L'impellente necessità di giocare con continuità e avere più minuti a disposizione, per potersi definitivamente affermare come uno degli attaccanti più forti d'Europa. Il percorso di Alvaro Morata al Real Madrid è contraddistinto da alti e bassi. Alti, perché ha realizzato 17 reti con una media di un gol ogni 94 minuti passati in campo. Bassi, perché la stessa media realizzativa rende l'idea di quanto poco tempo spenda in campo il centravanti spagnolo, spesso relegato in panchina. Difficile, effettivamente, trovare spazio con davanti Cristiano Ronaldo e Benzema, coppia che per intesa, movimenti e sintonia è tra le migliori.

Lo spagnolo non può essere considerato un vice di fascia destra - dove sono più adatti Isco, Vazquez o James -, ha bisogno di ritagliarsi i suoi spazi in quella zona del campo, al centro o sulla sinistra, sempre con la tendenza ad accentrarsi, ricoprendo un ruolo già conosciuto agli inizi e con la casacca bianconera della Juventus addosso. I minuti sono quelli che sono, l'attaccante ha già espresso il proprio malcontento per la situazione in cui si trova, così la strada della cessione sembra prendere sempre più piede, soprattutto perché anche il Real, dall'altra parte, ha bisogno di incassare una cifra considerevole per sistemare la difesa e acquistare un portiere - con buona pace dell'ottimo Keylor Navas.

In un'intervista rilasciata qualche giorno fa al Guardian, Morata aveva spiegato bene questa situazione, aggiungendovi inoltre un dettaglio non da poco: il suo futuro sarà in Premier League, salvo ribaltoni. Difficile dunque immaginare un futuro in Italia, soprattutto con una maglia diversa rispetto a quella della Juventus, club nel quale "sarebbe rimasto, se non ci fosse stata la recompra", come spiegato da lui stesso. Tutte le strade lo portano a Londra, al Chelsea, da quell'Antonio Conte che l'ha a lungo corteggiato l'estate scorsa, senza riuscire a strapparlo, nemmeno con un'offerta da 60 milioni di Euro. Ora le parti sembrano più vicine, soprattutto visto il drastico calo di Diego Costa, il cui futuro sembra sempre più all'ombra della grande muraglia cinese.