Joey Barton torna - ancora una volta - nell'occhio del ciclone. E' stata infatti ufficializzata in mattinata la squalifica di 18 mesi a causa dei problemi di scommesse che hanno afflitto il giocatore nel corso della propria carriera. Difficile definire quella del centrocampista classe 1982 come "l'ennesima bravata", ma di certo la Football Association non è stata morbida: la pena comminata al mediano è aspra e, come spiega il diretto interessato in una lettera aperta pubblicata sul proprio sito, dovrebbe portare, salvo drastiche riduzioni dopo il ricorso che verrà presentato, al ritiro dal calcio giocato.

"Sono deluso dalla pesantezza della sanzione", scrive Barton, "la quale effettività mi porterà ad un ritiro anticipato dal calcio giocato. [...] Sono cosciente di aver infranto le regole che governano il calcio professionistico, ma sento che la pena è più dura di quanto sarebbe se fosse coinvolto qualcun altro. Alcuni sono stati sospesi per 12 mesi per aver scommesso su match in cui sono scesi in campo, altri per 6 mesi per il mio stesso problema".

Barton, attualmente in forza al Burnley, ha poi chiarito la sua posizione medica - "Ho portato alla federazione un certificato che confermasse i miei problemi con le scommesse, ho combattuto contro questa dipendenza" - senza risparmiare frecciate decise: "Credo che se la Fa voglia davvero essere seria riguardo l'ostacolare la cultura delle scommesse nel mondo del calcio, dovrebbe controllare la propria dipendenza dalle compagnie di scommesse e il loro ruolo nel calcio e nelle reti sportive, prima di punire i giocatori. [...] Credo ci sia una grossa contraddizione tra la politica della Fa e la cultura intorno allo sport professionistico, dove chiunque guardi calcio è tempestato da pubblicità di compagnie di scommesse, che sia in televisione o allo stadio. [...] Affermo questo, cosciente che ho vestito varie maglie con stampati loghi di compagnie di scommesse, pubblicizzandole a mia volta".

"Non sono il solo che ha problemi di scommesse nel mondo del pallone, sono cresciuto in un ambiente dove scommettere è parte della cultura. [...] Raramente competo per qualcosa che non ha nulla in palio. Amo competere, amo vincere, ne sono dipendente", prosegue il centrocampista, che in carriera ha vestito le maglie di Manchester City, Newcastle, Qpr, Marsiglia, Rangers e Burnley. "Non ho nulla da dire per giustificarmi. Ho piazzato oltre 15000 scommesse, 1200 di queste sul calcio, mediamente 150 sterline a scommessa. Odio perdere ancora prima di quanto ami vincere, per questo non ho mai scommesso grosse cifre". 

Tra le tante scommesse piazzate dal centrocampista, varie riguardavano anche squadre in cui era al tempo tesserato (tra il 2004 e il 2011), ma tutte partite in cui Barton non era protagonista in campo, quindi senza capacità di poterne influenzare l'esito.

"In ogni gara che ho disputato, ho dato tutto. Sono cosciente di avere problemi caratteriali con cui convivo, ma sono un dedito professionista e in campo non mi sono mai risparmiato. [...] In tutte le gare su cui ho scommesso, non ho mai giocato, non ero nemmeno in panchina, non potevo influenzare il risultato in alcun modo. Spesso scommettevo contro la mia squadra, come per ripicca per essere stato escluso. Potrebbe essere considerato infantile e stupido, e non posso non essere d'accordo con questa tesi".

"Mi fa piacere che la Fa abbia riconosciuto la mia integrità da questo punto di vista, non avrei mai potuto guardare in faccia compagni, staff, dirigenza e tifosi se avessi scommesso su delle sconfitte della mia squadra, in gare che avrei potuto influenzare", aggiunge.

A testimonianza di quest'ultima frase, Barton ha allegato le fotografie delle scommesse riguardanti le proprie squadre.

"Durante la mia carriera ho commesso tanti errori per i quali ho pagato e dai quali cercherò di imparare, e così farò anche in questo caso, chiedendo aiuto per risolvere questo problema". Barton ha anche spiegato che farà ricorso, fiducioso di ottenere una squalifica più breve. Non dovessero esserci sconti, la controversa carriera del mediano inglese potrebbe considerarsi conclusa.

Il tweet contenente il link per leggere per intero la lettera aperta: