La gioia del successo fatta sparire a pochi secondi dal termine. È quanto successo al Manchester United nella sfida sul campo dell'Everton delle 17.00. I Red Devils, illuminati nel primo tempo da un lampo di Ibrahimovic, devono pagare carissima l'ingenuità del subentrato Fellaini, che permette a Baines di trasformare un calcio di rigore ad un minuto dal novantesimo. Un punto a testa e tanta amarezza per gli ospiti.

A Goodison Park, dove nessuno ha ancora vinto in questa stagione, Koeman deve ospitare il Manchester United di Mourinho, reduce da cinque risultati utili consecutivi. 4-4-2 per l'olandese, coon Bolasie e Cleverley come esterni e la coppia Lukaku-Mirallas a cercare di fare male in avanti. Lo Special One invece ripropone il 4-3-3 con Carrick davanti alla difesa, Pogba ed Herrera da mezzali, e Martial insieme a Mikhitaryan ai lati di Zlatan Ibrahimovic.

Inizio di partita piuttosto divertente, con Ibrahimovic da una parte e Lukaku dall'altra a dannarsi per cercare di muovere la difesa avversaria. Al quarto d'ora lo spavento principale per lo United arriva da Marcos Rojo: l'argentino senza apparente motivo entra a contrasto in salto ed a piedi uniti contro Gueye. Non ci sono conseguenze gravi, Oliver sceglie il giallo, ma un'eventuale espulsione non avrebbe stupito nessuno.
La fascia destra dell'Everton funziona e costruisce, ad esempio prima della mezz'ora: solito Lukaku a sfruttare il fisico per far partire Yannick Bolasie, che controlla e mette dentro il destro teso, appena troppo lungo per l'inserimento di Mirallas. Il match si sviluppa come una sorta di uomo contro uomo a tutto campo, sempre sul filo del tempismo per anticipi e raddoppi. Le occasioni mancano, nonostante i tanti piedi buoni in campo: errori in costruzione o sulla trequarti, uniti ad ottime chiusure delle due linee difensive permettono ai due portieri di rimanere praticamente immobili per i primi quaranta minuti.
Poi, come un fulmine a ciel sereno sul finale di tempo, Zlatan Ibrahimovic decide di dimostrare al mondo perché lui si chiama così e gli altri no: scatto sul filo del fuorigioco sul lancio di trenta metri di Martial, anticipo su Funes Mori ma soprattutto sull'uscita improvvida di Stekelenburg. Lo svedese lo punisce con l'esterno del destro, disegnando un pallonetto da favola che impatta prima sulla traversa, poi sul palo, rimanendo quasi stregato sulla linea di porta. Dopo due rimbalzi, però, la palla entra ed è festa United. Il vantaggio scioglie gli uomini di Mourinho, che si trovano con più precisione e tranquillità e tirano subito di nuovo in porta, nella persona di Anthony Martial: il suo destro è però bloccato bene da Stekelenburg.

Il primo squillo del secondo tempo parla belga, com'è inevitabile che sia: Mirallas si accende, duetta con Lukaku al limite dell'area e riceve il passaggio filtrante di ritorno. Bomba col destro incrociato, ma De Gea compie una vera e propria prodezza, di istinto puro, mettendo il ginocchio per respingere in calcio d'angolo. Lo United percepisce il pericolo e si butta in avanti per provare a trovare il raddoppio: dieci minuti di forcing continuo che però non si tramuta mai in una conclusione davvero pericolosa. Ci provano Martial e Ibrahimovic, ma entrambi sbattono sul muro blu. Poi, nel momento migliore dei Red Devils, è Ander Herrera ad andare vicinissimo al gol: Mikhitaryan riconquista palla, Carrick si inserisce e crossa, Pogba devìa di testa, e lo spagnolo si ritrova tutto solo sul secondo palo. Stop, mancino di controbalzo da cinque metri ed incrocio dei pali colpito in pieno.
Alla metà del secondo tempo ci sono problemi fisici per Bolasie ma soprattutto per Seamus Coleman, stordito e molto dolorante per un contatto di qualche minuto prima in cui Ibrahimovic gli è rovinato addosso, colpendolo anche con una scarpata involontaria. Usciranno entrambi per Holgate e Valencia, costringendo Koeman a tre cambi in tre minuti. Partita abbastanza frenetica, con molte palle vaganti e molti ribaltamenti di fronte. Dopo i cambi sembra rinvigorito l'Everton, ma Lukaku e Mirallas finiscono spesso e volenieri nelle grinfie dei due centrali in rosso. Ci prova anche Gueye dalla distanza, mentre dopo qualche minuto tocca al neo-entrato Holgate, che vola in cielo sul corner, ma in entrambi i casi una mano di David De Gea strozza l'urlo in bocca ai padroni di casa. 
Il gol è nell'aria, Mourinho si copre inserendo anche il fischiatissimo Marouane Fellaini, ma proprio l'ex della partita commette una colossale ingenuità: Gueye aggancia una palla vagante in area, il belga arriva in ritardo e lo tocca. Il centrocampista dell'Everton è bravo ad evidenziare il contatto, ma il fischio di Oliver non è errato. Sul dischetto va Baines, De Gea intuisce ma non tocca, è pareggio Everton. Ad un minuto dalla fine, è tutto da rifgare per il Manchester.
Nei cinque di recupero l'Everton è in trance totale ed addirittura i Red Devils devono lottare per non subire il ribaltone totale, col match che si trasforma in una lotta senza quartiere per tutto il prato di Goodison Park, ma la parità regge fino al triplice fischio di Michael Oliver. Altro risultato che lascia l'amaro in bocca al Manchester, sempre più lontano dalla vetta, mentre l'Everton mantiene la sua imbattibilità casalinga che ora arriva a sette partite consecutive.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.