Una sconfitta come punto di ripartenza per il Genoa, che può ricostruire una stagione partita nel peggiore dei modi, con soltanto due punti conquistati nelle prime sette gare (pareggi contro Sassuolo e Chievo), ma piccole certezze acquisite sul campo. Dopo la sconfitta interna con il Bologna, Ivan Juric ha rilasciato commenti quasi esclusivamente positivi sulla prestazione dei suoi ragazzi, sottolineando l'attitudine, la determinazione e la volontà, oltre al gioco. Ciò che effettivamente è mancato è stato il cinismo sotto porta, oltre alla capacità di leggere nel migliore dei modi i momenti, tappe di una crescita su cui in Liguria ragioneranno nella pausa.

Per la seconda volta in stagione il Genoa ha dato l'impressione di essere una squadra con le idee chiare su cosa fare in campo, per dirla in maniera superficiale. Esattamente quanto si aspettava Juric, che è probabilmente sopravvissuto all'esonero anche per questa ragione. La squadra non è allo sbando totale, ma sta ritrovando una sua dimensione - naturale, viste le tantissime novità che la rosa presenta ogni anno, con le puntuali rivoluzioni varate in lungo e in largo da Enrico Preziosi. Juric non ha potuto dare continuità al proprio lavoro dello scorso anno e si è ritrovato a ridisegnare le gerarchie di una squadra praticamente nuova.

Non hanno aiutato nemmeno i soliti problemi fisici e acciacchi vari, a partire dai due nuovi acquisti Andrea Bertolacci e Gianluca Lapadula. Il primo non riesce ancora a trovare continuità di condizione e ciò limita il suo impegno, mentre l'attaccante ex Pescara rientrerà a novembre dopo l'infortunio al ginocchio rimediato contro l'Udinese. I sostituti non si sono rivelati davvero all'altezza: Galabinov e Pellegri hanno iniziato in maniera spumeggiante prima di crollare alla distanza mettendo in mostra tutti i propri limiti - diversi, ma pur sempre limiti - mentre il centrocampo si è dimostrato decisamente corto.

La situazione in cui l'allenatore croato sta cercando di lavorare non è quindi tra le migliori - andrebbe conteggiato anche il discorso della cessione societaria saltata e l'umore dei tifosi - anche se per il momento dai piani alti al centro sportivo di Pegli non è ancora arrivata nessuna comunicazione negativa. Si parla di fiducia a tempo, ma pur sempre di fiducia, anche se le insidie sono dietro l'angolo. Il calendario prevedere le trasferte contro Cagliari e Milan, poi la gara casalinga con il Napoli. Tre sfide difficili, in cui fare punti potrebbe non essere scontato. Juric dovrà chiedere ai suoi qualcosa di più per conservare la panchina, un mezzo miracolo a San Siro o al Ferraris contro la capolista. Le occasioni fin qui sciupate possono essere cancellate quasi soltanto in questo modo.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]