Vittoria interna tutt'altro che facile per l'Arsenal: un buon Bournemouth fa gara pari coi Gunners ma deve piegarsi all'ennesima super-prestazione di Alexis Sanchez. A segno anche Walcott, brillante così come i subentrati Giroud e Ramsey. Riviviamo insieme il match.

Squadre in campo alle 15.15 esatte all'Emirates per il consueto posticipo domenicale: Wenger sceglie ancora una volta Sanchez come prima punta, con Walcott e Chamberlain in campo in contemporanea, mentre a rimpiazzare Bellerìn c'è il ritorno di Mathieu Debuchy, titolare dopo praticamente due anni. Eddie Howe invece ritrova Ibe ma lo relega in panchina, per schierare un 4-2-3-1 con Stanislas e Adam Smith laterali e King a supporto di Callum Wilson.

Inizio a ritmi decisamente alti, si corre tanto ed a volte i contatti vanno oltre il limite, ma nonostante i tentativi di Ozil, Smith ed Elneny, nessuno dei due portieri si sporca le mani. L'Arsenal aumenta gradualmente il ritmo, ma dopo una dozzina di minuti è Cook a fare il regalo decisivo: clamoroso retropassaggio, harakiri inspiegabile che rimane a metà strada tra il difensore del Bournemouth ed il portiere Federici. Alexis Sanchez capisce tutto, si fionda sul pallone e con una finta piuttosto semplice riesce a far fuori il portiere avversario per depositare sul fondo della rete.

Dopo la dolcezza del vantaggio, per i Gunners arriva la tegola di un altro infortunio: sfortunatissimo Mathieu Debuchy, costretto a lasciare il campo dopo soli quindici minuti per problemi muscolari. Il francese paga ancora una volta caro il suo fisico fragile. Jenkinson non è in panchina, quindi Wenger sceglie di adattare Gabriel Paulista sulla fascia destra.

Una volta sotto, il Bournemouth prova a farsi avanti timidamente, per cercare qualche spazio, e presto la frittata arriva anche dalla retroguardia dei londinesi: su una palla filtrante in area, Nacho Monreal frana addosso a Callum Wilson diretto verso il fondo e regala il calcio di rigore. Dal dischetto va lo stesso numero 13, che con estrema freddezza spiazza Petr Cech e fa 1-1. Da questo momento la partita si innervosisce molto, sia sugli spalti (con l'Emirates a beccare continuamente l'arbitro Mike Jones) sia in campo, con Arter che non gradisce l'intervento duro di Koscielny. Le scintille sono sedate immediatamente, e sugli sviluppi della punizione Adam Smith si ritrova a colpire di testa tutto solo in area: palla alta, chance clamorosa sprecata, e tensione che rimane altissima a Londra.

Gli uomini di Wenger, digerito il pareggio, perdono un po' di verve e preferiscono riordinare le idee col possesso palla, ma gli avversari chiudono bene gli spazi nella loro metà campo, lasciando solo il palleggio sulla trequarti. Gli unici tentativi arrivano dalla fascia destra, ed è proprio da lì che colpisce Sanchez, in pieno recupero: palla allargata, controllo e missile di destro che si stampa sul centro della traversa.

Il secondo tempo sembra molto in bilico fin dal fischio iniziale, ma a sbloccare le cose ci pensa Theo Walcott: è lui a chiudere in rete da distanza ravvicinata il traversone al volo di Monreal, ma gran parte del merito della rete va a Mesut Ozil, autore di un numero da fuoriclasse sulla destra per dare il via all'azione offensiva. L'Emirates si riaccende, la partita sembra riprendere vigore, ed il Bournemouth, cercando la reazione, prende più di uno spavento in ripartenza: Alexis Sanchez corre in campo aperto come un centometrista, e gli inserimenti dei suoi compagni creano sempre possibilità di occasioni da gol. Match che nonostante il risultato prosegue sui binari dell'equilibrio, e le occasioni da gol scarseggiano. Xhaka ci prova dalla distanza dopo l'ora di gioco (senza fortuna) e Howe prova a scuotere i suoi mandando dentro Jordon Ibe, ristabilito dopo l'influenza, in campo al posto dell'acciaccato Stanislas.

C'è tempo anche per la standing ovation verso Theo Walcott, che lascia il posto al solito ingresso di Olivier Giroud per l'ultimo quarto d'ora, ma la partita rimane piuttosto bloccata, affidata alle folate degli uomini di maggior estro in campo. L'occasione clamorosa per il Bournemouth arriva però sul piede di Afobe: l'ex-attaccante dell'academy dell'Arsenal impatta un traversone dalla bandierina quasi a botta sicura. Nonostante la brevissima distanza, arriva il miracolo di Petr Cech, col piede destro allargato in stile hockey su ghiaccio: palla respinta e minaccia allontanata. Il finale è una serie di ripartenze continue da una parte all'altra, ma senza mai nessuno strappo davvero incisivo. Giroud si fa vedere subito su un traversone dell'incontenibile Sanchez, ma Ake riesce a disturbarlo rimanendo nella legalità per rendergli molto difficile il colpo di testa in anticipo.

Poco dopo il francese ci riprova in acrobazia: stavolta il suggerimento è di Ramsey e sul secondo palo, ma la mezza sforbiciata di sinistro presenta un coefficente di difficoltà ai limiti del possibile. Favore restituito al gallese: inserimento su sponda di petto dello stesso Giroud, ma sul mancino incrociato riesce a mettere una mano Federici che chiude in corner. Il Bournemouth ci prova con tutte le forze, ma al novantesimo esatto i Gunners mettono un punto alla sfida. Contropiede guidato da Ozil che imbecca Giroud sul fondo: scarico di destro per Sanchez che può insaccare a porta vuota. Alla fine è 3-1, con l'Arsenal che si avvicina al terzetto di testa (Chelsea, Liverpool e City) arrivando a -3 dalla vetta di un campionato ancora tiratissimo.