200 milioni di Euro spesi sul mercato e tre sconfitte pesanti nel giro di otto giorni. Potrebbe addirittura risultare riduttivo parlare di delusione. Partiamo da una statistica, quasi una follia: José Mourinho non perdeva tre partite consecutive nei 90 minuti dal maggio del 2006, oltre dieci anni fa. Sedeva sulla panchina del Chelsea e il finale di stagione regalò tre delusioni: due sconfitte esterne per 1-0 contro Newcastle e Blackburn in Premier, e la finale di FA Cup persa contro il Liverpool per 2-1. Oggi, nel settembre del 2016, lo Special One occupa la panchina del Manchester United, quella dei Busby e dei Ferguson, dei longevi, caratteristica che Mou non possiede. Ciò non significa il portoghese possa automaticamente fallire, ma è un'annotazione comunque interessante e curiosa, specialmente in un momento nero.

Domenica scorsa la lezione di calcio ricevuta dalla sua nemesi Pep Guardiola, in settimana lo smacco della sconfitta contro il Feyenoord in Europa League, ieri la severa punizione del Watford. Tre sconfitte diverse, ma egualmente pesanti. Consecutive, peraltro: una situazione per nulla abituale per José. In Inghilterra è già cominciato il divertimento sui social, tra fusioni con il suo predecessore van Gaal e altri classici sfottò. Eppure, a Manchester, sponda Devil, qualche domanda se la stanno ponendo. E sono domande susseguenti e relative a cinque fasi, le quali hanno portato la conseguenza di tre sconfitte così pesanti, lasciando addirittura una porta aperta ad una domanda: ricapiterà? Non dovesse cambiar nulla, è tutt'altro che improbabile.

UNO - LA FISSA DEL MODULO

Oggettivamente, dando uno sguardo alla rosa dello United ad agosto, con l'innesto di Pogba, sembrava più che chiaro che l'idea di Mourinho sarebbe stata quella di impostare un 4-3-1-2, con una serie di interpretazioni differenti. In realtà il tecnico è sempre stato convinto del suo 4-2-3-1, nonostante gli evidenti limiti tattici dei propri giocatori, per la maggiore inadatti alla disposizione. Il coraggio di cambiare è mancato, forse per la prima volta, e ne ha scaturito conseguenze disastrose, a partire dai giocatori fuori ruolo (e ci arriveremo), continuando con l'assenza di certezze e l'attacco confusionario. Insomma, una vera e propria deriva tattica in un campionato nel quale, per avere successo, serve proprio rigore tattico. Possibile che il Leicester non abbia insegnato proprio nulla?

DUE - I GIOCATORI FUORI RUOLO

L'eredità degli errori di Deschamps è stata agevolmente raccolta: Pogba mediano basso davanti alla difesa è semplicemente un orrore. Mani legate in fase offensiva, ai margini delle azioni più importanti. Certo, lui ha le sue responsabilità, tanto che su Twitter qualcuno l'ha definito un dancing Mulumbu. 110 milioni per questo? Lascia un po' perplessi, com'è normale che sia. Rooney sta ormai vagando per tutto il campo da un paio d'anni, coprendo tutti i ruoi tranne quello che gli compete: l'attaccante, che sia prima o seconda punta. Encomiabile, gioca a centrocampo e dà tutto, ma non conseguirà mai un rendimento alto quanto quello che avrebbe fungendo da attaccante. Martial è in grado di giocare sulla fascia, nonostante da seconda punta sia più devastante, ma gli serve una copertura a centrocampo, un giocatore che abbia i tempi di chiusura: è un esterno da 4-3-3, non da 4-2-3-1. Fellaini non è un mediano, figurarsi poi vicino a Pogba, peggiora solo una situazione già sufficientemente tragica. Con quattro quinti di centrocampo e trequarti in una posizione non ottimale, è piuttosto complicato trovare una quadratura.

Le statistiche dell'inizio di stagione di Paul Pogba. Mai così poco pericoloso in carriera.

TRE - IL NUOVO ATTEGGIAMENTO

Innegabile, basta sbirciare in panchina ogni tanto. Mourinho è cambiato. Ci mancherebbe, il cambiamento di idee e di atteggiamenti nel corso della vita umana è più che regolare. Fa però strano vedere questo nuovo José, per molteplici ragioni. Sembra più calmo, sorride molto di più, sta addirittura scoprendo quella cordialità verso l'avversario al quale non è mai stato particolarmente affine, vive quasi la partita in maniera più distaccata, lontana dall'agonismo che solo un paio di anni fa dimostrava, non perdendo mai la lucidità. Quasi come se i due aspetti si muovessero di pari passo: più Mou era mentalmente coinvolto nella gara, più era in grado di leggerla. Non basta più schierare giocatori offensivi di talento e sperare che la buttino dentro basandosi sulle capacità dei singoli. Funziona all'inizio, ma alla lunga si paga. Specialmente in questa Premier.

Mou ieri, prima della partita, leggeva tranquillo una rivista nel tunnel...
Mou ieri, prima della partita, leggeva tranquillo una rivista nel tunnel...

QUATTRO - NO DEFENSE

Dopo le prime tre partite, Bailly era stato elevato a miglior difensore del campionato, a colpo dell'estate e quant'altro. Oggi, ripercorrendo le sette gare ufficiali disputate, le sensazioni sull'ivoriano si contrastano: senza dubbio ha mostrato buonissime doti in alcuni frangenti di gioco, come l'uno-contro-uno in velocità e l'utilizzo del fisico imponente, ma le letture sono semplicemente un disastro. La giustificazione della pessima compagnia non può reggere, anche se effettivamente giocare affiancati da un terzino-non-terzino come Valencia e da un centrale adattato (Blind) o uno che non fornisce esattamente garanzie (Smalling) non è così facile. Si sta palesando uno dei principali limiti della campagna acquisti, l'assenza di un difensore esperto, navigato, in grado di guidare la linea. E magari qualche chance in più per Darmian...

Le statistiche della difesa United: prima il rating difensivo totale secondo Squawka, poi gli intercetti riusciti.

CINQUE - NON E' LA SQUADRA DI MOU

Ricapitolando, tutto torna. Difesa solida? No. Centrocampo funzionale? No. Attacco con una buona intesa nei movimenti? No. Anzi, a momenti l'attacco neanche si muove, visto che Ibrahimovic gioca spesso e volentieri da fermo, senza attaccare la profondità e ricevendo raramente palla in movimento in area. Semplicemente, questa squadra non è di Mourinho, non ha le caratteristiche adatte. L'unico giocatore davvero funzionale, ovvero Mkhitaryan, ideale per le idee del tecnico, è tra le maggiori delusioni dell'avvio di stagione, inspiegabilmente. E gli altri non riescono a fare di meglio. Allo stato attuale delle cose il Manchester United è esattamente ciò che era con van Gaal: una raccolta di figurine. 

Louis van Mourinho. I social non perdonano...
Louis van Mourinho. I social non perdonano...

Questa volta non regge nemmeno la scusa del "poco tempo per lavorare", visto che Mourinho è un tecnico con impatto immediato, e ha costruito la rosa a suo piacimento, con un budget a tratti illimitato. Può assolutamente verificarsi la classica situazione per cui, da qui in poi, i Devils possano iniziare l'escalation verso il titolo, ma oggettivamente, senza un cambiamento, una svolta tattica e mentale (impossibile escludere uno dei due aspetti), i trofei a fine stagione potrebbero divenire solo un sogno sbiadito. E per Mou potrebbe profilarsi all'orizzonte il fantasma di un'altra stagione deludente.