Doveva essere una sfida ricolma di tensione emotiva, di occasioni, tra una squadra filosoficamente offensiva e una piena di fenomeni. Non è stato nulla di tutto ciò, poichè ha prevalso un tatticismo imperfetto e che non si è lasciato apprezzare fino in fondo. Aspettative deluse, quelle di Liverpool - Manchester Unitedbig match di cartello dell'ottava giornata di Premier League 2016/17. Una gara mai davvero accesasi, che ha vissuto soprattutto di fiammate e non è decollata, contrariamente a quanto era lecito aspettarsi. E terminata con uno scialbo 0-0.

Le idee di Mourinho traviano, poichè l'undici iniziale con Pogba trequartista alle spalle di Ibrahimovic lascia spiragli dai quali traspare la voglia di sfruttare il potenziale offensivo delle due punte di diamante. Mera illusione. Lo svedese tocca pochissimi palloni e li gioca male, sciupa anche l'unica vera occasione a sua disposizione, un colpo di testa da cancellare dagli archivi, non ispira nemmeno, è un corpo estraneo alla partita. Pogba invece funge da schermo su Henderson, blocca la fonte di gioco Red, ma è vano in fase offensiva, se non per un cross, dal quale scaturisce la sopracitata palla-gol per Zlatan. I due dialogano poco, pochissimo: l'unico pericolo, esagerando, è Rashford, una punta che si ritrova più spesso a inseguire Milner e le sue corse in fascia, quasi da terzino aggiunto, come fu il primo Rooney.

Jordan Henderson e Zlatan Ibahimovic. | Fonte immagine: Eurosport
Jordan Henderson e Zlatan Ibahimovic. | Fonte immagine: Eurosport

L'attacco dello United è zero al quoto, la difesa si sorregge in piedi schiacciandosi su due linee e sfruttando l'eccezionale lavoro di Herrera in mediana, il primo a staccarsi per prendere il difensore avversario che porta palla. Quanto basta per limitare un minimo gli attacchi del Liverpool, ostacolato anche dal baricentro basso dei Devils: Sturridge non ha spazio per inserirsi e smarcarsi, così come i due esterni, e la circolazione di palla rimane sterile, finché Klopp decide di ricomporre il tridente veloce, guadagnandone imprevedibilità. L'unico che nella notte di Anfield cerca la giocata è un Coutinho ispirato, non una novità in ogni caso.

Il brasiliano parte da interno dei tre, poi avanza da ala/trequartista, con un Lallana in più alle sue spalle: l'interpretazioni di entrambi i ruoli è lodevole, ma le iniziative si bloccano sul nascere contro lo sfrenato difensivismo di uno United in campo quasi esclusivamente per lo 0-0. Un pareggio a reti inviolate sul quale c'è peraltro la firma indelebile di David De Gea, autore di due parate decisive e straordinarie, prima su Can e poi su Coutinho, un saggio di tecnica, istinto e talento per colui che è ormai da anni uno dei migliori portieri al mondo. E che, ancora una volta, salva il Manchester United da una sconfitta.

Pogba prova a destreggiarsi. | Fonte immagine: Sky Sports
Pogba prova a destreggiarsi. | Fonte immagine: Sky Sports

Al termine della gara si insinuano dubbi nella mente dei tecnici. Klopp non prende gol per la prima volta in stagione, ma più per demeriti altrui che meriti propri, e la scelta di Sturridge dal primo minuto si mostra errata, anche se attendersi un atteggiamento così estremista da parte degli avversari era francamente impensabile. Dal canto suo, Mourinho si porta casa un punto e un clean sheet, ma null'altro, lasciando l'interrogativo sovrano: cosa succederà quando i Devils sfrutteranno finalmente il proprio potenziale offensivo appieno? Per ora, l'unica risposta possibile è un'incognita, una X. Così come l'esito finale di un Red Monday decisamente sotto le aspettative.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]