Nei pressi di Anfield non se la passano granchè bene ultimamente: il Liverpool arranca, in campionato come in Champions, come anche in Coppa d’Inghilterra. Solo noni i Reds in Premier con 10 punti frutto di 3 vittorie , altrettante sconfitte e un pareggio nel mezzo, neanche a ottobre e già a -9 dalla capolista Chelsea. Decisamente troppo per una squadra che punta al titolo nelle sue ambizioni. Non sorride neanche la Champions dove è sì a 3 punti per la vittoria – a fatica per di più – contro il Ludogorets, ma a pari punti con il Basilea e con il doppio scontro col Real di Ancelotti in vista nei prossimi due turni. La Capital One Cup li ha visti invece prevalere solo ai rigori, ben 14 a testa tra l’altro, contro un comunque modesto Middlesbrough.

Quale meccanismo si è inceppato nella grande macchina di Brendan Rodgers? Più di uno.

Primo su tutti per importanza è Steven Gerrard. Mai stato un problema per i Reds, ben chiaro, ma complice forse l’età e la stagione post-mondiale sta carburando piuttosto lentamente. E se il motore non carbura, la macchina rallenta. Mancando il capitano e la bandiera è il compagno di reparto Henderson a proporsi come “leader ad interim”, e se ne apprezza la volontà ed il tentativo, meno la tecnica e la riuscita e non tanto perché sia lui a provarci, quanto perché un personaggio come Stevie G a Liverpool ha abituato ad altri standard, al momento irraggiungibili da nessun altro nell’organico e probabilmente da nessun altro nell’intera Premier League.

A questo si aggiunge un problema più strutturale come quello del modulo. Il Liverpool è stato in questo avvio un continuo oscillare tra il 4-2-3-1 della scorsa stagione ed un 4-3-3, o talvolta anche 4-3-1-2, dimostrando una mancanza di affinità tattica dannosa al collettivo sia per quanto concerne il risultato che per la prestazione. Una fatica a trovare la giusta combinazione data anche dall’abbondanza di giocatori dalle simili caratteristiche aggiunti nell’ultima sessione di mercato, come Markovic e Lallana che vanno a contendere il posto alle prime scelte Coutinho e Sterling, oltre che eventualmente Sturridge, anche se l'arrivo di Lambert giustificherebbe più un eventuale 4-3-1-2, visto che difficilmente l'attaccante ex Chelsea sarà lasciato fuori.

Moduli che ad ogni modo mancano di una parte fondamentale della componentistica: Suarez.

Che l’uruguaiano fosse insostituibile lo si sapeva già, ma è vero anche che Balotelli, specie l’ultimo visto, non sembra essere l’uomo giusto al quale affidare un’eredità così grande, come possono essere 31 goal e 12 assist che hanno reso l’ex Reds statisticamente decisivo nel 42,6% dei goal della scorsa stagione. Scommessa che rischia di tagliare fuori il Liverpool dalla corsa al titolo, qualora non l’avesse già fatto. Le speranze non possono allora che ricadere su Sturridge che spesso deve tenere su la barca, e lo farebbe anche se solo uno stiramento alla coscia non lo costringesse al riposo forzato dalla quarta giornata. Nelle 3 partite nelle quali è stato in campo, le prime tre, 6 punti conquistati con in mezzo la sconfitta all’Etihad.

A questo si aggiunge una difesa non impenetrabile, problema esistente anche nella scorsa stagione nella quale i 50 gol subiti sono solo stati insabbiati dai 101 gol all’attivo e forse non valutati opportunamente. L’aggiunta di Lovren, Moreno e Manquillo è stata utile, ma sono ancora troppi i goal concessi. Si veda la sconfitta di Londra col West Ham o la frittata di Champions con il Ludogorets che per poco non costa l’unica vittoria.

Vero è che siamo all’inizio, più o meno, ma potrebbe già essere tardi se si punta in alto come annunciato in estate, ed i nodi da sbrigliare per far gioire la Kop non sono pochi.

(di Giorgio Corrado)

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]