Uno dei meriti che durante la scorsa stagione la stampa spagnola ha indiscutibilmente riconosciuto a Zinedine Zidane ha riguardato la nettezza con cui il tecnico francese ha spazzato via dubbi sul modulo del suo Real Madrid. Già dai tempi di Carlo Ancelotti, alla Casa Blanca si era riproposto l'annoso dilemma tra 4-4-2 e 4-3-3, non risolto nemmeno da Rafa Benitez durante i suoi turbolenti quattro mesi trascorsi seduto sulla panchina del Santiago Bernabeu.

Zidane ha invece immediatamente riproposto il 4-3-3, convincendosi gradualmente ad inserire in pianta stabile il brasiliano Casemiro davanti alla difesa, spostando così Toni Kroos come mezz'ala sinistra, mentre Luka Modric è rimasto nella sua ormai consueta posizione di interno opposto. E' stato questo il centrocampo titolare del finale della scorsa stagione, non a caso proposto anche nella finale di Champions League a Milano contro l'Atletico. Squadra che vince non si cambia, si dice in Italia. Concetto accolto solo in parte da Zizou, che nominalmente non ha varato alcun cambio di modulo, ma che nella sostanza ha apportato delle modifiche per certi versi inattese. La questione riguarda attualmente la posizione del terzo centrocampista, a prescindere dalla titolarità o meno di Casemiro. Attualmente il brasiliano è ai box per un problema al polpaccio, ma già nella sfida di Liga in trasferta contro l'Espanyol (0-2), il Real Madrid si era presentato in campo con un modulo ibrido, in quell'occasione con il colombiano James Rodriguez a far la spola tra centrocampista avanzato in fase offensiva - quasi un trequartista - e mezz'ala in fase difensiva.

Non è cambiato granchè con l'infortunio di Casemiro, e con il conseguente ritorno di Toni Kroos davanti alla difesa, come evidenziato dal match del Gran Canaria contro il Las Palmas (finito 2-2). In quel caso fu il maiorchino Marco Asensio ad affiancare il tedesco e Luka Modric nel centrocampo merengue, assumendo però una posizione avanzata, in un sistema molto simile a un 4-2-3-1. Ma, mentre nella "normale" versione del 4-2-3-1 è il giocatore dietro la punta ad essere in genere esentato da grandi compiti difensivi (che ricadono invece sugli esterni d'attacco), nel nuovo modulo blanco il terzo centrocampista deve sdoppiarsi tra una posizione d'appoggio alle punte e una di aiuto alla mediana. Esattamente quanto accaduto alle Canarie, con Marco Asensio autore del gol dell'1-0 con inserimento centrale, e Modric e Kroos spesso in balia delle folate avversarie.

Esperimento ripetuto anche in Champions League, a Dortmund, dove è stato nuovamente James Rodriguez a ricoprire il finto ruolo di mezz'ala, in una gara estremamente spettacolare, finita ancora una volta per 2-2.

Neanche l'emergenza infortuni ha fatto cambiare idea a Zidane, che nel successivo match di campionato contro l'Eibar (1-1) al Santiago Bernabeu ha schierato Kovacic nella posizione di Modric (appena operato al ginocchio), Kroos davanti alla difesa e Isco come mezz'ala sinistra con licenza di accentrarsi. I risultati non sono stati forse quelli sperati, ma è stato evidente l'intento del tecnico francese di avere un punto di riferimento sulla trequarti, probabilmente anche per ovviare all'atipicità di Cristiano Ronaldo e Gareth Bale come esterni offensivi. In particolar modo il fuoriclasse portoghese sta accentrando sempre più la sua posizione con il passare delle partite (e con l'avanzare dell'età), smettendo di fare l'ala in senso stretto e costringendo piuttosto il centravanti (uno tra Benzema e Morata) a girare al largo per aprire le difese avversarie. Senza lo sfogo di CR7 sull'out di sinistra (ormai pochi gli uno contro uno del tre volte pallone d'oro), Zidane ha cercato di dare maggiore imprevedibilità alla manovra avanzando di qualche metro la posizione di una delle sue due mezze ali, anche rischiando di incidere sugli equilibri difensivi della sua squadra, che non a caso ha sempre subito gol nelle ultime quattro partite stagionali.