La sconfitta del Sanchez-Pizjuan contro il Siviglia ha confermato il trend del Barcellona di questo inizio di stagione post-triplete. Un'alternanza di alti e bassi che dalle parti della Ciudad Condal conoscono bene, e che nelle annate passate non ha prodotto grandi risultati. La pausa per le nazionali ha spostato l'attenzione dei media spagnoli sulle Furie Rosse, ma in Catalogna si è parlato d'altro, come del blocco - confermato dalla Fifa - del mercato in entrata del club blaugrana, nonchè della vicenda di evasione fiscale in cui è stato coinvolto Leo Messi. Ma l'argentino non è finito sulle prime pagine di tutti i giornali sportivi solo per i suoi guai giudiziari o per le sue chanches di aggiudicarsi l'ennesimo Pallone d'Oro agli inizi di gennaio, ma anche per il recupero dall'infortunio al ginocchio patito nel match di Liga contro il Las Palmas al Camp Nou.

La Pulce ha recentemente postato sui social network alcune immagini che lo ritraggono a Parigi alle prese con le fisioterapia, ma i tempi per il suo rientro non si sono di certo accorciati: l'appuntamento con il campo per un match ufficiale continua ad essere individuato nella prima partita utile dopo la sosta di novembre per gli spareggi di qualificazione ad Euro 2016. In mezzo un mese di fuoco per gli uomini di Luis Enrique che, dopo un inizio non impossibile contro Rayo Vallecano in casa e Bate Borisov in Bielorussia, saranno nuovamente impegnati al Camp Nou contro l'Eibar, prima della trasferta di Madrid contro il Getafe. Dopo il secondo incontro con il Bate, i blaugrana affronteranno invece sul proprio campo il Villarreal di Marcelino, grande sorpresa di questo inzio di Liga, in una sfida che potrebbe determinare qualche scossone in classifica, proprio a due settimane dal clasico del Santiago Bernabeu in programma il 22 novembre, appuntamento che Messi cercherà di non mancare.

Luis Enrique ha ammesso candidamente che un fuoriclasse come l'argentino è insostituibile, aggiungendo però che nelle difficoltà si vedono le grandi squadre, nella speranza di poter caricare un ambiente che continua a ringraziare l'Atletico Madrid per aver fermato la corsa dei rivali dei blancos, ora a pari punti in classifica con i catalani. Per quanto paradossale possa apparire, il Barcellona non ha vere alternative nel ruolo di esterno destro d'attacco. Ceduto Pedro al Chelsea, e ancora non utilizzabili Arda Turan e Aleix Vidal per il blocco del mercato imposto dalla Fifa, al tecnico asturiano non rimane che affidarsi all'estro discontinuo di Munir, o alla freschezza di Sandro, in realtà tutt'altro che convincente nelle sue ultime apparizioni nel trio offensivo. Neymar e Suarez rimangono due garanzie per gol e spunti in attacco, ma la contemporanea assenza di Iniesta priverà il centrocampo del Barça del suo cervello più brillante, verosimilmente sostituito da Sergi Roberto, vero e proprio jolly della rosa dei blaugrana. Utilizzato con ottimi risultati da terzino destro, il canterano ha ben figurato anche da mezz'ala sinistra, tornando così a ricoprire il suo ruolo originario. Ma in uno spicchio di stagione in cui si giocherà ogni tre giorni, Luis Enrique potrebbe anche riproporre El Jefecito Mascherano davanti alla difesa, con Busquets spostato dal centro del campo a comporre con l'irrinunciabile Ivan Rakitic il trio in mediana della formazione del Camp Nou, anche se il buon Sergi è già apparso spaesato in un ruolo dove tempi di gioco e passo richiesto sono diversi dalle sue ormai consolidate abitudini.

Ecco perchè in Catalogna si sta facendo largo una sindrome d'accerchiamento che vede il Barça vittima dello zelo (per non dire di peggio) della Fifa, e oggetto di una campagna mediatica diretta a screditare Messi quale leader della squadra. Ma al di là di qualsiasi recriminazione giornalistica e campanilistica, resta la sensazione che i bluagrana siano - Messi o non Messi - scesi di colpi rispetto alla stagione passata. Il pressing non è più così alto e furioso, i reparti sono più scollegati, e anche la difesa, l'anno scorso fiore all'occhiello dello staff tecnico di Luis Enrique, viaggia con il poco invidiabile score di un gol subito a partita. Mathieu sembra ritornato sui livelli - non eccelsi - di Valencia, Vermaelen è nuovamente sparito dai radar, e lo stesso Mascherano ha commesso un paio di errori non da lui. E' senza dubbio troppo presto per decretare il de profundis di una squadra del genere, ma di certo tutto l'ambiente ha bisogno di tirarsi fuori da un clima di sospetti e veleni, cui non è estranea anche la dirigenza del presidente Bartomeu (qual è il vero ruolo di Braida? come sono state condotte le precedenti operazioni di mercato?). Dal prossimo week-end ci sarà per tutti l'opportunità di rialzare la testa, in una città in cui i tifosi sperano che la squadra possa a un certo punto cambiare marcia, un po' come accaduto lo scorso anno da gennaio in poi.