta un cross di Ribery mettendolo di poco a lato del palo. Dopo due minuti, però, la svolta: Boateng perfeziona la sua serata da incubo entrando in netto ritardo su Noboa all'interno dell'area, costringendo Soares Dias ad assegnare il penalty. Dal dischetto va Dimitri Poloz, che con un piattone preciso spiazza Ulrich e regala un vantaggio che ha dell'incredibile ai suoi. Per il Bayern però suona la sveglia, e la reazione è assolutamente immediata: ripartenza veloce orchestrata da Ribery che scambia con Renato Sanches e poi imbuca l'inserimento – perfetto per scelta di tempo – di Juan Bernat. Controllo e missile col mancino che si infila sul primo palo e pareggia i conti alle porte dell'ora di gioco.

Anche la seconda frazione di gioco va molto a folate, ma i russi sono tutt'altro che rinunciatari: i contropiedi sono rapidi e ben orchestrati, e danno più di un pensiero alla retroguardia di Ancelotti (che, per inciso, manda in campo Hummels al posto dell'acciaccato ma insufficiente Jerome Boateng). Proprio una di queste ripartenze genera il secondo – ancor più clamoroso – vantaggio del Rostov: Poloz fa il bello ed il cattivo tempo e Thiago Alcantara lo stende ingenuamente nella zona centrale del limite dell'area. Sul pallone va Christian Noboa, che dopo aver procurato il rigore confeziona una traiettoria da videogioco: palla che supera la barriera e si abbassa subito dietro terminando la sua corsa dove Ulreich non può arrivare neanche con l'ottimo tuffo alla sua sinistra: gli uomini vestiti di blu sentono sempre più odore di impresa.

A differenza del 2-1, la terza rete sembra abbattere leggermente gli ospiti, senza idee né spunti pericolosi che non siano legati a tentativi personali. Nel finale Carlo Ancelotti prepara l'assalto buttando dentro anche Thomas Mueller, lezioso nello sciupare un colpo di testa completamente smarcato all'interno dell'area: la palla è schiacciata bene, ma assolutamente centrale. Per il resto, il tiki-taka continua, seppur reso sempre più difficile dal pressing forsennato dei russi, visibilmente galvanizzati dalla terza rete. L'occupazione difensiva dello spazio del Rostov è esemplare: passano i minuti, ma le uniche mezze-occasioni per il Bayern arrivano da traversoni o conclusioni dalla distanza abbastanza velleitarie. Al novantesimo un lampo schiocca da Thiago Alcantara: mancino di (pre)potenza dal limite che però trova i pugni del solito Dzanahev. I quattro di recupero passano nel segno del caos nell'area di rigore dei russi, ma alla fine l'assedio non dà risultati: impazziscono i tifosi sugli spalti, è 3-2 per il Rostov.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.