Il Napoli che viaggia verso il posticipo serale di Verona, sponda Chievo di Rolando Maran, è un treno in corsa che sembra difficilmente arrestabile. Una lunga serie di vittorie, in campionato come in Europa, ha portato alle luci della ribalta la compagine allenata con maestria e sagacia tattica da Maurizio Sarri, allenatore al primo anno sulla panchina dei partenopei. Eppure le premesse non erano state le migliori: dopo pochissime giornate l'ex empolese è passato dall'essere bollato come poco adatto alla realtà campana e da una crisi di risultati ed identità profonda ad un Maestro in grado di trascinare il Napoli verso lo Scudetto. 

Il percorso di Sarri, al primo anno a Napoli, ricorda quello di un allenatore che, sebbene sia molto diverso per modi di approcciarsi al calcio e personalità, ha fatto le fortune degli azzurri. Chi meglio di colui che per la prima volta nella storia del Napoli ha trionfato può dare un parere lucido sulla situazione che si sta vivendo in Campania? Ottavio Bianchi arrivava, così come Sarri, dalla provincia, dal Como per l'esattezza e dopo un anno difficile riuscì laddove nessuno aveva mai osato: portare lo Scudetto in Campania. 

Bianchi aveva Maradona, per carità, ma aveva anche tutte quelle caratteristiche morali ideali per far breccia nel popolo partenopeo, anche se non è mai stato del tutto amato. Sarri ha Higuain, che potrebbe permettergli in una Serie A ben più sciapa di campioni come all'epoca, di fare il salto di qualità verso la vetta. Intervistato dal Corriere del Mezzogiorno, l'ex tecnico del primo Scudetto napoletano ha parlato ed analizzato il momento dei partenopei e del lavoro di Sarri: "Il Napoli è la squadra più solida del campionato. Gioca bene ed ha una condizione fisica e mentale eccellente. Credo abbia il dovere di aspirare alla vetta della classifica. Può farcela".

Inevitabile non tornare su alcune analogie tra le due squadre: "Sono sempre di parte quando si parla del Napoli, lo sarei ancor di più parlando di quella squadra. C'era un bel clima quell'anno. Da quello che vedo da lontano sembra che ci sia una bella atmosfera anche oggi. Dico che lo scudetto è possibile". Bianchi si pronuncia inoltre anche sull'entusiasmo della piazza partenopea, in grado come pochi lidi in Italia di condizionare, in bene come in male, le prestazioni della squadra: "Chi viene a Napoli sa già che tipo di piazza è. Se non è capace di gestire l'ambiente fa bene ad andare altrove. Il pubblico fa la sua parte ed è importante, ma non è mai in grado di farti vincere o perdere una partita. Non si deve mai invocare l'aiuto del pubblico, il pubblico ti sostiene se vinci".

Infine, l'allenatore bresciano sottolinea i tratti fondamentali del Napoli di Sarri: "L'organizzazione, la concretezza. E anche l'umiltà. Non conosco personalmente l'allenatore, ma è riuscito a dare personalità e autostima ad un gruppo che tutto sommato conosce da poco. Certo, ha una squadra forte che lo segue. Può andare lontano. Il Napoli rispetto al passato ha una identità, una capacità di gestire le partite e di saper anche soffrire nei momenti di difficoltà. Non so come finirà la sfida con il Chievo, ma la prestazione sarà sicuramente all'altezza delle precedenti. Il Napoli non ha più paura".