Con un Alexis Sanchez così, l'Arsenal può solo vincere. E così accade nel posticipo delle 18.30 del sabato: il cileno ne fa tre, con tanto di assist, permettendo alla sua squadra di dilagare sul campo del West Ham, portandosi a casa un clamoroso 1-5 e soprattutto il momentaneo secondo posto solitario, sempre a -3 dal Chelsea e a +1 sul Manchester City, aspettando il Liverpool.

I padroni di casa si presentano come escono, cioè a pezzi, con una serie di infortunati da brivido. Bilic prova a fare di necessità virtù - anche se dopo 7' è costretto a inserire Arbeloa per Collins - lanciando in attacco il giovane e promettente Fletcher, mentre sugli esterni vanno Fernandes e Masuaku. Anche in casa Gunners i problemi sono svariati, così si imbuca nell'undici titolare Chamberlain, mentre a centrocampo è titolare Xhaka. Sorprende la difesa, dove Gabriel si sposta a destra, causa, anche qui, infortuni.

I primi minuti di gioco sono contraddistinti dall'ottima intensità offensiva degli ospiti, lucidi nel giropalla e in grado di pungere sfruttando la superiorità numerica in fascia: Monreal a sinistra affonda spesso e volentieri creando un paio di occasioni e mettendo in affanno la difesa Iron, che riesce in qualche modo a cavarsela. Lanzini, il migliore dei suoi in avvio, cerca la reazione in ripartenza al 19', trovando però Cech pronto sul primo palo; un lampo nel nulla, in termini di occasioni, perchè cinque minuti dopo passa l'Arsenal: Ogbonna rilancia addosso a Coquelin, la cui respinta lancia Sanchez, intelligente nel servire Ozil tutto solo a pochi passi dalla linea.

Una volta capitalizzato il vantaggio, i Gunners acquisiscono ulteriore sicurezza in fase di pressione e impostazione, cavalcando poi gli spunti di un Chamberlain tanto attivo quando impreciso e pasticcione, spesso colpevole di alcuni palloni buttati via in frangenti decisivi. Dietro però le sofferenze vengono ridotte al minimo, perchè la determinazione permette agli uomini di Wenger una - insolita - veloce riconquista del pallone, per tornare in attacco.

Il tema tattico non muta nella ripresa, visto che il West Ham ci prova assumendo una tattica più spregiudicata, ma non riuscendo mai a servire Fletcher, tanto che l'unica occasione il giovane attaccante se la crea da solo. L'Arsenal invece continua a premere, sbattendo anche per due volte su un Randolph provvidenziale nel rispondere a Ramsey o Ozil. Il portiere irlandese deve però arrendersi di fronte a un Alexis Sanchez semplicemente incontenibile: al 72' firma lo 0-2, andando via di fisico a due uomini e incrociando da posizione defilata. Otti minuti dopo si ripete, stavolta con un destro da fuori di prima intenzione preciso all'angolino.

Sullo 0-3 la gara sembra chiusa, ma il subentrato Carroll offre una speranza ai suoi ribattendo in porta una punizione di Payet terminata sull'incrocio. Neanche due minuti dopo le speranze degli Hammers si frantumano sul meraviglioso destro a giro di Chamberlain dalla distanza, imprendibile per Randolph, che all'86' subisce anche l'umiliazione del cucchiaino di un Sanchez insaziabile ed elegante, fuggito sul filo del fuorigioco.

Nel finale Randolph deve anche superarsi in un altro paio di occasioni, salvando comunque un passivo già si per sé pesante. 1-5 e notte fonda Irons, mentre l'Arsenal pensa di nuovo in grande.