Quando girano montagne di soldi è inevitabile pensare all'aspetto materiale delle cose lasciando l'etica in secondo piano. La prima cosa che tutti hanno pensato alla notizia dell'anemia di Neymar non è stata la condizione di salute dell'attaccante, ma i 57 milioni di euro versati dal Barcellona al Santos. E, piccola postilla nell'inconscio pallonaro, anche alle sfortune toccate ad Abidal e Villanova.

Per non parlare dei tifosi blancos a Madrid, corsi in ginocchio a venerare la sede del quotidiano "El Pais" autore dello scoop, intenti ad inventarsi qualsiasi tipo di sfottò verso gli "odiati" catalani. Insomma, la bolla, giusto definirla così, è più gigante di quanto dovrebbe essere ed è il Messer Pallone a renderla tale. Se qualcuno arriva a spendere circa 100milioni di euro per un terzino gallese di gran corsa, qualcun'altro ne ha spesi la metà per un ragazzo prodigio gracilino e anemico e a Barcellona, ricordiamo, sono specializzati nel "riabilitare" campioncini con apparenti problemi di salute.

Le parole dello staff blaugrana, capitanato dal dottor Ricardo Pruna già al lavoro per risolvere la situazione, all'arrivo di Neymar furono le seguenti: "Ha la tendenza a perdere peso. Pensiamo che guadagnando un paio di chili possa raggiungere il suo peso ideale". Ecco, l'anemia in fondo rappresenta l'opportunità per prendere due piccioni con una fava: curare Neymar e farlo crescere di peso grazie ad un programma alimentare specifico a base di ferro. Intanto l'ex Santos corre, si allena e gioca come se nulla fosse. Vuoi vedere che la notizia ha fatto più scalpore a Madrid che a Barcellona?