L'ultimo ostacolo prima di Cardiff si è rivelato probabilmente fatale per il Monaco, che davanti ad una Juventus tremendamente cinica non è riuscita a far scoppiare quella scintilla che tante altre volte aveva risolto partite così importanti. La squadra di Jardim esce dallo Stade Louis magari non ridimensionata, ma sicuramente consapevole che manca ancora un gradino prima di arrivare alla pari con tutte le altre. 

La chiave tattica. Jardim in avvio si ritrova una Juve diversa dal solito: Allegri sorprende tutti col 3-4-2-1 e le fasce dei monegaschi diventano terreno più che fertile per le sgroppate di Dani Alves e Alex Sandro. Dirar fatica soprattutto nei primi 15 minuti, poi prende le misure e inizia a martellare anche in attacco (da lui nascono i primi pericoli del Monaco) ma in fase di contenimento non viene aiutato da Bernardo Silva, rimanendo spesso da solo quando i bianconeri raddoppiano sulla fascia; dall'altra parte Sidibé affonda senza salvagente davanti a uno dei migliori Dani Alves della stagione. Il terzino francese si aspettava Cuadrado, e invece si è trovato davanti il brasiliano che non gli ha concesso praticamente nulla in fase offensiva e lo ha asfaltato in ogni tentativo d'attacco.

Monaco ingabbiato. Il reparto offensivo dei monegaschi doveva essere la chiave per risolvere il match contro una squadra compatta come la Juve, ma la davanti Falcao e Mbappé patiscono l'inserimento di Barzagli e appaiono impacciati e spesso spaesati tra le maglie blu degli uomini di Allegri, gli spazi latitano e quando le occasioni arrivano si dimostrano meno cinici del solito. Ai due attaccanti è mancato soprattutto l'appoggio di Fabinho e Bakayoko, che avrebbero dovuto portar via spazi a centrocampo e che si sono ritrovati stretti nella morsa di Pjanic e Marchisio. I due giocano troppo arretrati per poter dare una mano all'azione d'attacco, mentre Bernardo Silva e Lemar faticano a trovare il dialogo con le punte dalle fasce, soprattutto a sinistra dove la squadra di Jardim propone davvero poco rispetto a quanto ci ha abituati.

La fase difensiva. Arriviamo a quella che è la vera nota dolente della partita di ieri sera: i difetti dei monegaschi dietro sono oggettivamente riconosciuti da tempo, ma i due gol subiti hanno mostrato delle lacune evidentemente eccessive per una squadra che si trova a giocare una semifinale di Champions League. Sul primo gol di Higuain c'è Dani Alves libero di fare il bello e il cattivo tempo nonostante due uomini che - in teoria - vanno a chiuderlo, mentre l'argentino si inserisce con una facilità impressionante tra le maglie dei padroni di casa, che gli lasciano una prateria sia per l'inserimento che per la conclusione. Non va meglio sul secondo gol, dove una palla persa malamente da Bakayoko regala ancora a Dani Alves la possibilità di seguire un Higuain mai così libero di inserirsi.

E' stato sicuramente un Monaco al di sotto delle aspettative, al netto di alcuni limiti che già si conoscevano. Ciò non toglie comunque merito ad una Juventus assolutamente sul pezzo, capace di ingabbiare una squadra che solitamente è una vera e propria macchina da gol rendendola per gran parte del match praticamente innocua. Importante però ricordarsi che si tratta di una squadra capace di trovare la via del gol in qualunque momento, anche ieri infatti le fiammate dei monegaschi - seppur in misura ridotta rispetto al solito -hanno costretto Buffon agli straordinari, per cui la squadra di Allegri dovrà mantenere alta la concentrazione per tutti i 90 minuti dello Juventus Stadium, sempre se saranno 90.

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Francesco Palma
22 anni, laureato in Linguaggi dei media presso l'Università Cattolica di Milano. Aspirante giornalista, appassionato e di musica, calcio, ciclismo, futsal e di sport in generale. Esperto di musica italiana, autore musicale e paroliere.