Buona la terza. Dopo due sconfitte nei primi due incontri, Josè Mourinho riesce a battere il Chelsea, riaprendo la corsa al titolo e rilanciandosi nella lotta per la qualificazione in Champions League.

Il Manchester United mette in chiaro le cose fin dalle prime battute, azzannando i Blues già dopo 7 minuti con Marcus Rashford, praticamente senza concedere nemmeno un’occasione agli avversari per tutto il primo tempo; l’avvio di ripresa è sostanzialmente una fotocopia, con il raddoppio che arriva dopo 4 minuti grazie ad Ander Herrera, assist man dell’1-0 ed al primo goal stagionale. La risposta della squadra di Conte arriva negli ultimi 20 minuti, quando i Red Devils lasciano il controllo della palla agli ospiti e ripartono di tanto in tanto in contropiede, a risultato ormai acquisito.

A livello tattico, Mourinho ha sorpreso tutti risparmiando Zlatan Ibrahimovic e optando per una sorta di 3-5-2, con Valencia e Young sugli esterni a tutta fascia, Lingard a sostegno di Rashford ed una linea difensiva a 3 formata da Rojo, Bailly e Darmian. Al di là dello schieramento, i tre punti sono arrivati grazie all’intensità ed alla voglia di vincere mostrata dagli undici in campo ed alle prestazioni individuali fornite. Su tutti Marcus Rashford: giocava al posto di Ibra, ma dell’assenza dello svedese non si è accorto nessuno. Tanta corsa abbinata a tanta qualità, è probabilmente il migliore dei suoi; i goal sono ora 5 in Premier League, ma quello che balza all’occhio è la duttilità del classe ‘97, che è in grado di ricoprire diversi ruoli ed ha dimostrato che, se serve un turno di riposo all’ex Juventus, Inter e Milan, Mourinho non deve disperare. Anzi, privati dell’accentratore del gioco, forse i compagni si sono sentiti più liberi di esprimersi, senza la soggezione che provoca il carisma del gigante di Malmo.

Mourinho abbraccia Rashford al momento della sostituzione, www.premierleague.com
Mourinho abbraccia Rashford al momento della sostituzione, www.premierleague.com

Altra prestazione degna di nota è quella di Ander Herrera: molto presente in fase di interdizione – è lui a conquistare il pallone a metà campo, seppur aiutandosi con un braccio, ed a lanciare Rashford in occasione dell’1-0 – ed in fase realizzativa, con il goal che chiude il match; offre copertura difensiva e qualità nell’appoggio in costruzione. Da sottolineare anche la prova di Matteo Darmian: schierato in una posizione non abituale per lui in una partita così importante, l’ex Torino non va mai in affanno, è sicuro e tiene bene su Pedro, il più attivo del Chelsea.

La classifica per il Manchester United ora dice 60 punti che valgono il momentaneo quinto posto, a -4 dai cugini del City, con il derby ancora da giocare e con una partita in meno rispetto ai Citizens, ed a -6 dal Liverpool terzo, in questo caso con due gare di difetto. I prossimi sette impegni che attendono i Red Devils in Premier League da qui alla fine sono Burnley, recupero della stracittadina, Swansea, Arsenal, Tottenham, Southampton e Crystal Palace, con i tre big match contro Guardiola, Wenger e Pochettino da affrontare tutti lontano da Old Trafford. Senza dimenticare l’Europa League - in cui lo United è favorito - che offre, se vinta, la qualificazione diretta in Champions League: giovedì c’è il ritorno dei quarti di finale contro l’Anderlecht – si riparte dall’1-1 ottenuto in Belgio.