Premier League, 16esima giornata, subito un botto. Cade ancora il Chelsea, lo fa ancora contro una piccola, a quasi due mesi dall'ultimo KO in campionato, quello contro il Crystal Palace. Vince il West Ham, per la prima volta nel corso della gestione Moyes, proprio nell'attesissimo derby, ed esce così (parzialmente) dalla zona retrocessione: decide un gol di Arnautovic dopo sei minuti. Ma proprio dopo il vantaggio è iniziata la difficoltà degli Hammers, che hanno resistito strenuamente agli assalti degli avversari con una grande prova sia di grinta sia difensiva. I soliti problemi per i Blues, che confermano un atteggiamento un po' indolente accompagnato a delle difficoltà nel costruire palle gol contro compagini ben organizzate: non sarà per niente felice Conte, che ora rischia di finire a -14 dal Manchester City. Di seguito il racconto del match.

David Moyes sceglie un 3-5-2 all'inizio della gara di oggi. Adriàn difende i pali, davanti a lui ci sono Reid, Ogbonna e Cresswell. I tornanti sono Zabaleta e Masuaku, con Lanzini, Noble e Obiang che occupano la mediana. Arnautovic supporta Antonio in attacco. La risposta di Antonio Conte è schierata con lo stesso modulo: il pacchetto arretrato è composto dai soliti, vale a dire Courtois in porta, poi Azpilicueta, Christensen e Cahill. A centrocampo ci sono Zappacosta, Fabregas, Kanté, Bakayoko e Marcos Alonso: in attacco, invece, Hazard ruota attorno a Morata.

L'avvio vede gli Hammers tirare fuori il loro spirito classico dei derby: pressing alto e uscite pulite per un inizio abbastanza favorevole. Atteggiamento un po' molle, invece, per la controparte: il risultato è l'1-0 praticamente al primo tiro in porta. L'autore è Marko Arnautovic, che duetta con Lanzini entrando in area, poi si apre lo spazio per concludere col mancino alla destra del dischetto del rigore, pescando l'angolo giusto, sotto il palo lontano. Questo atteggiamento non viene abbandonato e continua a pagare, mettendo in difficoltà in entrambe le fasi i campioni in carica, che iniziano anche a dare segnali di una reazione più di nervi che non puramente legata ad aspetti tecnico-tattici: in tal senso si evidenziano le difficoltà degli ospiti in fase di costruzione, specie quando gli oppositori si schierano con due linee strette nella loro difesa posizionale; da segnalare in tal senso una grande prova di Masuaku, dominante oggi sulla propria corsia.

Col passare dei minuti comunque i Blues riescono a guadagnare campo e a rendersi più pericolosi, con i loro soliti schemi ripetuti e qualche situazione più attinente ad un piano B. Appartiene al secondo caso l'atipico tiro a giro da fuori di Kanté verso il palo lontano, con un buon intervento di Adriàn a negargli la gioia personale intorno alla mezz'ora. Poco dopo un potente traversone di Zappacosta non trova la deviazione aerea vincente di Morata per questione di centimetri. C'è da sottolineare che al contempo questi tentativi d'assalto mettono un po' a repentaglio la solidità difensiva dei blu, qualche volta imbeccati in contropiede: il brivido più grande è creato ancora da Arnautovic, ma disinnescato senza troppi problemi da Courtois. Il primo tempo si conclude così sull'1-0, senza ulteriori emozioni: serve un cambio di marcia ai seguaci di Conte.

Il tecnico cerca dunque questa sterzata adoperando anche un cambio tattico all'intervallo, con l'ingresso di Pedro al posto di Bakayoko ed il conseguente ritorno al 3-4-3 della scorsa stagione. E' però l'ingresso di Moses in campo a spostare Zappacosta a sinistra, dove l'italiano ha la possibilità - poco prima dell'ora di gioco - di mettere un pallone teso nel mezzo, dove Morata stavolta sfiora ma non riesce a direzionare: sempre rimessa dal fondo, sempre per pochissimo. L'orgoglio delle due squadre è in generale la caratteristica distintiva di questo tratto di gara, in cui stentano le occasioni ma è l'intensità a farla da padrone, con un impatto fisico eccezionale da parte di entrambe le compagini. Gli Irons vedono ovviamente affiorare un po' di stanchezza ma, con grande grinta e cuore, reggono alla grande le iniziative di Hazard e compagnia, sempre alla ricerca della giocata vincente.

Questi problemi di tenuta fisica dei Claret'n'Blues si trasformano, nel finale della sfida, in delle disattenzioni. All'81esimo ad esempio nessuno segue Morata, tenuto in gioco da un colpevole Masuaku che non sale insieme alla propria linea difensiva, e lo spagnolo può così colpire dal centro-sinistra dell'area: la sua conclusione è potente alla ricerca del primo palo, ma poco lucida. Si può dire lo stesso del tentativo mancino di Hazard, sull'appoggio proprio del suo compagno di reparto ex Real Madrid, che dalla lunetta calcia alto: ci ha abituato a qualcosa di migliore. I Pensioners continuano così a sbattere contro un muro d'orgoglio e di cuore, tipico di questo campionato ed in particolare dei derby. Il match si spegne dunque nella bolgia dell'Olympic Stadium, sul risultato di 1-0, senza nessun'altra palla gol.