Volare in Inghilterra lasciandosi alle spalle rimpianti e delusioni, affrontando una nuova vita, una pagina tutta da scrivere nel libro della propria carriera, dimenticandosi delle esperienze precedenti, più o meno infelici. Manolo Gabbiadini respira una nuova aria, non più quella pesante di Napoli e del Napoli, ma quella fresca, libera, di Southampton, una città che s'affaccia su un'insenatura nel canale della Manica. Lui, uomo delle Orobie che sta legando la sua carriera calcistica al mare: quello di Genova, quello partenopeo, e ora quello più freddo dell'Inghilterra. L'ultimo repentino cambio di ambiente ha rigenerato il classe 1991, a partire da un differente body language. Il rapporto mai idilliaco con Sarri, la quasi incompatibilità tra caratteristiche del ragazzo e le idee del tecnico, le conseguenti panchine, le altrettanto conseguenti difficoltà. Tutto alle spalle, tutto lasciato affondare nel mare partenopeo.

L'approccio con il nuovo campionato, la Premier League, è stato devastante: due gare giocate, tre reti. Posto che le difese di West Ham e Sunderland non si avvicinano molto quelle di Atletico Madrid o Juventus, attendersi da un giocatore, reduce comunque da sei mesi difficili, un impatto come quello che ha avuto l'ex Sampdoria, è quasi andare oltre le aspettative reali. Claude Puel, tecnico dei Saints, ama far giocare attaccanti in grado di muoversi con ottima sincronia, lasciandoli abbastanza liberi di svariare sui fronti, senza mai rinchiuderli su fasce rigorose o posizioni estreme. Soprattutto, il gioco non contempla la presenza di un centravanti puro, come in azzurro, da dettami di Sarri. La differenza è notevole, ed è sostanzialmente quello che separa le possibilità che Gabbiadini faccia bene o fatichi. E non è certo una responsabilità esclusiva del tecnico toscano.

L'avvio vincente è anche frutto di un'altra combinazione: un calciatore non abituatosi a certe pressioni che gioca in una squadra che punta, una volta salvatasi, a piazzarsi semplicemente il meglio possibile. Ai Saints non è richiesto lottare per l'Europa, l'ambiente vive con leggerezza le stagioni - questo è stato anche il segreto degli ottimi piazzamenti degli ultimi anni. Quasi una sorta di relax psicologico che poco dovrebbe addirsi ai ritmi infernali della Premier League. Il Southampton è l'eccezione che conferma la regola, è l'angolo di paradiso calcistico dove raramente i giocatori rendono al di sotto del proprio potenziale: forse, negli ultimi 4 anni, sono stati al massimo cinque gli acquisti sprecati, su un totale di oltre venti innesti.

Il valore reale di Gabbiadini, finora rimasto nascosto nelle varie esperienze tra Genova e Napoli, si scoprirà soltanto con lo scorrere del tempo, delle giornate e - perchè no - dei gol. Tra due settimane Manolo affronterà il primo snodo di un qual certo rilievo in terra inglese: la finale di EFL Cup, contro il Manchester United. Quella partita potrebbe segnare il distacco definitivo col passato.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]