La decisione di non rinnovare il contratto che lo lega al Barcellona non avrà sorpreso tifosi e addetti ai lavori, ma costringe ora il club blaugrana a iniziare un casting in salsa catalana per sostituirlo. "Lascio perchè vivo questo lavoro con intensità - il senso della conferenza stampa post vittoria contro lo Sporting Gijòn di Luis Enrique - sono stanco, non riesco più a riposare. D'altronde già la scorsa estate avevo avvisato la dirigenza della mia intenzione di chiudere dopo un triennio. Ringrazio il club per aver creduto in me, per avermi dato la possibilità di allenare prima la cantera e poi la prima squadra: sono stati tre anni indimenticabili".

Luis Enrique, in panchina ieri al Camp Nou. Fonte: Quique García - EFE

Tre anni che hanno portato nella bacheca del Barça due titoli in campionato, due Coppe del Re, una Supercoppa di Spagna, una Champions League, una Supercoppa Europea e un Mondiale per Club. E non è ancora finita, perchè in questa stagione i blaugrana sono ancora in corsa per il titolo in Liga (+1 sul Real, che ha una partita in meno ma è in calo), in finale di Copa del Rey (contro l'Alavès), ma con un piede fuori dalla Champions, dopo il 4-0 subito al Parco dei Principi contro il PSG. Il principale merito di Luis Enrique durante l'arco della sua esperienza al Barcellona è stato quello di rivitalizzare un gruppo ancora fermo agli anni di Guardiola, e che pareva a fine ciclo dopo le esperienze Vilanova-Martino. L'asturiano ha smussato gli angoli dell'integralismo di Pep, concedendo ai suoi un pressing meno asfissiante e soprattutto sfruttando l'arrivo di Luis Suarez, vero uomo in più - per capacità di offrire verticalità e movimenti sincronizzati - dell'ultima versione del Barça. Luis Enrique ha normalizzato innovando, rimanendo allo stesso tempo fedele alle regole della casa. Ecco perchè non sarà facile sostituirlo, in un momento in cui i blaugrana sono attesi peraltro da un restyling anche a centrocampo (Iniesta non è più in grado di offrire continuità ogni tre giorni, e Busquets ha bisogno di un'alternativa credibile). Sono tantissimi gli aspiranti eredi al trono: allenare il Barcellona è molto meno semplice di quanto si possa credere, ma è senza dubbio un'impresa stimolante. 

Sampaoli, Koeman, Allegri e Valverde. Foto: Aiol - MD

Al presidente Bartomeu e ai suoi collaboratori il compito di scegliere il sostituto, tra una rosa di candidati attualmente amplissima. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano Mundo Deportivo, sarebbero infatti diversi gli allenatori presi in considerazione dal club catalano. Si va dall'argentino Jorge Sampaoli, che sta facendo meraviglie al Siviglia, a Ernesto Valverde (Athletic Bilbao), passando per le suggestioni Jurgen Klopp (Liverpool) e Massimiliano Allegri (Juve). Oltre a Sampaoli e Valverde, che al momento sembrano essere in pole position, non sono però da sottovalutare le ipotesi che portano a Eusebio Sacristàn e a Ronald Koeman. Eusebio - come Valverde - ben conosce il Barça e i suoi principi di gioco, mentre Koeman gode di grande stima nella Ciudad Condal per i suoi trascorsi da giocatore ai tempi di Johan Cruyff, ed è reduce da una positiva esperienza in Premier League, prima al Southampton e poi all'Everton. Attenzione inoltre alla pista Juan Carlos Unzuè, vice di Luis Enrique, considerato il "tattico" della sua gestione, oltre che responsabile di ogni giocata sui calci piazzati blaugrana. Più sfumati appaiono invece all'orizzonte i nomi di Laurent Blanc ed Eduardo Berizzo (Celta Vigo), anche se quest'ultimo (altro allievo di Marcelo Bielsa), piace per il suo calcio offensivo e sempre propositivo. Chiude la lista dei papabili successori a Lucho, il tecnico del Las Palmas Quique Setièn, non più giovanissimo, ma vero maestro di calcio e splendido interprete del possesso palla tanto caro dalle parti del Camp Nou. Molti i nomi, uno solo il prescelto, per continuare a rendere il Barcellona il club più vincente degli ultimi anni.