Nella notte (locale) fra il 26 e il 27 luglio, a Miami, la Juventus si è imposta per 3-2 in amichevole sul Paris Saint-Germain, ottenendo una vittoria di prestigio nel suo percorso in International Champions Cup. Dopo il debutto stagionale contro il Barcellona nella medesima competizione, avevamo già iniziato a parlare di un’evoluzione del 4-2-3-1, che nonostante la sconfitta sul campo aveva lasciato dei segnali positivi, in particolare nella ripresa, quando abbiamo visto i titolari in azione. Discorso simile si può fare per la partita di ieri, giocata soltanto per 45’ dai migliori bianconeri in quel momento a disposizione.

L’assenza di Douglas Costa per infortunio, unita a quella di Pjaca per lo stesso motivo e all’arrivo non in tempo di Bernardeschi negli USA, ha praticamente obbligato Max Allegri a puntare su un 4-2-3-1 offensivamente identico a quello usato nella scorsa stagione: Cuadrado, Dybala e Mandzukic si sono mossi alle spalle di Gonzalo Higuain. Di conseguenza, questo ha portato a vedere una Vecchia Signora molto vicina a quella che era arrivata in finale di Champions League, non lasciando intravedere alcuna novità (diversamente da quanto successo nel confronto precedente). Tattica che come al solito è stata piuttosto funzionale: l’unica novità è stata vedere Rodrigo Bentancur al fianco di Khedira in cabina di regia nella prima frazione, e l’argentino si è saputo comportare bene, in particolare mettendo una discreta qualità in fase di costruzione della manovra ma poi anche riuscendo a difendere le solite corse in verticale del compagno di reparto tedesco, mostrando anche una certa abilità nelle coperture. La crescita dell’argentino nel proprio ruolo – dopo essere stato schierato da esterno alto contro i blaugrana – è stata evidente.

Il palleggio aumenta d’intensità nella zona di Bentancur, che prima appoggia su Alex Sandro e poi cambia fronte per Dybala, fonte di gioco principale della squadra: l’argentino poi con una sua tipica giocata si libera di alcuni avversari e tira sul secondo palo, sfiorando il vantaggio dopo pochi giri d’orologio.

Il primo tempo, nonostante qualche brivido, ha comunque visto i campioni d’Italia passare meritatamente in vantaggio nel finale grazie ad una combinazione fra la Joya ed il Pipita, con quest’ultimo a finalizzare. Nella ripresa la formazione è stata totalmente stravolta: là dietro si è rivisto Mandragora al fianco dell’unico “sopravvissuto” Barzagli, mentre De Sciglio ed Asamoah hanno giocato da terzini. In particolare, il centrocampista ex Genoa ha mostrato un po’ dei suoi difetti nel ruolo di difensore al cospetto di un top player di livello mondiale come Di Maria nel gol dell’1-1: sbagliare in amichevole può comunque essere

De Sciglio soffre la qualità di Kurzawa: Barzagli corre in suo aiuto cercando l’anticipo, ma la giocata del terzino francese lo mette fuori gioco. Mandragora deve chiudere Di Maria, ma si aspetta una traccia interna per andare al tiro mentre l’argentino va sul mancino per crossare: in netto ritardo, il classe 1997 è poi anche molle nel tackle: per Guedes è un gioco pareggiare.

Anche sulla seconda marcatura francese la difesa ha delle colpe: in questa circostanza risulta troppo schiacciata sul cambio di gioco di Lo Celso. In mezzo alla doppietta degli ex campioni di Francia c’è però un altro vantaggio bianconero, siglato da Marchisio. Schierato da trequartista, il Principino ha dato molto supporto ai giovani Kean (punta) e Caligara (ala sinistra), così come Sturaro (esterno destro). In questo gol si vedono gli ottimi tempi d’inserimento e la capacità di finalizzazione del numero 8 italiano, che sfrutta appieno la forza fisica e atletica dell’attaccante classe 2000.

Tempi d'inserimento pressochè perfetti ed una conclusione imparabile: Marchisio da trequartista sarà un'opzione per la prossima stagione?

In conclusione, proprio i due 17enni sono stato un altro dei punti positivi della gara. Caligara ha giocato principalmente sulla sostanza, unendo però anche delle giocate che hanno fatto intravedere la qualità del trequartista che lui, con la Primavera, è; Kean invece, oltre all’assist che potete vedere sopra, ha guadagnato il rigore della vittoria con un’altra giocata intelligente, completando un’ottima prestazione. Se troverà continuità, l’italo-africano potrà essere un calciatore importantissimo: tuttavia, dovrà ancora lavorare tanto sulle sue potenzialità. Anche se già si parla di permanenza dopo questa grande prestazione...

Pjanic rimane basso in costruzione come sempre e verticalizza, Marchisio fa bene la parte del trequartista e Kean sfrutta un’ingenuità di Kimpembe per ottenere il penalty della vittoria.