Il mercato del Benevento era partito in quarta con Di Somma e Vigorito che nelle prime settimane di mercato erano riusciti a chiudere ben sei trattative - unico acquisto saltato quello di Dionisi dal Frosinone: Coda, Letizia, Belec, Gravillion, Chibsah, Puscas e Venuti. Per gli ultimi tre si trattava di una riconferma di prestito, visto che entrambi avevano contribuito alla storica promozione in A nel campionato da poco finito. Nello specifico sono stati proprio Puscas e Venuti i due a produrre il gol che ha fatto sognare un popolo intero: assist del secondo e gol del primo al Ciro Vigorito nel ritorno della finale dei play-off, che ha fissato il risultato sull'1-0 per i sanniti dopo il pareggio a reti bianche conseguito a Carpi. 

L'acquisto di Coda ha fatto storcere i musi a più di una persona, non tanto per il valore in se del giocatore, ma per il prezzo, 3 milioni per un classe '88 in una squadra che aveva in rosa il secondo attaccante più prolifico del campionato (Ceravolo, 21 reti) e con Baroni che aveva utilizzato per la maggior parte del campionato cadetto un attacco che comprendeva una sola punta di ruolo. Ottima invece la trattativa con il Carpi che con 3,5 milioni ha portato a Benevento sia Letizia che Belec, entrambi già con una buona esperienza alle spalle in Serie A e provenienti da un eccellente campionato di B. Gravillion un investimento per il futuro e un chiaro modo per ammorbidire l'Inter sull'affare Puscas, cercato in quei giorni di mercato da tante società, in particolare Crotone e Genoa. I tre riacquistati un ottimo segnale soprattutto per i tifosi, che richiedevano la riconferma degli eroi della promozione. 

Massimo Coda in azione col Benevento | sannionews24

Sono arrivati poi anche Djimsiti, Di Chiara e poco più tardi anche Brignoli, Cataldi, D'Alessandro e Costa. I primi tre chiaramente acquistati per rafforzare la panchina e dare tante soluzioni a Baroni, gli altri invece colpi da Serie A per innalzare la qualità della squadra in tutti i reparti. Il difensore centrale ex Avellino arriva dall'Atalanta in prestito con opzione per il riscatto, Di Chiara a titolo definitivo e Brignoli in prestito con obbligo di riscatto in caso il Benevento resti in A. Idem per Cataldiarrivato dopo una trattativa tribolata visto il cambio d'agente adoperato dal giocatore mentre si limavano i dettagli per l'accordo - con prestito oneroso però. D'Alessandro invece arriva in prestito con obbligo di riscatto a 5 milioni a prescindere dalla permanenza o meno del Benevento in Serie A. Mentre per Costa la trattativa lampo porta ad una acquisizione definitiva e ad un contratto biennale. 

D'Alessandro con Di Somma | ottopagine.it

Poi nel mezzo dei rifiuti, tante trattative non andate a buon fine. In primis quella legata a Kishna, discorso praticamente chiuso sia con la Lazio che con l'agente del giocatore, questo finchè lo stesso calciatore ha espresso negatività riguardo al suo trasferimento nel Sannio. Succede più o meno lo stesso con Konè, tutto fatto con Udinese e con l'entourage del centrocampista, fino alla decisione finale del greco di rifiutare la destinazione per via del ruolo da esterno nel quale Baroni avrebbe voluto impiegarlo. Si riprova a spingere per Antei, ma come accaduto giù in precedenza, puntando poi su Costa, la trattativa tramonta nuovamente. Si fa fatica anche a sfoltire la rosa, con tanti giocatori fuori dal progetto che non hanno offerte concrete e con il Benevento che si vede costretto a rescindere contratti e non guadagnare nulla per allegerire il monte ingaggio.

Poi arriva la svolta, l'ultima settimana di mercato Di Somma e Vigorito -dopo zero punti accumulati in due partite - hanno provato a mandare un forte messaggio a tutti: tifosi, avversari e squadre con le quali si tratta. Con il Benevento non si scherza più, niente più trattative prolungate, è dentro o fuori. Così succede con l'Entella, la trattativa viene chiusa rapidamente e a titolo definitivo per portare Eramo da Benevento al Chiavari. Anche il Parma si vede costretto a pagare a peso d'oro Ceravolo, tre milioni per il bomber del sannio che nell'ultimo giorno di mercato raggiunge i ducali. Poi via definitivamente anche Agyei e Cissè, il primo alla Carrarese, il secondo al Bari. Vanno via in prestito De Falco e Camporese, uno a Matera l'altro al Foggia, con l'obbligo di riscatto per il centrale difensivo facile da raggiungere. Infine arriva anche la rescissione del contratto di Jakimovski, giocatore che anche l'anno scorso era stato utilizzato con il contagocce.

Ma è in entrata che il Benevento fa un vero è proprio miracolo negli ultimi giorni di mercato e in particolare proprio nelle ultime ore. Memushaj arriva in prestito con obbligo di riscatto qualche giorno prima della deadline del 31 agosto, fortemente voluto da Mister Baroni che lo aveva avuto già a Pescara, fra l'altro l'albanese porta esperienza e qualità al centrocampo dei sanniti avendo giocato la scorsa stagione un buon campionato di A proprio con il Pescara. Il solo acquisto di Memushaj però non sembra accontentare nè i tifosi, nè la dirigenza. E' per questo che Vigorito e Di Somma decidono di dare uno schiaffo morale a tutte le critiche arrivate nelle settimane precedenti, concludendo prima la trattativa che porta alla punta svedese Armenteros a titolo definitivo  - 19 gol nella scorsa stagione in Olanda all'Hercales Almelo - e poi il 31 agosto ben 5 acquisti: Lazaar, Antei, Lombardi, Iemmello e Parigini. Rinforzi quindi in ogni reparto esclusa la porta che era già stata sistemata a dovere precedentemente. Prestiti secchi quelli riguardanti Lazaar e Lombardi, con obbligo di riscatto invece per i due ex Sassuolo Antei e Iemmello. Diritto di riscatto invece per il giovane Parigini, che era in cerca di una squadra dove poter trovare un buon minutaggio per esprimere il suo talento. 

Samuel Armenteros | sannisport.it

Un mercato quindi di grande impatto quello realizzato dalla dirigenza giallorossa, così come era stato fatto in Serie B con Vigorito subito deciso a puntare a qualcosa in più della salvezza con acquisti di peso per la serie cadetta. Il presidente del Benevento aveva difatti dichiarato di non essere arrivato in A per fare da comparsa e lo ha dimostrato con i fatti, mettendo mano al portafoglio e infittendo la sua rete di rapporti per acquistare giocatori di valore e di esperienza. L'obiettivo è chiaramente la salvezza, ma chissà che il Benevento non possa togliersi qualche soddisfazione strada facendo. Il dovere sul mercato è stato svolto, ora sta a Baroni modellare il materiale umano consegnatogli e far vedere i risultati sul campo.