Premier League - Arsenal, che tonfo! Il Watford passa 1-2 all'Emirates

I padroni di casa scendono in campo con 45 minuti di ritardo: Deeney e Kaboul aprono nel primo quarto d'ora, accorcia le distanze Iwobi, ma non basta. I Gunners scivolano a -9 dal Chelsea, sabato lo scontro diretto.

Premier League - Arsenal, che tonfo! Il Watford passa 1-2 all'Emirates
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Di Giorgio Dusi

The Italian Job. Walter Mazzarri si inventa con il suo Watford una prestazione memorabile ed espugna l'Emirates Stadium: l'Arsenal cade in casa per 1-2, per effetto delle reti di Kaboul e Deeney, nel giro di quattro minuti tra il 10' e il 13'. Non basta un secondo tempo d'assedio ai Gunners, che trovano solo il gol per accorciare le distanze. Conte saluta e ringrazia, anche il Tottenham si ferma: il Chelsea va a +9 sulle inseguitrici e sabato ospiterà proprio gli sconfitti di questa sera, con la possibilità di chiudere definitivamente i conti.

Mazzarri sceglie di rintanarsi in difesa attendendo spazi per colpire, schierando un simil-4-5-1 con Niang, all'esordio, sull'ala sinistra. Unica punta è Troy Deeney, a centrocampo invece spazio per Cleverley. Dietro linea con Cathcart, Kaboul, Prodl e Britos. Arsenal con il solito 4-2-3-1, Iwobi vince il ballottaggio prendendosi il posto a destra sulla trequarti e completando la fascia con Gabriel, preferito a un Bellerin ancora non al 100% fisicamente.

L'avvio di gara mostra equilibrio, con i padroni di casa in controllo del pallone e gli ospiti in attesa, ma dal 10' inizia la serie di disgrazie con sfortunato protagonista Aaron Ramsey. Prima devia una punizione di Kaboul verso la porta, battendo Cech; tre minuti dopo manca invece uno stop a centrocampo, permettendo a Capoue di involarsi verso la porta: sulla botta si fa trovare pronto l'estremo difensore Gunner, ma la ribattuta di Deeney da due passi è cruciale e vale un clamoroso 0-2. Il momentaccio del gallese termina al 17', quando un problema muscolare alla coscia lo costringe a lasciare il campo a Chamberlain.

L'uno-due innervosisce l'Arsenal, in grossa difficoltà senza centrocampisti di ruolo a raccordare i reparti, mentre le Hornets continuano a imporre la propria fisicità: ne risulta una partita maschia, con poca espressione tecnica, se non per alcune flebili fiammate degli avanti in rosso, comunque senza impegnare un rilassato Gomes. Indaffarato invece il collega ceco nell'altra metà campo: deve mettere una mano su un destro da fuori di Deeney e su un colpo di testa di Prodl. La pioggia si intensifica e il match non cambia la propria solfa, perchè è sempre Cech a doversi prendere il palcoscenico: al 37' i suoi riflessi sono decisivi sul destro convinto di Janmaat da dentro l'area.

Nell'intervallo Bould - in panchina al posto di Wenger, squalificato - cambia volto all'attacco, inserendo Walcott al posto di un Giroud impalpabile: più velocità giova, proprio l'inglese dopo 170 secondi arma il destro per un diagonale che esce di poco. I segnali positivi vengono confermati: sempre il 14 si fa fermare in uno-contro-uno da Gomes, provvidenziale anche su Iwobi con una spettacolare parata in controtempo, mentre il sinistro di Ozil è centrale e facile da tenere. A rompere l'incantesimo riesce Iwobi al 58': Sanchez scatena il panico a destra e scucchiaia sul secondo palo, il nigeriano apre il piatto e riapre la contesa anche sotto il profilo del risultato.

La partita si trasforma in un assedio, i Gunners monopolizzano il controllo della sfera e non subiscono in contropiede, complice un Watford schiacciato all'indietro e che accusa i segni di stanchezza, nonostante Mazzarri ricorra alla panchina. Anche Bould si gioca l'ultimo cambio, con Lucas Perez: un altro offensivo per scardinare una difesa che regge. Ci prova all'81' anche Monreal, una splendida volée da fuori che non va lontana dall'incrocio dei pali. Colpisce in pieno la traversa invece Lucas con un mancino secco da ottima posizione, propiziato da una rimessa laterale di Gabriel.

L'Arsenal attacca, i ragazzi di Mazzarri si difendono con le unghie e con i denti: fanno muro di fronte alla propria area e impediscono le verticalizzazioni a un Arsenal stanco e prevedibile, che soccombe tra le mura amiche e vede i sogni di titolo al bivio.