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Maldini: "Non ci sono i presupposti per tornare nel Milan. E il momento più emozionante della mia carriera..."

La leggenda del Milan si è raccontato ai microfoni di "Che tempo che fa" svelando aneddoti e retroscena sulla sua fantastica carriera da calciatore

Maldini: "Non ci sono i presupposti per tornare nel Milan. E il momento più emozionante della mia carriera..."
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Di Francesco Conturso

Come l'ha definito il presentatore Fabio Fazio, Paolo Maldini è una delle più grandi bandiere del nostro calcio. 25 stagioni di fila in serie A con la stessa squadra (record condiviso con Totti), 1041 partite giocate, 7 campionati vinti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe Europee, 5 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali e 1 Mondiale per Club. Insomma uno dei giocatori più vincenti e amati della storia del calcio che ha parlato al programma "Che tempo che fa" della sua storia nel Milan e di molto altro.

"Il momento più bello della mia carriera è stato l'esordio. Ricordo bene quando fui convocato e dopo 45 minuti Liedholm mi disse: "Paolo vuoi giocare a destra o sinistra" e io gli risposi "Dove vuole": Un momento unico considerando che nevicava e io non avevo nemmeno gli scarpini adatti".

Tanti i riconoscimenti per Maldini, tra i quali quelli anche dei tifosi dell'Inter con un famoso striscione durante l'ultimo derby: "Mi emozionai parecchio. Mi stavo riscaldando quando Ronaldinho mi fece notare quel striscione che mi gratificò parecchio".

Sui brutti fatti di sabato sera a Torino Maldini commenta tristemente: "A volte ci sentiamo responsabili ma inermi davanti a questi fatti. Purtroppo la gente trasportata dalla paura e dalla passione può andare in panico anche per i tragici avvenimenti degli ultimi tempi".

Paura più leggera che ha avuto Totti quando ha dato l'addio al calcio, ma la leggenda del Milan racconta i suoi diversi sentimenti al momento del suo ritiro: "A 41 anni sei preparato e sai che è arrivato l'ora di smettere. Ho vissuto il calcio sempre con una passione ma non ho mai dimenticato i valori reali della vita. Un consiglio per Totti? La vita è comunque bellissima anche se le emozioni che regala il calcio non le dà nessun mestiere al mondo".

Sui figli al Milan e sulla possibilità che indossino la leggendaria maglia numero 3 Maldini spiega: "Sono spiriti indipendenti e penso che quindi non indosseranno mai la mia maglia".

L'ex difensore svela un retroscena su Materazzi durante un ritiro in Nazionale: "Ci stavamo allenando e io gli ho detto che se avesse fatto le stesse entrate che faceva in campionato lo ammazzavo. Credo abbia funzionato".

Grandi apprezzamenti verso suo padre Cesare: "Mi ha insegnato a comportarmi bene e a dare il massimo, insomma grazie a lui ho imparato i valori della vita. Lui mi accompagnò anche al primo provino dove fui preso. E' sempre stato il mio primo tifoso. Credo che sia una favola considerando la storia con il Milan di mio padre, mia e dei miei figli. Più volte si arrabbiava con me specie quando trasgredivo le regole".

Altro aneddoto di quando era giovane: "Prima dell'allenamento scendevo alla penultima fermata del tram per rincorrerlo. Ai miei tempi i genitori durante gli allenamenti non parlavano, le cose oggi sono cambiate ma i ragazzi vanno fatti crescere in pace".

Si torna all'attualità e Maldini commenta l'avvento dei cinesi al Milan: "Dobbiamo essere pronti perchè il calcio ha bisogno di investitori stranieri. Quando mi hanno contattato però non c'erano i presupposti per accordarmi con loro".

Nonostante i tanti successi sportivi, Maldini sceglie il momento più emozionante lasciando sorpresi tutti: "Il momento più bello è stato l'esordio con il Milan perchè mi ha dato la certezza di poter diventare un calciatore professionista e giocare con grandi campioni come Tassotti e Baresi. Per fortuna in quel match non feci danni".

Infine svela il motivo per cui non si fa vedere molto in televisione: "Ho fatto molte conferenze e interviste durante la mia carriera, ma per me è sempre stato difficile per questioni di carattere. Quindi vado poco nelle trasmissioni, ma stasera mi sono divertito perchè ho parlato della mia passione che è il calcio".