Un po' come lo scorso anno, quando avanti di un gol (a segno Piquè), il Barcellona si fece rimontare e poi sorpassare dagli arcirivali del Real Madrid, il pareggio di ieri nel Clasico ha un retrogusto amaro che in Catalogna nessuno avrebbe più voluto assaporare. E non solo perchè la distanza in classifica è rimasta invariata, ma anche e soprattutto perchè la vittoria sembrava a portata di mano, raggiunta grazie a un lampo di Luis Suarez e all'ingresso in campo dalla panchina di Andres Iniesta, vero signore del centrocampo blaugrana. 

E invece il solito Sergio Ramos ha rovinato la festa del Camp Nou, con un suo marchio di fabbrica, il colpo di testa negli ultimi minuti delle partite più importanti. Come già accaduto in occasione della vittoria della Decima di Lisbona e dell'ultima Supercoppa Europea, l'andaluso ha tolto le castagne dal fuoco al Real, in questo caso a Zinedine Zidane, che prosegue così nella sua marcia da imbattuto sulla panchina merengue (33 partite senza conoscere sconfitta, meglio anche del "maestro Ancelotti, a un match dal record dell'olandese Leo Benhakker).

Una vera disdetta per il Barça e per Luis Enrique, che si era raccomandato con Arda Turan (autore del fallo da cui è scaturita la punizione del gol) di non concedere occasioni su calci piazzati agli avversari in un finale che tutti pronosticavano rovente. Ma l'orgoglio culè, ferito dal secondo Clasico consecutivo al Camp Nou finito in maniera beffarda, è comunque alimentato dalla stampa della Ciudad Condal, che oggi non ha dubbi e sentenzia: il Barça perdona il Madrid, con tanto di foto di Neymar e Messi disperati dopo due gol divorati davanti a Keylor Navas. A entrambi è infatti capitata sul piede favorito l'occasione per chiudere i conti, ma prima il brasiliano, poi l'argentino, hanno calciato fuori da posizione invitante, salvando il portiere costaricense da un 2-0 che avrebbe rilanciato le quotazioni blaugrana in Liga. 

L'altra faccia del Clasico è quella di una squadra, il Real Madrid, in difficoltà per tutto il secondo tempo, dopo essere apparsa in controllo nel primo. Tra le tante assenze per infortunio della rosa blanca, quella di Gareth Bale è stata sicuramente la più importante. Lucas Vazquez ha corso e lottato come d'abitudine, ma la fisicità e gli strappi improvvisi del gallese sono mancati eccome all'attacco merengue, orfano anche del miglior Benzema e di Alvaro Morata. Con Cristiano Ronaldo menomato nel finale di gara, ecco le due mosse di Zidane che fanno discutere anche a ventiquattro ore di distanza, vale a dire le sostituzioni di Isco e di Kovacic per Casemiro e Mariano (con James Rodriguez lasciato a guardare).

Ma mentre l'entrata in campo del brasiliano è risultata inspiegabile, in un momento della partita in cui invece Isco sembrava essere l'unico in grado di ravvivare una squadra tramortita dal gol subito e dalla ritrovata verve nel palleggio del Barça (complice l'ingresso dalla panchina di Iniesta), quella del giovane dominicano (23 anni) ha portato elettricità in attacco, facendo da preludio al pareggio del capitano. Un pareggio che vale quasi come una vittoria salva Zizou dal fuoco amico delle critiche, ma rimane il punto interrogativo sulla gestione del centrocampo, quantomeno in questo dicembre di fuoco. James Rodriguez è ormai fuori dai radar del suo tecnico (e la sua partenza a gennaio potrebbe essere impedita solo dalla conferma del blocco del mercato da parte del TAS), mentre Modric e Kovacic sono stati ancora una volta tra i migliori. Ecco perchè, considerando Isco "innegoziabile" come mezz'ala sinistra (o trequartista), il recupero di Casemiro diventa importante solo a condizione che il brasiliano inizi a mostrare una brillantezza diversa da quella del Camp Nou. Di problemi del genere non vuole sentire parlare Zidane, che anzi spera di ritrovare anche Toni Kroos per il Mondiale per Club in Giappone, in modo da ruotare il più possibile i giocatori a sua disposizione.