Si sono scritti capolavori della letteratura sul tema dell'attesa, ma citarli per una semplice cronaca di una partita di Serie B (e che partita) meriterebbe un'accusa di vilipendio della cultura. Avellino ed Entella offrono uno spettacolo indegno del peggiore degli spettatori, camminando per il campo per 90 minuti decidendo di rinunciare a giocare a pallone. 90 minuti di noia, sbadigli e qualche imprecazione da parte degli sparuti spettatori che si sono avventurati nel gelo del Partenio.
Neanche un contagocce servirebbe per elencare le occasioni (?) da gol. Quale che sia il motivo di questo scempio (qualcuno rema contro Novellino? Qualcuno non ha digerito l'allontanamento di Castorina? I 28 scesi in campo sono proprio scarsi?) speriamo di non dover mai più assistere a tali offese a quello che, nonostante gli infiniti scandali, resta il gioco più bello del mondo.

La cronaca Non è successo niente. Ecco, potremmo limitarti a queste poche parole. Nel primo tempo, l'Entella parte una buona organizzazione: pressing alto, che parte da La Mantia e  De Luca, Moretti costantemente pressato, Molina raddoppiato. Del resto, basta poco a spegnere le fonti di gioco irpine, soprattutto considerando che Suagher e Migliorini sono incapaci di impostare il gioco nonché di effettuare disimpegni precisi. Troiano e Crimi controllano agevolmente il centrocampo, Pellizzer e Benedetti hanno vita facile contro Ardemagni (a cui non arriva un pallone giocabile) e il volenteroso ma acerbo Asencio. In 45 minuti, una sola conclusione nello specchio della porta, una sventola centrale di Nizzetto che Lezzerini blocca con qualche affanno. Poi più nulla, se non qualche acceso diverbio con Crimi protagonista. Nella ripresa ci si aspetta di meglio, visto che fare di peggio sarebbe veramente un'impresa, ma Avellino ed Entella ce la mettono tutta per superarsi. Novellino non si sbriga a fare i cambi, Aglietti non ha nessuna intenzione di scoprirsi,  e si va avanti con lanci, errori, orrori, noia. Suagher cerca di conquistarsi la palma del migliore in campo andando vicino all'autorete, Moretti si fa male respingendo un tiro, Diaw prova a cavalcare nelle verdi praterie irpine, D'Angelo per una volta non fa un retropassaggio e tira un missile sull'esterno della rete. Tutto qui. Ah, al 95esimo Falasco, a cui avranno raccontato che Iacobucci lo scorso anno si esibì al Partenio in una delle sue frequenti papere, prova dalla bandierina a trasformarsi in Antonio Carannante (un po' di amarcord per i tifosi irpini e napoletani) ma il suo tiro - sarà poi stato voluto o un cross sbagliato? - viene respinto in qualche modo dal portiere ligure. Finisce qui, per fortuna.