Copa del Rey, Barcellona e Alavès per un titolo dal sapore opposto

Al Vicente Calderòn di Madrid finale tra il Barça di Luis Enrique (al passo d'addio) e l'Alavès di Pellegrino: per i baschi in palio anche l'Europa.

Copa del Rey, Barcellona e Alavès per un titolo dal sapore opposto
Leo Messi durante la gara di ritorno in Liga a Mendizorroza. Fonte: LaLiga.es
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Di Andrea Russo Spena

La stagione calcistica spagnola va ufficialmente in archivio oggi, quando al Vicente Calderòn (ultima apparizione anche per lo stadio in riva al Manzanarre) di Madrid (ore 21.30) scenderanno in campo Barcellona e Alavès, per giocarsi la Copa del Rey 2017. Una finale inedita, una sorta di Davide contro Golia, tra i blaugrana di Luis Enrique e i baschi di Mauricio Pellegrino. 

Sarà l'ultima panchina dell'asturiano da allenatore dei catalani, dopo un triennio pieno di successi, e con ogni probabilità anche l'ultima di una certa versione del Barça, chiamato in estate a dare una robusta rinfrescata alla propria rosa. I blaugrana sono reduci dalla delusione patita in Liga, soffiata loro dal Real Madrid dopo due anni di dominio, e devono riscattare anche una Champions League che li ha visti eliminati ai quarti di finale (mentre gli odiati rivali merengues sono ancora in corsa). Nella sfida di stasera mancheranno sia Luis Suarez che Sergi Roberto, squalificati, mentre tornerà a disposizione Aleix Vidal, che proprio contro l'Alavès si fratturò la caviglia destra nella gara di ritorno in Liga a Mendizorroza (entrataccia del discusso Theo Hernandez, intanto divenuto nuovo giocatore del Real). Orfano del Pistolero, Luis Enrique dovrebbe optare per Paco Alcacer al centro dell'attacco, affiancato ovviamente da Leo Messi e Neymar. In porta ecco l'olandese Cillessen, riserva di Ter Stegen, mentre la difesa sarà composta da Javier Mascherano (un po' terzino un po' centrale a tre), Gerard Piquè, Samuel Umtiti e Jordi Alba. A centrocampo posto garantito per Sergi Busquets e Andres Iniesta, con Ivan Rakitic favorito su Andrè Gomes nel ruolo di mezz'ala destra. Sarà la partita di addio di Luis Enrique, personaggio a tratti controverso, ma che ha avuto il merito di riportare il Barcellona sul tetto d'Europa e costantemente protagonista in Liga. A tre anni dalla separazione con El Tata Martino, i blaugrana hanno infatti riempito la bacheca del Camp Nou con due titoli di Liga, altrettante Copas del Rey, una Champions League, un Mondiale per Club, una Supercoppa di Spagna e una europea. Vincere ancora la Copa nazionale sarebbe un bel passo d'addio per l'asturiano, al termine di una stagione difficile, caratterizzata da molteplici screzi con la stampa e un paio di scelte cervellotiche nel momento chiave dell'annata. 

Ivan Rakitic contro l'Alavès a Mendizorroza. Fonte: LaLiga.es

Se per il Barça la finale del Calderòn ha il sapore del ripiego, o quantomeno di una magra consolazione dopo i fasti dell'ultimo biennio, per l'Alavès di Mauricio Pellegrino la sfida assume contorni storici. I baschi, promossi in Liga lo scorso anno, hanno chiuso tra le prime dieci della classifica, e con un successo si garantirebbero l'accesso all'Europa League, oltre alla conquista di un prestigioso trofeo. E Pellegrino, tecnico argentino più simile a Simeone che alla banda di bielsisti che affolla la Spagna, sa come si batte il Barça. Fu infatti proprio il suo Alavès a sorprendere i blaugrana al Camp Nou a inizio campionato (era il 10 settembre), in un match che nè Messi nè Suarez giocarono dal primo minuto. I baschi giocano un calcio poco spettacolare, imperniato spesso su una difesa a cinque, ma estremamente efficace, che ha in Theo Hernandez il giocatore di maggior talento. Proprio l'esterno mancino della squadra di Vitoria sarà regolarmente in campo al Calderòn, per concessione della rappresentativa giovanile della sua Francia. Il solo Laguardia è indisponibile per Pellegrino, che dovrebbe schierare Pacheco in porta, Toquero, Alexis (o Rodrigo Ely), Feddal ed Hernandez in difesa (ma c'è anche l'opzione della retroguardia a cinque), con il talentino Marcos Llorente insieme a Manu Garcia in mediana, mentre l'unica punta sarà Deyverson, supportato da Camarasa, Edgar e Ibai Gomez. Le alternative si chiamano Kiko Femenia, Nenad Krsticic e Alexsandr Katai, tutti giocatori in grado di consentire a Pellegrino di cambiare pelle durante il corso della sfida. Atteso un vero e proprio esodo di tifosi baschi da Vitoria a Madrid, per una delle partite più importanti della storia del club, seconda sola alla finale di Coppa Uefa persa contro il Liverpool nel 2001.