Monaco-Juventus, il momento della verità

I bianconeri affrontano la trasferta di Montecarlo con un esiguo vantaggio di 1-0 ottenuto in casa per conquistare una semifinale a cui non partecipano dal 2003.

Monaco-Juventus, il momento della verità
Monaco-Juventus prepartita
giodusi
Di Giorgio Dusi

L'attesa trepidante per un obiettivo che manca dal 2003, la voglia entrare nelle migliori quattro d'Europa, la speranza di continuare a coltivare un sogno. Tutto in una notte per la Juventus, che va in trasferta a Montecarlo sul campo del Monaco per centrare la semifinale di Champions League, obiettivo alla portata dei bianconeri, capaci di vincere per 1-0 la gara casalinga 8 giorni fa a Torino. Ora però non si può sbagliare: sciupare tutto quanto di costruito fino ad oggi contro un avversario decisamente alla propria portata significherebbe rovinare una stagione, oltre che lasciare a testa bassa la maggior competizione internazionale per club. Lo sa Allegri, lo sa Buffon, lo sanno anche Agnelli e la dirigenza, che di questa squadra sono gli artefici. Insomma, non sono concessi errori e cali di concentrazione. Al Louis II sarà una battaglia vera, Jardim non ci sta a darla vinta dopo la prestazione più che dignitosa dell'andata. L'ambiente sarà infernale, la partita sarà complicata, ma è in questi momenti che si vede una grande squadra. E la Juve vuole dimostrare finalmente di esserlo, anche a livello continentale. Perchè il sogno resta vivo.

I PRECEDENTI - Juventus e Monaco si sono affrontate solo una volta in partite ufficiali nella loro storia, in un'occasione piuttosto prestigiosa: la semifinale di Champions League della stagione 1997/98. La gara d'andata si giocò l'1 aprile, e a Torino i bianconeri si imposero nettamente per 4-1. Le marcature le aprì Del Piero su punizione, prima del pareggio di Costinha, ma ancora il numero 10 bianconero segnò altre due reti, prima che Zidane mettesse il punto esclamativo nel finale. Al ritorno nel Principato, dopo due settimane, il Monaco si impose per 3-2. La Juve passò in vantaggio con Amoruso, subentrato a Inzaghi, dopo un quarto d'ora, prima di subire la rimonta dei padroni di casa (Henry e autogol di Conte). Ancora Del Piero, al 74’, rimette in parità il match, e la rete di Spehar nel finale fissa solo il punteggio, ma in finale ci andarono i bianconeri.

Queste le formazioni e il video della gara d'andata di quel doppio confronto:

Juventus - Peruzzi, Torricelli (Conte 59), Montero, Iuliano, Pessotto (Birindelli 46'), Di Livio (Tacchinardi 66'), Davids, Deschamps, Zidane, Del Piero, Inzaghi.
Monaco - Barthez, Sagnol, Konjić, Christanval, Martin (Henry 68'), Djetou, Diawara, Pignol (Costinha 38'), Benarbia (Carnot 74'), Ikpeba, Trezeguet.

I NUMERI E GLI INCROCI - Contro le francesi la Juventus si è qualificata per 10 volte su 10, e in casa il rendimento è eccellente: 9 vittorie e 2 pareggi. L'ultimo testa-a-testa risale allo scorso anno, quando nei quarti di finale di Europa League i bianconeri eliminarono il Lione, vincendo 1-0 in Francia e 2-1 a Torino. Lo Stadium si sta dimostrando un fortino, visto che nelle coppe la Juve cavalca una striscia di 11 risultati utili consecutivi tra le mura amiche, e solo il Bayern Monaco è riuscito a violarlo, 2-0 nel 2013. Per il resto, 9 vittorie e 6 pareggi nelle 16 sfide europee disputate in casa. Quello con i tedeschi rappresenta l'ultimo quarto di finale giocato dalla Juve, che manca dalla semifinale dal 2003, raggiunta a spese del Barcellona (1-1 al Camp Nou e 2-1 in casa ai supplementari, con gol nel recupero di Zalayeta).

Numeri negativi per il Monaco invece contro le Italiane: una sola volta è riuscito a qualificarsi, su 6 tentativi. Bisogna tornare al 1992, quando l'allora squadra di Wenger eliminò la Roma nella Coppa delle Coppe, vincendo 1-0 in casa e pareggiando per 0-0 all'Olimpico. Quella rappresenta l'unica occasione in cui i monegaschi non hanno perso in Italia, visto che per il resto hanno collezionato 5 sconfitte. Cerca la quarta qualificazione alle semifinali, dopo averle raggiunte nel 1994, nel 1998 e nel 2004: in quest'ultima occasione riuscì anche a raggiungere la finale, l'unica nella sua storia, dove venne però sconfitto dal Porto per 3-0.

QUI JUVE - Adesso forse possiamo usare le parole "questione campionato archiviata": se fino a una settimana fa le romane potevano pensare di avere una piccola chance di rimonta, ora sembra essere svanita in definitiva anche quella. La vittoria di sabato sera per 2-0 dei bianconeri in casa contro la Lazio ha scavato un solco di 15 punti di vantaggio, il massimo in stagione, e alla Juve ora bastano solamente 6 punti nelle prossime 7 partite per aggiudicarsi lo scudetto, il quarto consecutivo, impresa di non poca rilevanza, visto che i bianconeri non riescono nell'impresa da 80 anni esatti, dal quinquennio che va dal 1930/31 al 1934/35, quando furono addirittura cinque di fila. Un 2-0 confezionato già nel primo tempo per effetto delle reti di Tevez e Bonucci, quest'ultimo dopo una cavalcata di tre quarti di campo palla al piede, colpevolmente lasciato troppo solo dai difensori biancocelesti. Insomma, una conferma e un'ipoteca a livello nazionale.

In Europa però è un'altra storia, perchè la strada verso la coppa dalle grandi orecchie, che a Torino manca dal 1996, è ancora lunga e ricca di ostacoli. I risultati recenti però imponevano un riscatto in questa stagione, prontamente arrivato agli ordini di Massimiliano Allegri, criticatissimo al suo arrivo in bianconero e che è stato bravissimo a conquistare la fiducia della piazza con i risultati e con il gioco. L'ingresso tra le migliori quattro d'Europa rappresenta un obiettivo reale, visto che da ben 12 anni la Juventus non riesce a raggiungere la semifinale di Champions League. Quell'anno conquistò anche la finale, ma venne battuta ai rigori dal Milan. Pensare di conquistare nuovamente il diritto di giocare la partita decisiva a questo punto non è ovviamente una follia, ma non va nemmeno dato per scontato. Arrivati a questo punto della stagione, ancora in lotta su tutti i tre fronti (compresa la Coppa Italia, dove la Juve si giocherà la finale contro la Lazio, sognare è quantomeno lecito. Perchè si sa, "per andare a Berlino bisogna sempre passare da Dortmund", e la strada dei bianconeri assomiglia terribilmente a quella dell'Italia che in terra tedesca alzò la coppa del mondo.

QUI MONACO - Un periodo positivo lo sta vivendo anche il Monaco, che sta provando a rientrare nella lotta scudetto in Francia, anche se qualche passo falso di troppo sta rallentando la corsa della squadra di Jardim. La Ligue 1 di quest'anno vede una classifica molto corta, e i capovolgimenti di fronte visti fin'ora lasciano ancora aperto ogni tipo di scenario, anche se il PSG sembra aver trovato un ottimo ritmo, e si appresta ad andare in fuga insieme al Lione. I monegaschi sono attualmente a 6 punti di distanza, 9 potenziali, visto che i capitolini hanno una partita da recuperare, e a 5 giornate dalla fine appare complicato pensare di rimontare. L'obiettivo più concreto e realistico rimane quello della qualificazione in Champions league, ovvero il terzo posto, proprio la posizione dove il Monaco si trova attualmente, a +2 sul Saint-Etienne e sul Marsiglia, con anche il Bordeaux distante solo 5 punti.

La corsa è aperta, ma gli ultimi risultati lasciano ben sperare per il prosieguo della stagione: difesa di ferro contro le grandi e attacco straripante contro le piccole. Un gioco di squadra, condito dalle giocate dei propri talenti: gran parte del merito va comunque dato a Jardim, che con una rosa discreta sta ottenendo grandissimi risultati. L'ultima giornata ha visto i monegaschi fermarsi in casa contro il Rennes, squadra di mezza classifica: un pareggio per 1-1 che non ha lasciato molte note positive in casa Monaco, anche se, come detto, la squadra ha mantenuto la posizione in classifica. La testa era probabilmente già al ritorno contro la Juventus, perchè Jardim non vuole fermarsi qui, ma vuole continuare a stupire tutti, e darà battaglia ai bianconeri per tutti i 90 minuti rimanenti dei 180.

LA GARA D'ANDATA - Poteva andare meglio, poco ma sicuro, per la Juventus, che 8 giorni fa ha ottenuto una vittoria con il minimo risultato in una partita equilibrata e difficile, come era previsto. Il Monaco ha messo in mostra la solita difesa molto ben organizzata su due linee e i bianconeri hanno molto faticato a trovare le distanze in campo, soprattutto nei primi 20 minuti, dove gli ospiti sono andati anche vicini al vantaggio e si sono comunque resi molto pericolosi in contropiede. Alla lunga i bianconeri sono usciti e hanno cominciato a rendersi pericolosi, trovando anche il gol nella ripresa, grazie al rigore realizzato da Arturo Vidal. Il cileno è risultato anche il migliore in campo al termine dei 90 minuti, dimostrando che gli infortuni e i problemi fisici sono solamente acqua passata. Ecco gli highlights del match:

LE PROBABILI FORMAZIONI - Jardim dovrebbe mettere in campo una formazione più offensiva rispetto a quella della gara d'andata, visto che deve segnare un gol a tutti i costi per sperare nella qualificazione. Sicuramente non abbandonerà però il 4-2-3-1, modulo di riferimento, e anche gli uomini su cui fare affidamento non dovrebbero variare troppo: Fabinho dovrebbe essere riportato sulla fascia destra di difesa, con Kurzawa dall'altra parte e la coppia centrale formata da Abdennour e Carvalho, che dovrebbe essere favorito su Wallace. Mediana con Toulalan e Kondogbia, con Moutinho avanzato sulla trequarti e ai suoi lati potrebbero agire Ferreira Carrasco e Martial, con Dirar almeno inizialmente in panchina. Nel ruolo di prima punta quindi rientrerà Berbatov. A difendere la porta ci sarà Subasic.

Per Allegri i nomi degli indisponibili sicuri sono sempre i soliti: Asamoah, Caceres, Romulo, Marrone e soprattutto Pogba, che spera di recuperare almeno per le semifinali. A questi poteva anche aggiungersi Vidal, che lunedì non si è allenato per una tonsillite acuta che sembra però essere passata, quindi il cileno dovrebbe essere in campo al Louis II. Il dilemma tattico si ripropone puntualmente, ma a questo punto salgono nettamente le quotazioni del 4-3-1-2: il ruolo del trequartista è fondamentale, l'arma tattica in più per mettere in crisi le due linee di difesa avversarie. Tra i pali andrà Buffon, con davanti a lui una difesa a 4 formata da Bonucci e Chiellini al centro, con Lichtsteiner ed Evra larghi sulle fasce. Centrocampo con Pirlo in mezzo e Marchisio-Vidal ai suoi lati, con Pereyra nella fondamentale posizione di trequartista, dietro alle punte Tevez e Morata.

LE PAROLE DELLA VIGILIA - Leonardo Jardim ha richiamato i suoi all'attenzione e all'organizzazione: “Domani dovremo fare una partita perfetta, con una buona organizzazione difensiva. Dovremo essere efficaci in zona offensiva e fare tutto per vincere. Sarà difficile, com'è normale che sia. Il gioco della Champions League è totalmente diverso da quello del campionato. Abbiamo le capacità e l'intelligenza per fare una partita importante, come è stato con lo Zenit. Non dovremo perdere la testa perché la Juventus è estremamente esperta e se non saremo maturi potremo avere grandi problemi. Starà a certi giocatori fare la differenza domani in campo. La motivazione è fondamentale: la nostra prima motivazione sarà lo stadio pieno”. L'avversario resta di tutto rispetto, ma non vuole tirarsi indietro il tecnico portoghese, che ha lavorato molto su diversi aspetti: “Hanno grandi giocatori in ogni settore del campo, non solo in attacco. Non c'è un reparto dove siano scoperti. Dovremo fare attenzione a tutta la squadra, non a un singolo giocatore. Abbiamo preparato come affrontare qualsiasi situazione tattica. L'arbitraggio dell'andata? Ho sempre fiducia negli arbitri, spero che domani facciano una buona direzione. Il match sarà deciso dai calciatori, non dall'arbitro”.

Dal canto suo, Massimiliano Allegri non vuole buttare via il buon risultato dell'andata e andare alle semifinali, contro un avversario sicuramente alla portata: "Se sapessi la tattica che adotterà domani Jardim sarebbe un vantaggio, ma credo che la qualificazione sia aperta. L'1-0 è un piccolo vantaggio ed è normale che domani per passare dovremo fare gol. C'è da giocare una partita giusta sotto il piano dell'attenzione, della tecnica. Conosciamo un po' meglio il Monaco avendoci giocato contro all'andata, è una squadra molto complicata da affrontare, che difende molto bene, con tecnica e calciatori fisici davanti. Sarà una gara difficile come all'andata, bisognerà essere bravi. Sarà molto lunga e non dovremo mai uscirne con la testa perché i dettagli potranno fare la differenza. Ho già giocato un quarto di finale, in semifinale bisogna arrivarci. Sarebbe un risultato importante, un altro passo in avanti che questa squadra può e deve fare. Bisogna essere orgogliosi di questi ragazzi, stanno facendo qualcosa di importante ma bisogna vivere il presente e non pensare a quello che potrà succedere. Vidal sta bene, oggi si è allenato con la squadra, aveva la febbre due giorni fa, ma ieri stava già meglio. E' a disposizione".

Per vincere servirà anche l'esperienza di Gianluigi Buffon, il capitano, presentatosi insieme al suo allenatore in conferenza stampa: "So benissimo che è una partita molto importante sia per me che per i miei compagni, per tutta la società, perché credo che sia la dimostrazione del fatto, se riuscissimo a scavallare questo turno, che la Juventus è in grande crescita e metterebbe un marchio importante a livello europeo per dimostrare, se ce ne fosse stato bisogno o qualcuno avesse avuto dubbi, che siamo tornati. Aumentano quindi le pressioni ma anche l'orgoglio. Spero di vincerlo insieme a tutti questo trofeo, perché manca nella mia bacheca e in quella della Juventus da tanto. Sono un po' a scadenza quindi si facesse il prima possibile sarei contento...I successi di una squadra, realmente, dipendono dalla bravura dei giocatori e della società. Siamo partiti quest'anno pensando di voler fare una buona Champions e bruciava ancora quella dell'anno scorso. Per vincere ci vuole un briciolo di fortuna, che aiuta sempre chi se lo merita. Siamo a buon punto”.