Il match che chiude il super sunday della 35esima giornata di Premier League è il North London derby fra il Tottenham e l'Arsenal, a White Hart Lane. Sicuramente è una delle partite più sentite da entrambe le tifoserie, ma anche dal tecnico dei Gunners, Arsène Wenger, nonostante sia la sua stracittadina numero 50, intervenuto in conferenza stampa per presentare la gara. "Mi aspetto una partita aperta, con alti ritmi" esordisce il francese, "Entrambe le squadre giocano all'attacco, quindi potrebbero esserci tanti goal, anche tenendo conto della qualità dei giocatori in campo".

Se l'Arsenal perdesse, avrebbe la matematica certezza di finire il campionato dietro al Tottenham in classifica, cosa mai accaduta sotto la gestione Wenger: "Se, se, se! Di solito nelle conferenze dobbiamo rispondere immaginando che accada il peggio, invece dobbiamo pensare a finire al meglio la nostra stagione e dare tutto per questo obiettivo. Noi dobbiamo assolutamente finire tra le prime quattro, poi, per l'orgoglio, lotteremo per arrivare davanti a loro". Anche la scorsa stagione gli Spurs erano avviati a concludere la Premier davanti all'Arsenal, poi però sono calati nel finale ed i Gunners hanno operato il sorpasso: "Non sta a me commentare cosa potrebbe accadere al Tottenham, io sono concentrato sull'Arsenal. Dobbiamo concentrarci su ciò che possiamo fare per finire al meglio la stagione: abbiamo grandi partite in Premier e la finale di FA Cup. Non ci interessano le debolezze altrui".

Come detto, sarà il 50esimo derby per Wenger: "Sicuramente ne ho vissuti di speciali, ma oggi non ci penso. Magari un giorno scriverò un libro su tutti i derby!". Per domenica però, Wenger sembra vedere il Tottenham favorito: "Lo pensa la maggior parte della gente, ma in realtà a me non interessa molto".

In conclusione, tornando sulla questione posizione in classifica, Wenger risponde con un pizzico di risentimento: "Servirà fare qualcosa in più, arrivare davanti a noi un anno non può avere lo stesso peso di arrivare dietro per 20 anni consecutivi".

Sulla formazione, il tecnico conferma il dubbio Koscielny. Difficile riconfermare il 3-5-2, salvo adattamenti. Si va verso il ritorno obbligato a quattro.