Oltre al danno, ora anche la beffa per Piquè e per il Barcellona. Il difensore catalano, espulso per proteste durante la finale di ritorno della Supercoppa Spagnola è stato sanzionato dalla disciplinare con quattro giornate di squalifica, tutte da scontare nella Liga, che per i blaugrana partirà proprio domenica in casa del Bilbao.

Oltre al match inaugurale, Piquè starà fermo per i successivi tre match di campionato, compreso quello che vedrà opposto al Barça l’Atletico Madrid di Simeone, alla terza giornata. Si preannuncia un inizio di campionato al alto tasso di rischio per la retroguardia culé, che già a Tblisi con il Siviglia si era rivelata fragilissima e che ora dovrà rinunciare al suo leader, almeno fino a metà settembre.

La società catalana però, ha già deciso di fare ricorso nei confronti della lega spagnola, dato che lo stesso Piquè, affidandosi al suo profilo Twitter ha cercato di chiarire la situazione: "Chiedo scusa: l'atteggiamento che ho avuto nel protestare con il guardalinee era sbagliato, ma non ho insultato nessuno. - Afferma il catalano, che poi conclude, cercando una giustificazione al suo gesto - La partita stava vivendo il suo massimo momento di tensione ma non ho insultato nessuno".

Di avviso contrario il referto stilato dall’arbitro che ha diretto l’incontro, il signor Velasco Carbalo che ha indicato come il calciatore del FC Barcelona, Gerard Piquè sia stato espulso al 10° minuto del secondo tempo in seguito ad una frase scurrile ed offensiva rivolta nei confronti del guardalinee: ''me cago en tu puta madre", offesa volgarissima, esplicita e non traducibile.

Accuse, speculazioni, squalifiche e ricorsi; sembra la trama di un film giallo, e invece si tratta solo di calcio, anche se non proprio quello che ci piace. Di sicuro questa è solo la prima parte di un film destinato ad un secondo atto, quando si capirà se il ricorso blaugrana sarà accolto o meno.