La mani di Mourinho sulla Premier

Vittoria di misura contro l'Everton e più sette confermato sul City, il Chelsea continua a dominare il campionato inglese.

La mani di Mourinho sulla Premier
Mourinho ringrazia i suoi
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Di Johnathan Scaffardi

Al tramonto della partita, l'ennesimo pallone cade lentamente al limite dell'area dell'Everton, a quel punto, sullo 0-0, il City di un sommo Aguero è già ampiamente sotto la doccia, dopo la rotonda lezione rifilata allo Stoke, e attende notizie da Stamford Bridge, dove il muro di Martinez regge, con qualche sofferenza naturale, la Premier sembra riaperta, con cinque punti a dividere i blu di Manchester e gli uomini di Mourinho. Il finale è invece ben altro, perchè su quel pallone si avvicina Willian, si piega per coordinarsi con maggior efficacia, e lascia partire una conclusione di destro, radente al suolo, che sfila a fianco di un uomo in bianco, tenuta da trasferta dell'Everton, e si infila tra Howard e palo. Lo stadio esplode, Willian corre alla bandierina e si gode la festa, sommerso dai compagni. Appena il tempo di stringere il pugno in panchina e Mourinho torna con la concentrazione sul finale. Fuori Willian e dentro Cahill, qualche minuto di recupero, di palleggio blues e il triplice fischio. La Premier è sempre del Chelsea, che fatica, suda, paga le assenze, ma vince, in perfetto stile Mourinho

Tanti i temi della partita. Diego Costa è spettatore in tribuna, Fabregas è solo in panchina, per lui una manciata di minuti nel finale, trotterellando. La sua idea di calcio è decisiva e il Chelsea, senza i suoi movimenti, appare più prevedibile. Matic è la diga scelta da Mourinho davanti alla coppia Terry - Zouma, con il giovane centrale che si conferma prospetto importante. Sulla trequarti manca Oscar, esordio dal primo minuto per Cuadrado, ben calato nella realtà della Premier. Si accende a sprazzi Cuadrado, corre, veloce, come vuole Mourinho, davanti Remy, che non è Diego Costa. Gli assalti del Chelsea partono dal piede surreale di Hazard. Le magie del belga illuminano la notte inglese, ma è spesso un colpo isolato, una giocata assoluta, ma di un singolo. La manovra scorre fin nei pressi di Howard, qui si inceppa, vista la serata del barbuto portiere dell'Everton, che dice non al Chelsea in avvio, per poi esaltarsi nella ripresa, più volte. 

Il calcio è strano, perché il Chelsea si riversa nell'area dell'Everton, ma la migliore occasione è per gli ospiti e capita a Romelu Lukaku, uno che da Stamford Bridge è già più volte transitato. Sull'invito dalla sinistra, apre il piattone, a botta sicura, Cech allarga il compasso e salva tutto. A fine partita, Mourinho chiama il portiere ceco e va ad abbracciarlo, perché la notte del Chelsea cambia in quel momento. Più tardi arriva il rosso a Barry e poco dopo ecco il chirurgico destro di Willian. 

Cech e non Courtois. Il futuro si siede e osserva il vecchio campione che in Premier deve ancora subire una rete. Mourinho non fa sconti, a nessuno. Attende i migliori per il ritorno della Champions, al momento si prende la Premier e nessuno sembra poter alzare la mano per protestare.