Arrivano i tre punti, ma che sofferenza per José Mourinho. Al Turf Moore di Burnley, il suo Manchester United sembra spento e compassato, ma si difende bene e trova, ad inizio secondo tempo, uno splendido missile dal destro di Martial che gli permette di portare a casa la partita. Gara sporca, difficile, con l'assedio finale dei padroni di casa che per poco non regala il boccone amaro allo Special One, che invece vola al secondo posto solitario a quota 53 punti.

Il 4-4-1-1 di Dyche vede Barnes come unica punta, con Hendrick a suo supporto, mentre Arfield e Gudmundsson sono gli esterni. Defour e Cork a fare diga, Tarkowski e Mee proteggono Pope, mentre i terzini sono Bardsley e Taylor.  Dall'altra parte, è 4-2-3-1 con Mata titolare assieme a Lingard e Martial, a supporto di Romelu Lukaku. In mezzo al campo ci sono Matic e Pogba, Valencia, Smalling, Jones e Young formano la linea a quattro con De Gea tra i pali.

Fase iniziale già con qualche brivido per entrambi i portieri, con le formazioni che trovano spazio soprattutto sulle fasce: lo United prova a costruire con la rete di passaggi nello stretto per innescare Martial, il Burnley gioca di rimessa. Gudmundsson si libera bene a destra, ma sul suo calcio a giro è lucido De Gea a bloccare. In generale, però, la prima parte del primo tempo è abbastanza noioso, e ad esaltarsi sono solo le due difese: tanti anticipi ed intercetti, pochissime chiare occasioni da gol. Young e Valencia fanno piovere diversi traversoni in area, così come Cork e Gudmundsson dall’altra parte, ma anche quando qualcuno riesce ad impattarli le conclusioni sono sempre molto poco pericolose. Il primo, vero e proprio sussulto porta la firma proprio di Ashley Young, che fa secchi due avversari ed entra in area dalla fascia sinistra prima di lasciar partire il tiro a giro, ad un soffio dal palo alla sinistra di Pope. Comunque, il risultato rimane sullo 0-0 al rientro negli spogliatoi.

Si torna in campo senza sostituzioni nei 22 titolari, ma l’approccio dello United cambia radicalmente: appena otto minutisul cronometro della ripresa, Lukaku riesce a proteggere e portare su un pallone sporco, arrivando sulla destra e servendo, dalla parte opposta, Anthony Martial. L’ex-Monaco se la aggiusta sul destro, finta il tiro a giro ed invece beffa Pope sul primo palo, con un bacino alla traversa e la rete che si gonfia. Festa grande per gli ospiti che passano in vantaggio, ma il Burnley sfiora dopo appena tre minuti il pareggio, da piazzato: Gudmundsson sulla punizione da posizione invitante fa girare il sinistro, che si stampa pieno sulla parte alta della traversa di De Gea. Attorno all’ora di gioco scappa anche qualche scintilla, prima tra i padroni di casa e l’arbitro e poi tra Pogba e Defour, ma rientra tutto nella normalità. A venti dalla fine rischia tantissimo il Manchester: prima regala un corner che rimpalla due volte in area, poi concede troppo spazio a Gudmundsson, imbucato benissimo da Cork, permettendogli di mettere dentro il rasoterra tagliato. Il tocco, leggero, di Smalling è decisivo per mandare fuori tempo il tentativo di tap-in di Tarkowski in area.

Il Burnley però cresce, prende campo e sostanzialmente schiaccia lo United nella sua metà campo. Arriva l’occasione anche per Barnes, bravo a lanciarsi sulla palla lunga di Defour, ma la girata di testa era oggettivamente troppo difficile. Mourinho si arrocca con l’ingresso di Fellaini, mentre Dyche butta dentro l’ariete Sam Vokes: gli ultimi minuti sono tutti a tinte Claret, ma senza occasioni lampanti. Lo United regge e prova anche a ripartire: Martial, ancora liberato sulla sinistra, trova la splendida opposizione di Pope, col braccio alto, alla sua bomba sul primo palo. I cinque di recupero sono praticamente un mischione continuo generato dai padroni di casa, ma la difesa dello United, soffrendo, regge e porta a casa tre punti preziosissimi. Terzo risultato negativo, invece, consecutivo per il Burnley e Sean Dyche.