Pari a reti bianche che lascia l’amaro in bocca ed entrambe le squadre quello di San Siro: Milan e Torino provano a farsi del male ma non ci riescono, Sirigu e Donnarumma (aiutato da una chiusura epocale nel finale di Montolivo) difendono bene i propri pali ed alla fine è solo 0-0 nel match valevole per la quattordicesima giornata di Serie A. I rossoneri non riescono ad accorciare sulla Roma quarta, a +11 con una partita in meno, e si fanno raggiungere a quota 20 da Bologna e Chievo, mentre il Torino mantiene la sua posizione a metà classifica. Riviviamo insieme il match.

Ibrido tra 3-5-2 e 3-4-3 per Vincenzo Montella, che preferisce ancora Zapata a Musacchio in difesa, lasciando spazio a Suso nei cinque di centrocampo con Montolivo e Kessié. Rodriguez e Bonaventura sono gli esterni, mentre davanti ci sono sia Kalinic che André Silva. Dall’altra parte, Sinisa Mihajlovic risponde con un 4-3-3 che vede Sirigu tra i pali, N’Koulou e Burdisso da centrali, Rincon con Obi e Baselli in mediana, mentre sono Niang e Ljajic a supportare Andrea Belotti.

Pronti, via, meno di cinque minuti per la prima, clamorosa occasione del Milan: su un ribaltamento di fronte Suso ha spazio, rientra e lascia partire il sinistro. Una deviazione della difesa fa carambolare la palla su Kalinic che, tutto solo in area, controlla di coscia e si coordina per il destro: la sua conclusione, però, scheggia il palo e termina sul fondo per lo sconforto di tutti i tifosi rossoneri. Pochi minuti ed è di nuovo Suso ad inventare: splendida la sua punizione dai trenta metri, tesa ed angolata, che costringe Sirigu ad una parata spettacolare sotto il sette.
Nonostante il momento non positivo delle due squadre la partita è aperta e piuttosto divertente: il Torino risponde a cavallo del quarto d’ora con un paio di buone iniziative sulle fasce, ma i tre di difesa del Milan reagiscono sempre bene. I granata sarebbero anche passati in vantaggio, ma la zampata di Baselli è viziata dall’evidentissimo fallo di mano di Obi in area piccola. Tutto regolare, invece, quando Zapata attacca lo spazio sulla destra palla al piede e mette dentro la sfera: cross alle spalle della difesa, spunta in allungo André Silva, completamente solo un passo davanti al dischetto. Il tocco di destro, però, è clamorosamente a lato; sarebbe bastato colpire lo specchio per battere Sirigu. La fase centrale del primo tempo è piuttosto equilibrata, e quasi tutte le occasioni arrivano da corner, senza comunque nessun colpo da highlight. Negli ultimi minuti il ritmo rallenta ancor di più ed il possesso palla, soprattutto del Milan, diventa sterile, ma il lampo nel finale è una palla rubata di Kalinic nella trequarti offensiva: l’azione ed arriva in area dove Suso prova il destro, trovando solo l’esterno della rete. Si tratta dell’ultima emozione di un primo tempo a corrente alternata, si va negli spogliatoi sullo 0-0.

Nikola Kalinic a contrasto con N'Koulou. | Fonte immagine: acmilan.com
Nikola Kalinic a contrasto con N'Koulou. | Fonte immagine: acmilan.com

L’apertura del secondo tempo è ancora a tinte rossonere: prima Kessié e poi Bonucci cercano fortuna con delle percussioni in verticale, ma in entrambi i casi la palla non arriva in area di rigore e di conseguenza rimane inoffensiva. Per il resto, il primo quarto d’ora vede protagoniste soprattutto le difese, brave a coprire e contrastare sul nascere possibili azioni pericolose: l’attacco del Milan, dal canto suo, sembra un po’ disorganizzato e poco lucido. Il lampo, però, arriva al minuto 66: ancora protagonista Nikola Kalinic, ma soprattutto ancora sugli scudi Sirigu, bravissimo a respingere da distanza ravvicinata il tentativo del croato, che aveva impattato alla perfezione, sul primo palo, il cross di Bonucci. La ribattuta torna ancora a Kalinic che ci prova col destro, ma ancora il portiere gli dice di no: allo stesso modo, l’ex-PSG mette i guantoni sul tiro dalla distanza di Suso, altrimenti destinato all’angolino. Questa scarica di occasioni ravviva il pubblico di San Siro, un po’ sopito dall’inizio blando del secondo tempo, e regala anche energie bonus ai rossoneri, che attaccano con più convinzione: uno splendido lancio di Montolivo, da fermo, permette ad Andre Silva di inventarsi l’assist di tacco che mette in porta Kalinic: il croato centra però in pieno Sirigu, prima di accorgersi della segnalazione di offside. Nel finale i due allenatori scoccano le frecce a disposizione nella panchina: Boye e Iago Falque per Mihajlovic, Calhanoglu e Cutrone al posto di Bonaventura e di un Kalinic beccato dal pubblico per Montella.
Proprio il baby-centravanti rossonero, appena entrato, cerca fortuna col destro dal limite, ma la sua palla si spegne sul fondo. Dall’altra parte è Belotti a muoversi per cercare il vantaggio, ma quando arriva il suggerimento di Falque Romagnoli ha già letto la situazione e chiuso la traiettoria; Ansaldi, poco dopo, non trova fortuna col mancino velleitario.

Il Milan si riversa avanti per cercare il gol, ma ad andarci vicino, più di chiunque altro nel corso della partita, è Belotti: il cross dentro di Ansaldi è perfetto, il gallo vola alto e stacca imperioso a pochi passi da Donnarumma. Il portiere rossonero respinge, ma la sfera rimane vacante in area piccola: ci arriva, rapidissimo, Iago Falque che colpisce a botta sicura da un metro, ma Riccardo Montolivo, gettandosi a peso morto, riesce a respingere all’ultimo momento quello che sembrava un gol già fatto. Dall’altra parte, invece, il match-point arriva sul piede di Calhanoglu che si ritrova la palla sul destro dopo la progressione di André Silva. Tiro salvato in corner da Sirigu, sugli sviluppi ci prova dalla distanza Montolivo che pesca la deviazione vincente di Cutrone, ma era tutto fermo per fuorigioco.
Si tratta delle ultime scintille della gara, finiscono i quattro di recupero, Milan e Torino tornano a casa con un punto a testa.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.