Potrebbe presto scoppiare una bufera in Premier League. Il Watford, club di proprietà della famiglia Pozzo dal 29 giugno del 2012, è stato informato del fatto che la English Football League, cioè la federazione che fa capo alla Championship, la nostra serie B, oltre che alla League One ed alla League Two, ha aperto un’inchiesta con l’accusa di aver fornito documentazioni bancarie false al momento del passaggio di proprietà da Giampaolo Pozzo al figlio Gino.

L’episodio dunque risale all’estate 2014, quando il club militava ancora nella divisione cadetta, stagione poi culminata con la promozione in Premier League sotto la guida di Slavisa Jokanovic. L’apertura delle indagini è scattata dopo che il Telegraph ha pubblicato la foto di una lettera presentata da Gino Pozzo alla federazione come prova di possedere i fondi necessari per guidare un club calcistico. Questa lettera, secondo l’accusa, sarebbe contraffatta e quindi non prodotta dalla HSBC. La società londinese ora sarà obbligata a fornire la documentazione completa sulla trattativa di cessione tra padre e figlio.

Le possibili conseguenze non sono ancora ipotizzabili, ma ciò che viene paventato dai media parte da una semplice multa fino alla penalizzazione in classifica da scontare durante questo campionato. L’ufficio stampa della federazione ha comunicato che “Il club (il Watford) è stato formalmente contattato dalla EFL ed è stata richiesta la presentazione di una completa documentazione. Una volta che avremo ricevuto risposta, si prenderanno in considerazioni i provvedimenti e le sanzioni che il regolamento eventualmente prevede”. Tra l’altro, lo stesso Telegraph precisa che non ci sono prove sul fatto che Gino Pozzo sapesse della falsità dei documenti. Gli Hornets, dal canto loro, fanno sapere che “Ci sono delle indagini in corso: ci sembra quindi inappropriato fare dei commenti prima che le stesse giungano al termine”.

L’eventuale penalizzazione complicherebbe il cammino in Premier League della squadra di Walter Mazzarri che si trova attualmente al nono posto in classifica con 12 punti, in zona tranquilla. Un caso simile, ma con un campo di accusa più esteso, ha riguardato nel 2001 il Chesterfield, che venne penalizzato di 9 punti nel campionato di Terza Divisione e l’allora presidente Darren Brown condannato a 4 anni di carcere.