È trascorso esattamente un anno dalla partita che forse è rimasta incisa più profondamente nei nostri cuori, se si parla di Leicester. È già trascorso un anno da quel folle pomeriggio di Manchester, quando l’impossibile divenne reale, quando tutti comprendemmo che quei ragazzi, in un modo o nell’altro, ce l’avrebbero fatta. Quel sabato si giocava per la 25esima giornata di Premier League, che vide fronteggiarsi nell’anticipo delle 13:45 il Manchester City di Pellegrini e la capolista Leicester di Claudio Ranieri. Fu una delle gare più emozionanti della scorsa edizione del massimo campionato inglese: terminò 1 a 3 per gli ospiti delle Midlands, con il granitico difensore Robert Huth che andò in gol addirittura 2 volte, consentendo alle Foxes di allungare sul resto della comitiva. Purtroppo però, la favola Leicester che tutti ricordiamo sembra aver avuto una bellezza effimera, visto che al giorno d’oggi, delle vecchie volpi, non c’è alcuna traccia.

La fotografia del Leicester odierno non è esattamente idilliaca, com’era d’altronde lecito attendersi. Certo è che, trovarsi alla 24esima giornata ad un solo punto dalla zona retrocessione, forse supera addirittura le previsioni più pessimistiche. 17esima piazza condivisa con Swansea e Middlesbrough, un attacco che quest’anno non giova del cinismo di Jamie Vardy (solamente 5 segnature in 21 apparizioni), un reparto mediale orfano probabilmente del miglior interditore del pianeta (N’Golo Kantè), e una difesa che soffre enormemente su molteplici e svariate situazioni.

È inspiegabile invece la metamorfosi che attraversa il Leicester mentre si tratta di questioni continentali: in Champions League i ragazzi di Ranieri hanno superato le 6 gare della fase a gironi con uno spolvero impressionante, ottenendo comodamente il primato nel proprio blocco G e terminando addirittura a 13 punti, potendo contare su una media punti/gara di 2.16, contro gli 0.87 del campionato (in Premier una media punti/gara di 2.16, per intenderci, basterebbe per occupare la seconda posizione davanti al Tottenham, con 51 punti).

La gioia di Vardy, Slimani e Albrighton dopo il primo gol della storia del Leicester in Champions League | fonte: Carl Recine/Reuters

Proprio quando stiamo per giungere al momento cruciale della stagione, il Leicester di Ranieri sta visibilmente mollando la presa. Sono persino giunte voci di un rischio esonero per l’allenatore romano, che solo qualche settimana fa veniva riconosciuto come The Best FIFA Football Coach. In tutta franchezza, non credo che la migliore scelta sia quella di esonerare Sir Claudio: si andrebbe a destabilizzare un ambiente che già è in equilibrio su un filo di seta, e che sicuramente verrebbe traumatizzato dal terremoto che questa notizia provocherebbe. Io credo che da quelle parti abbiano capito che stanno lavorando con un professionista di livello assoluto, che ha stravinto il proprio girone in Champions, che si giocherà la possibilità di accedere ai quarti di finale con il Siviglia, e che sta attraversando una naturale flessione fisiologica. Ma che comunque rimane un top manager.

Superare il Siviglia non sarà semplice, ottenere la salvezza sarà dura, ma questa gente è nata per compiere missioni impossibili, figuriamoci se quelle difficili sono in grado di spaventare.