L'esonero di Claudio Ranieri ha provocato uno scossone alla squadra del Leicester, la quale ha risposto in bello modo sul campo riuscendo ad ottenere una storica qualificazione ai quarti di finali della Champions League, prevalendo nel doppio confronto, spalmato su 180' minuti, contro i rivali, ben più quotati, del Siviglia. C'è comunque, in giro per la città della contea del Leicestershire, qualcuno che non ha mandato giù l'esonero del tecnico italiano, il condottiero, nella passata stagione, del miracolo Leicester.

Quel qualcuno ci è andato giù pesante, trovando in Jamie Vardy uno dei maggiori responsabili dell'allontanamento del tecnico nativo di Roma. E' stato lo stesso attaccante inglese, intervistato dal Sun, a confessare le minacce di morte ricevute: "E' una cosa bruttissima, sono sensazioni che non auguro di vivere a nessuno. Sono stato minacciato in diversi modi, sui social network, ed addirittura mentre passeggiavo, in giro per la città. Tutto questo non c'entra col calcio" ha tuonato l'attaccante inglese".

Continua scosso Vardy, allargando il discorso delle minacce ricevute, anche ad altri componenti della sua famiglia: "Sembra che agli appassionati di calcio io non piaccia più di tanto. Noi giocatori non possiamo fare nulla contro le false accuse che sono state lanciate. Io non ci bado, ma quando la gente se la prende con tua moglie, mentre sta guidando la macchina con i bambini seduti sul sedile posteriore, allora diventa un problema. È successo molte volte, ed è terrificante. Più volte hanno tentato di mandare fuori strada mia moglie. Tutto questo non ha alcun senso.".

Dopo un periodo difficile, in cui il Leicester era sprofondato in zona retrocessione in Premier League, il peggio sembra essere passato, e l'avvento in panchina di Craig Shakespeare pare aver portato una ventata di ottimismo, quell'ottimismo sempre crescente e derivante anche dai buoni risultati ottenuti dalle Foxes sia in campionato, che in Champions League.